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Dybala: “Ranieri più psicologo che allenatore. Futuro? Potrei tornare in Argentina e sull’Arabia Saudita…”

Paulo Dybala ha rilasciato un’intervista ai microfoni del giornalista argentino Gaston Edul, parlando di passato, presente e soprattutto futuro:

Come va dopo l’infortunio?
“Ora sono un po’ più tranquillo. All’inizio quando ho saputo quanto sarei stato fuori è stata dura perché ho saltato la nazionale e avevamo delle partite importanti qui a Roma. Era tutto molto bello, mi sentivo bene fisicamente e stavo vivendo uno dei migliori periodi dell’anno. L’infortunio è stato una doccia fredda ma ora l’ho assimilato e sto lavorando per tornare il più presto possibile. Sapere che sarei tornato in nazionale era bellissimo. Essere lì mi aiuta e doverci rinunciare mi uccide. Mi preparo tutto l’anno per giocare quelle poche partite che abbiamo”

I tifosi della Roma ti hanno accolto benissimo…
“Non è facile lasciare la Juventus e trovare della gente che ti ami fin dal primo giorno in un’altra squadra. Sono due club rivali ma sono rimasto sorpreso. Sono a Roma da tre anni e i tifosi sono incredibili. La passione per il calcio è simile a quella che c’è in Argentina. La gente è molto affezionata a me e cerco di ricambiare questo amore. Anche Oriana vede l’affetto dei tifosi nei miei confronti e può dire che è come in Argentina”.

Sull’offerta dall’Arabia…

“L’ingaggio era noto, ma quando lo vedi scritto sul foglio e, se firmi, è tuo, ti commuove. Lo analizzi, ma poi quando ti siedi e ne parli con tua moglie, cambia molto…

Sugli allenatori…

“Scaloni parla molto con i giocatori e questo dà fiducia, il giocatore si sente a suo agio. Ho parlato molto con Darío Franco quando ho iniziato. Poi ci sono altri che parlano meno. Ranieri ad esempio è più uno psicologo che un allenatore”.

Sul futuro….
“Tengo una porta aperta per il ritorno in Argentina, ma ancora non lo so. Paredes mi fa pressione per andare al Boca. Forse andrò a vedere le prime partite del Mondiale per Club, ma non ho ancora deciso cosa fare durante le vacanze. La verità è che ancora non so cosa farò in futuro. Dipende anche dal lavoro e della famiglia. Con Oriana vogliamo avere dei figli e spero che possano crescere in Argentina. La Liga spagnola? È un campionato che si lega con le mie caratteristiche”.

Su Soulé….
“Sta facendo bene. Non è facile adattarsi a un club come questo, ma ha tanta qualità. Il derby di Roma è stato incredibile. Nel riscaldamento gli avevo detto di aprire un po’ il piede quando calciava. Il merito del gol è il suo ma io gli avevo dato questo consiglio. Stava per farne anche un altro ma l’ha sbagliato”.

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Totti: “Speravo restasse Ranieri. Corsa Champions? Non diciamo niente…”

Ospite sul Canale Nove, della trasmissione ‘Che tempo che fa‘, Francesco Totti ha parlato così del suo passato in giallorosso ma anche del presente della Roma in merito soprattutto a Claudio Ranieri: ““Io che cammino tranquillo a Roma? E’ impossibile ancora, speravo che una volta smesso… invece niente. Se è finita con la carriera? Sì assolutamente, ora giro il mondo. Aiutare a casa la mia compagna? Sì, io faccio la spesa e metto a posto la roba quando torno a casa. Comunque o giro il mondo o faccio la spesa, eh. Io sono una persona normale come tutte le altre”.

Ha continuato: “Quando vado in Cina è peggio. Quel paese è stressante perché sono tanti e sono ovunque, anche quando apri la porta del bagno. In qualsiasi momento del giorno ti sono addosso. Però sono piacevoli, sono i numeri uno”.

Quindi i momenti alla Roma“I gol? Li ho rivisti tante volte. Ho coronato il mio sogno, la cosa più bella, di stare alla Roma per sempre. Mi manca tanto giocare, oggi gioco a calciotto, ho accorciato il campo. La passione non si spegnerà mai”. Così Totti racconta il suo esordio da raccattapalle: “Mi sono fatto i soldi al Flaminio perché quando un giocatore avversario andava a calciare un angolo gli tiravano i gettoni. Io li raccoglievo e una ventina di mila lire me le facevo tranquillamente a ogni partita. Io poi cominciai alla Lodigiani, un giorno il presidente chiamò i miei genitori e gli disse che avevo due opzioni: Roma o Lazio. Mio fratello diede i calci sotto il tavolo a mia madre che ovviamente scelse Roma”.

