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Franci 05.03.2018

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Calabresi: “Astori? Non è sempre vero che lo show deve continuare”

Il ricordo di Davide Astori, scomparso nelle scorse ore, attraversa il mondo del calcio per toccare anche quello dello spettacolo. Paolo Calabresi ne parla dalle pagine del Romanista: "Io questa cosa che lo show deve andare avanti non l'ho mai accettata. Chi l'ha deciso? Quale divinità? Nessuno. È una convenzione della società civile: Non raccontiamoci frottole, è pura convenienza, è sopravvivenza economica e sociale. Ci vuole sensibilità per capire e semmai distinguere caso per caso. Molte volte il mondo del calcio non ha avuto questa sensibilità, dall'Heysel in poi, non solo in Italia. Magari ci si nasconde dietro ai motivi di sicurezza quando invece il discorso è solo economico. Lo spettacolo si deve fermare quando è necessario. Un ricordo particolare? Una volta andai all'Olimpico per una partita e alla fine attesi Arturo fuori dallo stadio, lì c'era anche Davide che quel giorno non giocava, mi pare che fosse infortunato. Mi colpì perché venne lui a cercarmi e non per il mio mestiere, ma per dirmi belle parole su Arturo, dandomi rigorosamente del lei, mi colpì molto per l'educazione ed il garbo"

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Instagram, gli auguri di Fazio a Lamela

Ancora una volta sono i social a convogliare i messaggi di auguri. Questa volta è Federico Fazio ad augurare buon compleanno all'amico Erik Lamela. Il giocatore argentino, che dal 2011 al 2013 ha giocato nella Roma ieri ha compiuto 26 anni, e il difensore giallorosso, compagno di Lamela al Tottenham, tramite il suo profilo Instagram ha voluto lasciare un messaggio: "Auguri amico ti voglio bene, ti auguro il meglio".

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Oscar, la moglie di De Rossi resta accanto al giocatore

La scomparsa di Davide Astori ha scosso tutto il mondo del calcio, e non solo. Tra gli ex compagni in giallorosso, di certo Radja Nainggolan e Daniele De Rossi erano particolarmente legati alla figura del capitano della Fiorentina. E la stessa moglie di De Rossi, Sarah Felberbaum, che avrebbe dovuto essere presente alla notte degli Oscar  ha deciso di soprassedere per rimanere accanto a suo marito, proprio per il legame che lo univa al calciatore scomparso. 

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Roma, questione di coro

Il Messaggero (U.Trani) – L’esibizione della Roma al San Paolo ha preso il campionato in contropiede. Che poi sembra il classico gioco di parole, con il successo certificato dall’efficacia dei giallorossi al momento di ripartire verso la porta di Reina. Il risultato, comunque, ha avuto l’impatto che nessuno avrebbe mai messo in preventivo alla vigilia, anche pesando i 19 punti di vantaggio della capolista prima di scendere in campo. Il ribaltone in 7 giorni, dal flop contro il Milan alla resurrezione con il Napoli, è stato sorprendente, avendo coinvolto ogni aspetto messo in discussione nella settimana che ha preceduto il big match. Dzeko, definendo la prestazione perfetta, non ha sbagliato. Una notte, all’improvviso: ritrovata la quadra e la zona Champions. Niente da dire al gruppo che ha convinto fisicamente, tatticamente e mentalmente. Di Francesco e i giocatori potranno in futuro spiegare come è nata la virata, ma di sicuro il collettivo ha fatto la differenza proprio contro il coro di Sarri che rimane il più intonato della serie A.

TREND DI GARANZIA – Non è certo la novità dell’ultimo weekend che la Roma in trasferta vada meglio che in casa. Basta guardare il raccolto: 28 punti su 53 li ha conquistati nelle 13 partite giocate lontano dall’Olimpico (8 vittorie, 4 pareggi e 1 ko). Il rendimento nelle 14 gare giocate davanti al proprio pubblico è inferiore: 25 punti (8 successi, 5 sconfitte e 1 pari). Di Francesco, del resto, ha sempre ammesso che la sua squadra è più efficace quando si mette in viaggio. Semplicemente perché gli avversari lasciano più spazi. Al San Paolo, però, è stato evidente quanto il sistema di gioco possa incidere sulla compattezza della squadra. Il 4-1-4-1 che spesso si è trasformato nel 4-5-1 ha dato sicurezza e al tempo stesso coraggio agli interpreti. L’esame è stato autentico perché contro il Napoli, capace di palleggiare in velocità e con insistenza. Baricentro basso, linee vicinissime, verticalizzazioni improvvise e pressing solo nella propria metà campo: l’assetto ha tenuto e soprattutto prodotto. Perché solo i giallorossi hanno segnato 4 gol a Reina in 27 partite di campionato. Solo il City, in Champions. E nessuna italiana è arrivata a 3. L’allenatore, fuori casa, ha spesso usato questo accorgimento, passando in fase difensiva dal 4-3-3 al 4-1-4-1, con De Rossi o Strootman a schermare il reparto arretrato. Alisson, sabato sera, ha incassato 2 reti e compiuto diverse parate, ma al momento ha preso più gol all’Olimpico (15) che in trasferta (7). E lo scarto di 8 fa riflettere (quelli segnati sono gli stessi, dentro e fuori: 22).

