“Quello che abbiamo subito con la Juve in 7 minuti, lo abbiamo restituito con gli interessi con l’Empoli. La Roma a volte mi fa rabbia: perchè quando gioca con attenzione, voglia e cattiveria, può dare fastidio a chiunque”. Così Ciccio Graziani, ex centravanti giallorosso e attuale opinionista di Retesport, sul conto della prestazione della Roma a Empoli.
“Oliveira e Niles hanno sicuramente aumentato la qualità, ma la differenza la fa sempre l’atteggiamento di squadra: quando la Roma gioca con serietà è una squadra importante, quando gioca con superficialità e presunzione va a sbattere”.
“Corsa al 4 posto? La posizione è buona, è sicuramente migliorata, ma non bellissima. Bisogna dare continuità ai risultati, nelle prossime tre sfide e provare a fare un filotto di vittorie. Abraham sta crescendo, è un punto di riferimento per la squadra, è un ragazzo che vuole crescere, emergere e sta facendo grandi prestazioni”.
“La Roma del primo tempo mi è piaciuta molto: ha trovato gol con facilità, attraverso azioni spettacolari e ha schiacciato letteralmente l’Empoli. Nella ripresa mi aspettavo un’altra cattiveria, non quell’atteggiamento passivo che ha rischiato di riaprire la gara”. Così Fabio Petruzzi, opinionista di Retesport, nel corso del forum pomeridiano sui 104.2 Fm. L’ex difensore giallorosso ha analizzato la vittoria della Roma a Empoli: “In 25 minuti i giallorossi hanno letteralmente travolto l’Empoli, poi nella ripresa hanno smesso di giocare. Si possono abbassare i ritmi, ma non si deve mai perdere il controllo del match”.
Poi una battuta su Abraham: “L’inglese è devastante, non solo per i gol, ma per l’aggressione alla profondità, per i movimenti che fa. Erano anni che aspettavo un centravanti così”
Diogo Dalot è l’opzione numero uno per la fascia destra della Roma a gennaio. Non è difficile capire da chi provenga l’indicazione tecnica, considerato che Mourinho lo ha già incrociato nella sua carriera da allenatore, oltre a condividerne ovviamente la nazionalità. Ma andiamo con ordine.
ORIGINI – Classe 99′, dunque 22 anni nato a Braga, Dalot è stato ingaggiato da Mou allo United nella stagione 2018-19. La necessità all’epoca per lo Special One era quella di trovare un possibile sostituto di Valencia e Young. Sei mesi di lavoro insieme, poi arrivò l’esonero del tecnico. Diogo – versione portoghese di Diego che significa esploratore errante – è cresciuto calcisticamente nel Porto e anche questa società in qualche modo lega i destini di Mou e del terzino lusitano, perchè da ragazzino – all’età di 8 anni – il Benfica lo notò per primo in un academy giovanile, il provino andò bene ma i genitori ritenevano eccesiva la distanza da Lisbona a Braga e quindi poi a spuntarla fu il Porto. La crescita nelle giovanili del club portoghese fu fulminea, tanto da allenarsi già in prima squadra all’età di 16 anni. 31 presenze all’età di 18 anni con la formazione bianco-azzurra allenata da Conceiaco, poi il trasferimento in Inghilterra per circa 22 milioni di euro.
IMPATTO CON LA SERIE A -Lo scorso anno nel Milan 33 presenze complessive per poco più di 2000 minuti disputati, 2 gol e 3 assist, all’inizio ha faticato un po’ a comprendere le difficoltà del calcio italiano, poi nella seconda parte di stagione ha preso confidenza con le richieste tattiche di Pioli e ha finito in crescendo. Piede destro, può giocare con enorme facilità anche a sinistra, è un terzino tutta fascia, con grandi abilità tecniche nel cross. Il Milan ha tentato di strappare nuovamente il prestito, ma non c’è riuscito e la scorsa estate ha poi virato su Florenzi.
LA TRATTATIVA – Gli intermediari che lo hanno offerto alla Roma sono personaggi vicini al club, con diverse operazioni concluse anche nell’ultima estate di mercato. Il terzino – titolare nell’ultima sfida con la maglia del Portogallo – guadagna 2,5 milioni di euro. Si lavora sulla formula del prestito, con diritto di riscatto che può diventare obbligo a determinate condizioni. Il contratto di Dalot con i Red Devils scadrà nel 2023. Ma per varie motivazioni, tecniche ed economiche, si può certamente affermare che Tiago Pinto cercherà di accontentare Mou.