Sul 17 giugno 2001, la vittoria dello Scudetto: “E’ una data che non posso dimenticare, quella dello scudetto. Andai in giro per Roma con il casco integrale per godermi la festa. Una sudata… Ma a Roma si festeggiò per tanti giorni quella vittoria, anzi a dire la verità ancora si festeggia”.

Sul momento attuale della Roma: “Fino alla fine non parlo per scaramanzia. Ranieri va via? Penso di sì anche se speravo che rimanesse. Avrà le sue ragioni ma ha fatto quello che doveva fare. Io allenatore? Mai, non ce la faccio. Caratterialmente sono troppo istintivo e rosicone, pure permaloso. L’allenatore non deve essere rosicone anche perché sei uno contro trenta e dopo una settimana o mandano via loro o vado via io. E conosco la materia, fidati. Se con me era facile fare l’allenatore? Mica tanto…Con Spalletti mi sono trovato bene, gli ultimi anni sono stati burrascosi. Mi è dispiaciuto solo il modo. Ma alla fine abbiamo fatto pace e sono stato molto contento. I migliori? Boskov, Mazzone e Zeman”.

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Ghisolfi: “Il nostro futuro sarà con Dovbyk”

Florent Ghisolfi ha parlato ai microfoni di DAZN:

Parte della dirigenza dei Friedkin a Roma, c’è un nuovo CFO, si è parlato anche di allenatore?
“No con loro no, niente di nuovo. Il proprietario sta sempre provando a costruire un’organizzazione importante, ma questa sera pensiamo solo alla partita”

Soulè?
“Crediamo in lui, è la regione per cui è rimasto. Sta crescendo, ha lavorato tanto nella prima parte di stagione, ha una buona connessione con il mister, in questa fase sta portando il suo talento e la sua freschezza”

Dovbyk?
“Non abbiamo mai nascosto con il mister che ci aspettiamo di più da lui come dagli altri. Non nascondiamo però che crediamo in lui, siamo contenti del suo lavoro e del suo impegno. Parliamo spesso di stabilità, le parole sono buone, ma i fatti sono meglio. Siamo al suo fianco e vogliamo costruire il futuro con lui”

Che Europa meritano i nostri tifosi?
“Meritano tutto, meritano il meglio. Stasera sarà un’altra serata di prova per entrare in connessione con loro e l’Olimpico”.

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Konè: “Obiettivo Champions. Ghisolfi molto importante per me”

Manu Konè ha parlato ai microfoni di Sky Sport. Ecco le parole del francese:

Manu, cosa rappresenta per voi la sfida tra Roma e Fiorentina?
“Sarà una partita molto importante, decisiva, contro una squadra forte che ha già dimostrato tanto. Anche noi siamo in un buon momento di forma, giocheremo in casa davanti ai nostri tifosi e faremo del nostro meglio per cercare di vincere e di allungare questa striscia di risultati positivi. Quello che conta sono i tre punti per proseguire nella risalita della classifica”.

La vittoria contro l’Inter cosa vi ha insegnato?
“Quella contro l’Inter è stata una vittoria molto importante. Ha mostrato ancora una volta il nostro spirito di squadra, sia dei titolari sia di chi è partito dalla panchina. Ovviamente non è mai facile giocare contro una squadra del livello dell’Inter. Ci ha confermato che siamo in grado di ottenere grandi risultati anche fuori casa: contro Atalanta e Torino vogliamo confermarci anche in trasferta”.

All’andata finì 5-1 per la Fiorentina, cosa ricordi di quel match?
“Fu una partita complicata. Attraversavamo un momento di evidente difficoltà. Rispetto ad allora abbiamo rialzato la testa, siamo stati capaci di reagire. Domenica sarà una partita diversa: saremo in casa, davanti ai nostri tifosi. Oggi siamo in fiducia. Ci giocheremo una bella fetta di futuro, ma sono sicuro che il futuro ci riserva delle belle sorprese”.