FIDUCIA RECIPROCA – Di Francesco, nella serata chic al San Paolo, ha ritrovato Nainggolan e Dzeko, protagonisti assoluti nella stagione scorsa. Sono stati sul mercato nella finestra invernale. E, come ha ammesso proprio il centravanti, hanno faticato a riprendersi, subendo anche critiche eccessive e subdole. Il tecnico, però, non li ha mai abbandonati o scaricati. Dzeko ha giocato 35 partite su 35 (32 da titolare). Lui e Nainggolan sono riemersi proprio con il 4-1-4-1 a conferma che il segreto del loro exploit con Spalletti non è stato il 4-2-3-1. Che l’allenatore potrà pure riproporre, in partenza o in corsa. Ai giocatori, comunque, ha spiegato, nei colloqui avuti dopo i 2 ko di fila contro lo Shakhtar e il Milan, quanto conti l’atteggiamento. Se lavorano di squadra, cioè collaborando e sacrificandosi, si fatica meno. Sia con la testa che con le gambe. E la prestazione non è mai parziale, come è accaduto in 9 match, ma completa. Sale l’attenzione in campo. E la Roma in classifica.

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Tragedia Astori, Della Valle: “Sono sconvolto, domani avrebbe dovuto rinnovare”

"Sono sconvolto, non riesco ancora a crederci, Davide era un vero capitano, una grande persona, è stato un onore averlo avuto questi 4 anni con noi, non lo dimenticheremo. Lunedì avrebbe dovuto firmare il nuovo contratto che lo avrebbe legato a vita a Firenze e alla Fiorentina. Ora dobbiamo ripartire, sarà dura, stateci tutti vicino". Lo ha detto il presidente onorario della Fiorentina Andrea Della Valle parlando con i giornalisti al centro sportivo a Firenze, accanto al presidente esecutivo Cognigni e dal dg Corvino.

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Il mondo del calcio piange la scomparsa di Davide Astori. Di Francesco: “Non c’è modo di accettare una scomparsa così sconvolgente”

Giornata di lutto per l'intero mondo del calcio. È morto Davide Astori, difensore centrale e capitano della Fiorentina a causa di un arresto cardiocircolatorio. Il giocatore, che ha militato tra le altre anche nella Roma, si trovava in ritiro all'hotel "Là di Morèt" di viale Tricesimo a Udine, in attesa del match di oggi che non si giocherà in segno di lutto. Della morte del giocatore si sono accorti, secondo quanto si è appreso, stamattina i compagni di squadra e i tecnici della società quando alle 9.30 il giocatore non si è presentato alla colazione. A quel punto, dopo aver atteso ancora qualche minuto, sono andati a cercarlo in stanza – dove era solo – e lo hanno trovato morto. 

Tramite i social network la Roma e l'intero mondo del calcio hanno voluto ricordare il giovane difensore azzurro:

 

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Tragedia Astori, Malagò: “Senza parole, stop al campionato decisione giusta e doverosa”