Le voci di Rete Sport di questo venerdì 5 novembre, ascoltate in diretta sui 104.2 FM:
CLAUDIOMORONI: “Premessa, il mio allenatore è Mourinho e non cambio idea anche se lo critico. Altra premessa: dammi quei due rigori e poi si può parlare anche di calcio giocato. Secondo me il tecnico ha sbagliato formazione ma ha azzeccato i cambi. Abraham, Zaniolo e Mkhitaryan impalpabili, Darboe non mi piace e secondo me Villar è più forte”.
TIZIANOMORONI: “Non possiamo esentare Mourinho dalle colpe per questo pareggio. Vedo una squadra sfilacciata, che non sa cosa fare in campo. E poi servono le riserve perché i titolari giocano con la lingua di fuori e non rendono”.
JACOPOALIPRANDI: “Con i due rigori la Roma avrebbe vinto la partita, ma anche con i tre punti non sarebbe bastato. Abbiamo incensato questa squadra definendola piena di leader, lodando la crescita dei singoli e la mentalità di alcuni senatori. Quindi la colpa per questo pari che sa di sconfitta è soprattutto dei giocatori che sono scesi in campo. Questa partita dopo il 6-1 si doveva preparare da sola, non c’era bisogno di una preparazione tattica”.
MASSIMILIANOMAGNI: “Ci sono problemi di manovra e costruzione del gioco, ma anche di giocatori che fanno difficoltà a fare gol. La condizione degli attaccanti non sono buone, fatta eccezione per El Shaarawy. Manovra lenta e prevedibile, chiunque incontra affronta difese schierate e non trova spazi. La Roma ancora una volta ha reagito e non ha agito. Se non ci fosse Mourinho saremmo stati un po’ più critici”.
GIANLUCAPIACENTINI: “La partita di ieri sera non può mettere in dubbio un progetto appena cominciato, né sfiduciare Mourinho. Ma è chiaro che ci sono delle situazioni tattiche da sistemare. La Roma si è complicata la vita in un girone con Bodo, Zorya e Sofia. Detto questo, se mi dai uno dei due rigori si vince la partita e la Roma è prima nel girone. È un altro sport una competizione europea senza Var e con questo arbitraggio”.
MAX LEGGERI: “Ieri sera per la prima volta è stata fischiata la Roma di Mourinho. I giallorossi hanno raccolto un pareggio che equivale ad una sconfitta, basta osservare la classifica del girone di Conference League. Dopo l’andata, anche ieri sera la Roma ha affrontato il match con superficialità, pensando di raccogliere il massimo risultato con il minimo sforzo. Una manovra lenta e prevedibile, un atteggiamento difensivo da dilettanti allo sbaraglio. Poi c’è stata la solita reazione, con tantissime occasioni da gol sprecate, ma alla fine è stata raccolta una miseria. Deluso da alcuni singoli: Abraham deve darsi una svegliata, Mkhitaryan è un fantasma da oltre un mese”
CHECCO ODDO CASANO: “E’ un momento decisamente delicato, per i risultati negativi, per il nervosismo che trapela dalle dichiarazioni di Mourinho, per l’atteggiamento della squadra in campo, che al netto dell’impegno profuso anche ieri sera, fatica a giocare gare normali. A parte col Napoli, la Roma è sempre andata in svantaggio ed è stata costretta a rincorrere dei risultati. La sensazione è che la Roma sia una squadra appesantita a livello mentale e morale, probabilmente dalle delusioni nei big match dell’ultimo mese, dai tantissimi episodi arbitrali subiti e da una rivoluzione tecnica in atto, che Mourinho ha deciso di accelerare. Domenica è obbligatorio vincere a Venezia, per andare alla pausa e provare a resettare ciò che non funziona e ricaricare le batterie a quei giocatori che finora non si sono mai fermati”
Fabio Petruzzi: “Giusti i fischi del pubblico ieri sera. Questa squadra non può fare a meno di Pellegrini. Vedo Mourinho in grandissima difficoltà e non dovrebbe essere così, perchè ha vinto tanto e ha carisma, ma non ti puoi sempre lamentare degli arbitraggi, a fronte di una squadra che fatica a fare tre passaggi di seguito”
Roberto Scarnecchia: “I tifosi hanno diritto di fischiare ma ieri sera la Roma meritava di vincere, anche al netto degli episodi arbitrali. A mio giudizio le difficoltà di Mourinho nascono dal fatto che lui avverte la pressione di dover forse dimostrare di essere lo Special One e non il tecnico che arriva da alcuni esoneri…”
Avv. Luigi Esposito: “Gli errori arbitrali non devono nascondere i problemi della Roma. Ieri sera si è vista la netta differenza tra una squadra che ha un’identità di gioco – il Bodo – e una squadra che non ha tale identità di gioco, con calciatori che improvvisano”