Claudio Ranieri cosa rappresenta per te? Cosa ti ha dato?
“Mister Ranieri è un grande allenatore, ha moltissima esperienza internazionale e ha fatto bene dovunque. Mi incoraggia tanto in ogni allenamento, mi suggerisce come posizionarmi in campo e come migliorarmi nella parte tattica. Il fatto che possiamo parlare in francese è un grande aiuto, abbiamo una comunicazione diretta e riesce a esortarmi nel modo giusto. Tutti abbiamo avuto bisogno di lui nel corso della stagione, io in particolare”.

Parlando di tattica, a Milano sei stato impiegato davanti alla difesa. Ti piace questo ruolo?
“Non sono molto abituato a giocare in quella posizione ma penso che un centrocampista moderno debba sapersi disimpegnare in tutti i ruoli. Ho attitudini sia difensive sia offensive, credo di poter dare una mano alla squadra anche giocando davanti alla difesa. In ogni caso il mio compito è fare ciò che mi chiede l’allenatore, cercando di svolgerlo al meglio. Proprio contro l’Italia con la maglia della Francia avevo giocato la prima volta in quella posizione, penso di essere grado di poterlo fare”.

Chi è stato il tuo modello di riferimento calcistico crescendo?
“Due giocatori in particolare. Il primo è Paul Pogba, per la grande carriera che ha avuto alla Juventus e per il suo impatto sulla Serie A. Quando è arrivato in Italia era più giovane di me eppure ha saputo essere decisivo fin da subito, anche per la nazionale. E poi Yaya Touré, fortissimo e vincente. Sono stati due campioni incredibili, non intendo paragonarmi a loro, forse da un punto di vista fisico e tecnico mi posso avvicinare al loro stile ma sempre con le mie caratteristiche”.

Qui alla Roma c’è un dirigente che parla francese come te, Florent Ghisolfi. Che rapporto avete?
“È una persona molto importante per me. È stato lui a volermi qui alla Roma, a dimostrarmi quanto il club volesse puntare su di me. Parliamo quotidianamente, anche prima e dopo le partite. Mi incoraggia tanto, perché mi conosce e sa che posso migliorare. Parlare la stessa lingua ci ha aiutati a costruire un bel rapporto, sono contento di poter lavorare con lui qui alla Roma”.

Manu, che obiettivo hai come calciatore qui a Roma? Magari raggiungere la Champions League già in questa stagione?
“La Champions è un obiettivo concreto. Sappiamo che la proprietà Friedkin è molto ambiziosa e vuole arrivarci. Da quando sono qui la Roma ha dimostrato di essere un club da Champions League. Sarebbe l’epilogo di una bella storia e di una bella stagione. Mancano solo quattro partite per riuscirci, se non dovessimo farcela a completare la nostra rimonta la qualificazione all’Europa League rimane l’obiettivo minimo. Ma siamo convinti di avere la qualità per arrivare nelle prime quattro”.

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Ranieri: “Nuovo tecnico? L’annuncio lo farà Friedkin, io lo aiuterò in tutto. Credo ancora in Dovbyk. Lotta Champions? La pressione ce l’hanno gli altri…”

Claudio Ranieri ha parlato così in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Fiorentina:

Konè nel ruolo di play è un punto di crescita? Come sta la squadra?
“Tutti bene, tranne Dybala. Abbiamo recuperato Saud e Nelsson. Manu è un giocatore universale, può ricoprire più ruoli, lo ha fatto davanti alla difesa molto bene in Nazionale. E’ molto intelligente, sa adattarsi sia da play sia da box to box, dipende dalla partita e dall’avversario che ho davanti come schierarlo”

In questa corsa Champions con 5 squadre in 3 punti qual è l’elemento che può essere decisivo?
“Sicuramente la freschezza della squadra, poi gli episodi che arrivano e chi riesce a sfruttarli. E’ una lunga lotta per entrare in qualcosa di importante, non mi piace promettere ma sono un ambizioso, voglio il massimo da me stesso e chiedo questo ai ragazzi. All’ultimo vedremo cosa avremo fatto, ma bisogna fare il massimo. I punti in classifica li porta la concentrazione, la determinazione. Domenica abbiamo una signora squadra, che nelle ultime 10 ha perso solo ieri e ha tutte le carte in regola per andare in finale. Ha battuto 3-0 la Juventus, ha battuto l’Atalanta. Hanno buonissimi giocatori, hanno grandi qualità, dovremo fare una super partita”