Giovanni Malagò, presidente del CONI e commissario straordinario della Lega Serie A, ha parlato della tragica scomparsa di Davide Astori e della decisione di rinviare le gare della ventisettesima giornata di Serie A. "Questa mattina – ha esordito Malagò nella conferenza stampa straordinaria indetta nella sede del Comitato Olimpico – ha suonato il mio cellulare, era Brunelli della Lega che mi ha detto che era urgente, che la notizia era drammatica. Mi è arrivata così la notizia della scomparsa di Astori. Sono rimasto senza parole. Brunelli mi ha pregato di non esternare la notizia per aspettare che la Fiorentina contattasse la famiglia. Era giusto che il primo comunicato fosse del club viola. Nel frattempo stavano per scendere in campo Genoa e Cagliari, con i sardi che hanno avuto in squadra Astori. Tutti hanno esternato subito la volontà di non scendere in campo, ho parlato con Giulini, poi con Preziosi che mi ha dato piena disponibilità e si è proceduto a rinviare Genoa-Cagliari. Nel frattempo sono venuto a conoscenza della volontà anche di altri club di non scendere in campo, per vari motivi. A questo punto io ho capito subito che la partita che potesse essere maggiormente in discussione sotto il profilo del rinvio era evidentemente la partita di questa sera tra Milan e Inter. Lo stop al campionato è una decisione giusta. Il calcio che immagino ha dei valori e ritengo che la decisione presa è doverosa".

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De Rossi, distorsione alla caviglia: situazione da valutare nelle prossime ore

Dopo Dzeko e Fazio (squalificati), un'altra tegola per Eusebio Di Francesco dopo Napoli-Roma. Si ferma nuovamente Daniele De Rossi, che ha chiesto il cambio nel finale di partita per un problema fisico. Come riferisce il canale ufficiale del club, il capitano giallorosso ha riportato una distorsione alla caviglia sinistra. Le sue condizioni verranno valutate nelle prossime ore.

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Napoli-Roma 2-4, le pagelle

ALISSON 7: Due gol incassati e l’aiuto di un palo, ma va comunque abbondantemente sopra la sufficienza. Insigne lo trafigge al primo tentativo e il brasiliano non lo perdona. Gli sbarra la strada davanti per tutto il resto della partita. 

FLORENZI 7: Regge a fatica il confronto con Insigne, ma sa farsi apprezzare nei momenti decisivi della partita. Serve a Dzeko la palla che ribalta la partita (1-2) e spara via dalla porta il pallone che poteva riportare il Napoli in vita (punizione ravvicinata di Mertens). 

MANOLAS 7: Dopo un quarto d’ora toglie a Zielinski il gusto del gol, ma è solo uno degli interventi prodigiosi della serata.

FAZIO 7: La Roma dal baricentro basso lo esalta al punto da farlo sembrare padrone assoluto della situazione, ma stasera se la cava bene pure in campo aperto, quando riesce a leggere per tempo le verticalizzazioni del Napoli 

KOLAROV 6,5: Fa capire a Mario Rui perché nessuno a Roma lo ha mai rimpianto

NAINGGOLAN 7: Regala immediatamente a Perotti la palla del vantaggio, l’argentino spreca e il belga, 5 minuti dopo, si trova già a dover cucire l’assist del pareggio per Under che, fortunatamente, non si lascia sfuggire l’occasione. Strappa il pallone agli avversari con la rabbia e l’efficacia dei giorni migliori. Bentornato. 

DE ROSSI 7: Gli spetta il concorso di colpa sul gol segnato da Insigne in apertura, poi decide di prendersi le chiavi della partita. 

DALL’87’ EL SHAARAWY SV: Può far poco, ma si gode la festa

STROOTMAN 6: Torna nello stadio in cui è cominciato il suo calvario. Non è ancora il giocatore che conoscevamo, ma stasera è sembrato meno spaventato del solito. 

UNDER 7: Ha il merito di riportare la Roma a galla appena finita sott’acqua. Poi continua a nuotare su e giù per la fascia, mettendo lo zampino anche nell’azione del 2-1. Non riesce a dare una mano a Florenzi in copertura, ma è un “difetto” che possiamo concedergli. Esce sfiancato, ma sapendo di aver fatto anche stasera il proprio dovere. 

DAL 65’ GERSON 6,5: entra e la Roma chiude la partita, fa da amuleto

DZEKO 8: Tratta il Napoli allo stesso modo del Chelsea, anche se le due gemme sfoderate al San Paolo fruttano un bottino superiore a quello conquistato a Stanford Bridge.

PEROTTI 7: Sbaglia la prima occasione della partita e indovina l’ultima. In mezzo la solita prestazione di qualità a intermittenza.

DALL’80’ PELLEGRINI 5: Entra poco concentrato. Il primo pallone è un retro passaggio suicida per Alisson, il secondo lo lascia sfilare tra le gambe e concede il gol a Mertens

 

DI FRANCESCO 9: Riparte dal suo 4-3-3. Un bel rischio per chi, come lui, il giorno prima aveva detto: “Se la squadra non mi segue me ne vado”. Stasera  chiarisce che restare non è solo possibile, ma doveroso.