Dovbyk è un giocatore utile alla Roma? E’ un acquisto sbagliato per la Serie A? Ci crede ancora?
“Sì ci credo ancora, ha fatto notevoli progressi, può ancora migliorare tantissimo, non è un acquisto sbagliato se prendi il capocannoniere della Spagna. Poi c’è chi si adatta prima e chi si adatta dopo, sicuramente deve migliorare, penso che il suo primo anno sia positivo”

Dovbyk è un incedibile? 
Non mi piace parlare di queste cose, parlo di quello che possiamo raggiungere quest’anno, sono discorsi che possono distrarre la nostra concentrazione sull’oggi. Quello che avverrà dopo la fine del campionato sono altre considerazioni. Vale per Dovbyk e per tutti”

Ha detto che a fine stagione andrà in pensione, che vorrà fare dei viaggi. L’eventualità di giocare la Champions o un ingaggio stratosferico potrebbe farle cambiare idea?
“No nulla, amo i miei colori, amo la Roma, tutto quello che mi porterebbe egoisticamente a fare un altro anno sarebbe uno sbaglio per la Roma. Verrà un nuovo allenatore e avere il tempo per poter conoscere tutto, io lo aiuterò per conoscere tutto”

Eventuale qualificazione in Champions varrebbe l’impresa di Leicester?
No più di quello non c’è niente, quella è stata un’impresa incredibile. Sarebbe comunque un altro tassello che porterei dentro il mio cuore. Io dico: lottiamo, proviamoci, non dobbiamo avere scusanti o recriminazioni. Mancano quattro partite da giocare col coltello tra i denti”

Paredes?
“Ho scelto altri giocatori, stanno tutti bene, sono tutti disponibili, scelgo quelli che reputo confacenti per vincere. Vale per tutti, per Saelemaekers, Hummels, veramente stanno tutti bene. Quando dico che scelgo il sabato sera è la verità. I miei pensieri sono legati alla squadra avversaria e come metterla in difficoltà”

Un parere sulla Fiorentina? Dovbyk-Shomurodov può essere riproposta?
Sì a prescindere dal modulo avversario, possono giocare insieme, si aiutano a vicenda e aiutano la squadra”

Lotta Champions?
“Ne avete parlato voi. Io dico che dobbiamo lavorare, dare il massimo e non promettere niente. Questo non significa che non siamo ambiziosi o determinati. Lavoro e tanto sudore”.

L’annuncio del nuovo allenatore?
“Quando il presidente lo riterrà opportuno”

Come prepara lei le partite?
“Vedo chi è in forma, vedo come sta l’avversario, cerco di mettere dei granelli di sabbia nell’ingranaggio avversario, per poter vincere la partita”

Contro Juve e Lazio un certo tipo di Roma, contro l’Inter è stata preparata in maniera diversa? In questo senso la partita di Milano vi ha aperto nuovi orizzonti?
Io non ho mai chiesto alla mia squadra pronti via di mettersi dietro. Evidentemente la squadra avversaria è stata inizialmente più forte, magari ci hanno atteso oppure ci sono venuti a prenderci alti. Anche gli altri hanno le proprie strategie, a volte funzionano, a volte si subisce e si prova a modificare. Io posso dire ai ragazzi aspettiamoli a metà tra l’area di rigore loro e la nostra metà campo, perchè magari giocano molto bene col portiere. Ci sono strategie che scegliamo e la forza dell’avversario. A volte ti metti come un pugile, subisci, incassi ma riparti. Dipende”

Senza lo stadio di proprietà si dice che non si possa ambire a vincere, ma poi ci sono tante squadre che vincono senza. Nella sua ottica la Roma può vincere anche senza?
“Si è vinto anche con stadi più piccoli, però se vuoi competere ai massimi livelli serve. Anche per decoro del calcio italiano, dovunque andiamo vediamo stadi migliori dei nostri. Nel mondo tutti stanno riammodernando gli stadi, gli unici che lo fanno lentamente siamo noi, troppa burocrazia, troppa gente dietro, è una vergogna solo italiana. Si controlli e si mandi in galera chi fa gli imbrogli”

Confermare quanto visto contro l’Inter può aggiungere pressioni?
“Noi non abbiamo pressioni, sappiamo da dove veniamo, stavamo sotto bagno, abbiamo tirato fuori la testa e respiriamo, adesso dobbiamo spingere. La pressione ce l’hanno gli altri che stanno lassù dall’inizio”

Shomurodov ottimo nelle ultime gare. Può diventare un punto fondamentale per la prossima stagione?
“E’ già fondamentale per quest’anno, per l’impegno che mette, per quello che ha che ti dà al 100%, questo è il mio modo di pensare il calcio, l’ho sempre apprezzato per questo, è un ragazzo d’oro, poi certo qualcosa sbaglia, non si risparmia mai, pressa tutti, per questo credo che sia apprezzato anche dai tifosi”.

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Fabregas: “Sto benissimo al Como, non c’è nulla al momento”

Cesc Fabregas dopo l’intervista al Corriere dello Sport, è tornato a parlare in conferenza stampa del suo futuro.

Incalzato nuovamente sul tema delle voci che lo vedono accostato alla panchina della Roma ma non solo in vista della prossima stagione, ha dichiarato:

“Nulla di nuovo, non posso dire nulla perché non c’è nulla. Sapete più voi le notizie di me. Non aggiungo nulla, qui sto benissimo, ma non ci sono cose nuove per il mio futuro. Le voci non mi interessano”.

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Nainggolan: “Avevo dei debiti e ho chiesto 100 mila euro ad un boss ma con la droga non c’entro”

Radja Nainggolan ha provato a spiegare le sue ragioni in merito all’arresto e all’inchiesta in cui era finito coinvolto in patria, con sullo sfondo la malavita belga e internazionale.

Il centrocampoista nel corso di un programma televisivo ha spiegato di aver effettivamente conosciuto un boss locale –  Nasr-Eddine Sekkaki, trafficante di droga al centro dell’indagine delle autorità belghe – al quale ha chiesto un prestito di denaro.

Sia agli inquirenti – che agli intervistatori del programma tv belga Bar Goens – l’ex gialloroso ha spiegato di “aver chiesto un prestito di 100 mila euro. Quei soldi mi servivano per ripagare dei debiti di gioco e perché avevo i conti correnti bloccati per la causa di divorzio”. Nainggolan infatti già da alcuni anni è separato dalla moglie Claudia Lai.

«Non erano loro ad aver bisogno di soldi, ero io. La gente crede a quello che legge sul giornale, ovvero che io sia al centro di un caso di spaccio. Ma non esiste alcun legame con la droga». Quei soldi, ricevuti in contanti, Nainggolan, li ha poi restituiti con una serie di bonifici giustificati come “spese per opere di edilizia”. Alla tv belga ha aggiunto: “Ero distrutto in prigione, ma ora sono più felice che mai”. Ha una nuova fidanzata, Spephanie, da cui aspetta un altro figlio.

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Soulè: “Felice del mio rendimento. Dybala è un punto di riferimento”

Matias Soulè ha commentato così la vittoria sull’Inter a San Siro:

Ti mancava la fiducia?
“Sì, per fortuna adesso con tutti che mi danno fiducia sto facendo molto bene e sono contento”.

È vero che Dybala ti ha detto: ‘Hermanito, ora tocca a te’?
“Lui è da sempre un mio idolo, provo a imparare da tutto ciò che mi dice e che mi dicono i più esperti. Io provo ad ascoltare tutto e a replicarlo in campo”

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Ranieri: “Vittoria dedicata ai tifosi. Ritiro? Ho già riconsegnato il tesserino, andrò ai giardinetti…”

Claudio Ranieri ha commentato così la vittoria per 1-0 sull’Inter ai microfoni di DAZN:

Le sue scelte hanno fatto vincere la Roma…
“Questa vittoria la dedichiamo ai mostri tifosi, non sono potuti venire e abbiamo fatto una grande prova con la voglia di vincere. Se poi gli episodi ci condannano pazienza. La prima mezz’ora è stata molto bella, poi giochiamo contro l’Inter. Sono stati bravi e noi siamo stati molto diligenti a chiudere ogni spazio e a vincere”

Mi è piaciuto questo modo con cui ha chiuso l’Inter, così come le mosse di Soulé e Koné…
“L’avevamo fatto anche a Udine, non c’era Soulé ma Rensch ed era andato molto bene. Gli avevo rifatto vedere la partita e gli avevo chiesto di ripeterci, siamo andati molto bene. Io sono veramente contento per i tifosi e per i giocatori, non avevamo mai vinto contro una grande e siamo venuti qui a vincere. Siamo molto contenti, ora arriva la Fiorentina e pensiamo a loro perché sono in un bel momento”.

Ottavo 1-0, il piccolo margine di miglioramento è la freddezza…
“Sì, soprattutto il primo tempo. In quella mezz’ora avevamo fatto molto bene, peccato, ma l’importante è aver conquistato i 3 punti”.

Lei quanto se la sta godendo?
“Io adesso già sto pensando alla Fiorentina onestamente. Me la godrò quando tutto sarà finito”.

Percentuali di ripensamento?
“Ho già consegnato il tesserino a Coverciano”.

Poi le mancherà la panchina?
“Si lo so, poi andrò ai giardinetti”…

Che emozioni ha vissuto in questa settimana così importante?
“Mi sono commosso quando siamo andati a due metri dalla salma di Papa Francesco e anche oggi con il minuto di raccoglimento. Sono momenti intensi per chi ha cercato di fare il meglio per la Chiesa e ha dato un esempio importante, spero verrà seguito perché è troppo importante”.

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Ghisolfi: “Cerchiamo un mix tra identità e distacco. Roma straordinaria ma difficile”

Ospite dell’emittente televisiva francese BFM RMC, Florent Ghisolfi ha fatto il punto della situazione sulla Roma e sugli obiettivi da qui a fine anno:

A Roma hai trovato qualcosa che non avevi capito quando eri a Nizza, quando giocavi a Bastia, nella tua carriera di calciatore e dirigente?
“Sto scoprendo un calcio diverso, perché l’Italia è davvero diversa dalla Francia. Al di là dell’Italia, penso che la Roma, oltre alla città che è semplicemente eccezionale, sia un club diverso. Qui c’è una passione incredibile, sia nel calcio in generale che in tutti i settori, in particolare nei media come voi. La Roma è qualcosa di veramente diverso, una grande passione. È una famiglia per la gente di qui. È davvero eccezionale”.

La passione la conoscevi bene, dato che è proprio a Lens che ti sei rivelato al grande pubblico e che ti ha reso un direttore sportivo ricercato all’estero, immagino sia stato soprattutto grazie al tuo lavoro lì
“A Lens c’è passione, è un club estremamente popolare, lo stadio è pieno e quando abbiamo ottenuto il successo che hai ottenuto lì, hai sentito l’affetto della gente. È difficile spiegare la differenza tra ciò che hai vissuto a Lens e qui in termini di atmosfera. Qui la città è più grande e allo stesso tempo, a volte, sembra un piccolo villaggio. Senza sminuire i club che ho conosciuto, ad esempio il Lens, che è un club magico, ma la Roma è qualcosa di speciale. Penso che bisogna viverlo per crederci davvero e capirlo. È qualcosa di incredibile. È una passione che consuma le persone. Penso che qui in Italia tutti abbiano una squadra del cuore e a Roma è davvero impressionante”.

Eppure è una squadra che non vince 
“Penso che sia anche una causa-effetto, perché c’è una tale passione che rende tutto difficile. Rende difficile lavorare in questo club, rende difficile creare un progetto stabile, poter lavorare a lungo termine. È proprio quello che stiamo cercando di fare in questo momento, in questo momento. Quindi ci vuole molta serenità, calma e solidarietà. Controllare una passione, no. È difficile, sì. Per sua natura, non si può controllare. Penso che sia giusto dimostrare alle persone che siamo qui per costruire qualcosa e per farlo partendo dalle fondamenta. Il nostro lavoro non dà frutti domani. Non si fa in pochi giorni, ma bisogna far capire che stiamo dando il meglio per il club, soprattutto far capire che siamo consapevoli della responsabilità che abbiamo nel lavorare per questo club. E ogni mattina ci alziamo con la responsabilità di rendere felici le persone. Perché quando perdiamo, vediamo che non siamo lontani dal disastro. E questo è un ulteriore punto di forza. È un’esigenza forte, ma un’esigenza che, personalmente, mi piace, perché ti spinge a superare te stesso, a dare il meglio di te”.

Sul lavoro fatto con Ranieri
“Vogliamo fare un giusto mix. Oggi abbiamo davvero una forte identità, dato che Claudio conosce la vita, conosce il club, conosce la città. Porta molta serenità, la consapevolezza del proprio ruolo. Io sono straniero, sono francese, ma nel mio modo di fare, nei miei valori, l’identità è molto importante, il senso di appartenenza. È qualcosa che cerchiamo di mescolare. Abbiamo anche fatto tornare persone che hanno questa identità. Federico Balzaretti, che ha lavorato anche un po’ in Francia, è con noi oggi. Cerchiamo di costruire con persone competenti un mix di identità e anche un mix di distacco, perché senza distacco non si ha la freddezza necessaria per lavorare”.