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Atalanta, difesa impenetrabile: mai così pochi gol subiti con Gasperini

Lunedì alle 20:45, l’Atalanta ospiterà al Gewiss Stadium la Roma di Ranieri reduce da 19 risultati utili consecutivi e altrettante partite in cui è andata in gol. La formazione giallorossa sogna l’accesso alla prossima Champions League, ma per proseguire la scalata in classifica e superare la Juventus, ora a pari punti con una differenza reti migliore (+2), dovrà uscire con dei punti dall’ex Atleti Azzurri d’Italia. Ranieri, però, troverà di fronte a sé un ostacolo difficile da superare.

L’Atalanta di Gasperini, infatti, dal 2016-17, si contraddistingue per le difficoltà che crea agli avversari tramite il ritmo, l’intensità e una filosofia di gioco offensiva che le ha permesso di vincere un Europa League. La formazione bergamasca, anche in questa stagione, ha confermato un attacco da record: 71 gol fatti, solo l’Inter ha fatto meglio (73). Ciò che risalta agli occhi, però, è l’inusuale solidità difensiva. Una qualità che potrebbe mettere in difficoltà la Roma che fatica a segnare più di una rete a partita.

Muro Atalanta: mai subiti 31 gol dopo 35 giornate con Gasperini

L’Atalanta ha incassato appena 31 gol in campionato, facendo registrare la 2° miglior difesa della Serie A. Nel 2025, malgrado un rendimento mediocre, solo in 2 occasioni su 17 ha subito più di una rete: Inter (2) e Napoli (3) le squadre che sono riuscite a mettere in difficoltà i nerazzurri.

Dall’arrivo di Gasperini, la formazione bergamasca, dopo 35 giornate, non ha mai avuto una difesa così impermeabile agli attacchi avversari: il minino storico lo ha fatto registrare nella stagione 2017-18 (36 gs). Nelle altre annate, l’Atalanta ha sempre subito almeno 40 gol: 41 (23-24), 42 (22-23), 44 (21-22), 42 (20-21), 44 (19-20), 43 (18-19), 36 (17-18), 40 (16-17).

La Roma si affida ai risultati ottenuti con Sir Claudio e a un 2025 da record. Basta pensare che i giallorossi (43), nell’anno solare corrente, hanno raccolto 16 punti in più della Dea (27). Numeri che infondono fiducia ai tifosi capitolini che sognano la Champions.

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Freddezza Dovbyk, meglio solo Retegui, Thuram e Lukaku: i numeri

IL PERSONAGGIO (di Nicolas Terriaca) – Artem Dovbyk, dopo il gol contro la Fiorentina, spera di ripetersi in casa dell’Atalanta, come accaduto a marzo con Cagliari e Lecce. Il centravanti ucraino ha segnato 12 reti in questo campionato, le stesse di Lukaku, Lautaro Martinez e Orsolini. La classifica cannonieri vede al comando Retegui (24), prossimo avversario della Roma.

“Cerco di proporre il mio gioco, è ovvio che la squadra deve aiutarmi e io devo aiutare la squadra”. Ha dichiarato l’ex Girona dopo il successo contro la Fiorentina. Molti tifosi giallorossi, malgrado abbia segnato 17 gol in stagione, non lo ritengono incedibile e cambierebbero volentieri centravanti, in vista del prossimo campionato. I dubbi sono legati soprattutto alle prestazioni, spesso anonime, che in alcune occasioni vengono mascherate da gol determinanti che portano punti vitali alla Roma. In un’annata, complessivamente, difficile, però i numeri riassumono le qualità del numero 11 giallorosso.

Esaminando i centravanti che hanno calciato almeno 40 volte, in Serie A, solo Retegui (25,5%), Thuram (21,9%) e Lukaku (21,1%) hanno avuto una percentuale realizzativa migliore di Dovbyk (19,1%). Le statistiche, considerando che l’ucraino è al suo esordio in Italia e che la Roma ha cambiato 3 allenatori con altrettante filosofie diverse di calcio, spingono a credere che l’ex Girona possa regalare molte soddisfazioni ai tifosi capitolini.

Ghisolfi è sicuro: ‘Dovbyk per me è al 50% del suo potenziale. È una cosa fantastica quando sarà all’80-90% potrà essere il miglior attaccante della Serie A per 3-4”. Vedremo il tempo a chi darà ragione.

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Ranking UEFA, la Roma ancora nella top 10

La stagione europea della Roma dopo un quinquennio è stata certamente più magra di soddisfazioni e risultati. Lo straordinario percorso inaugurato con Fonseca e proseguito soprattutto con Mourinho fino all’avvento di De Rossi ha portato i giallorossi a scalare la classifica del Ranking UEFA per club fino al posto più alto di sempre: il 5° con cui i giallorossi hanno iniziato questa stagione.

Decisive sono state le quattro semifinali consecutive, la vittoria della Conference a Tirana e la finale d’Europa League a Budapest. I parziali risultati, in termini di vittorie e di piazzamento finale nell’ultima edizione dell’Europa League, ha fatto decrescere la Roma di quattro posizioni.

Con 104.500 punti i giallorossi sono infatti noni, in coabitazione col Chelsea che farà però uno scatto in avanti grazie alla finale di Conference che sarà conquistata giovedì prossimo.

La Roma attualmente sarebbe sicura del primo o del secondo posto nella prima fascia della prossima Europa League e compete ancora per entrare nelle prima fascia della prossima edizione della Champions, qualora dovesse strappare il pass da quarta in classifica.

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Soulé, il sacrificio che piace a Ranieri: corsa e contrasti per arginare gli avversari

Matias Soulé è l’uomo copertina dell’ultima versione della Roma di Ranieri senza Dybala. I giallorossi, orfani della Joya, quando hanno vinto lo hanno fatto sempre per 1-0, abbinando qualità a sacrificio e solidità in fase difensiva. Nel successo dell’Olimpico contro la Fiorentina, Soulé si è impegnato particolarmente ad aiutare i compagni ad arginare gli attacchi della Viola. Meno fantasia ma più quantità. Il lavoro dell’esterno argentino è testimoniato dai numeri: 1° per chilometri percorsi (11,473), calciatori contrastati (4) e duelli vinti (3). Nonostante tutto, l’ex Frosinone ha servito 3 passaggi chiave propedeutici a un tiro, nessuno ha fatto meglio. Una prestazione più in ombra che non è passata inosservata a Ranieri.

Il tecnico di Testaccio, a fine partita, ci ha tenuto a sottolineare l’impegno del classe 2003, per caratteristiche, predisposto maggiormente ad attaccare e a creare superiorità numerica: “Il ragazzo è disponibilissimo, perché ha sofferto molto la prima parte di stagione, quando non giocava. Adesso io gli ho dato fiducia e lui è quell’uomo in più che non ti aspetti, lì su quella fascia salta l’uomo, mette i palloni dentro, copre bene. Perché vedendolo in casa contro il Napoli, andava sempre a raddoppiare, ad aiutare Celik quando c’era Neres che lo puntava. E vedevo che era difficile saltarlo. Allora mi è venuta quest’idea. Sai, giocando, allenandoti, conosci sempre meglio i tuoi giocatori e il ragazzo sta facendo veramente dei sacrifici enormi. Però è bravo, perché poi quando ti punta sa quello che deve fare”.

Un elogio pubblico per Soulé che rappresenta lo stereotipo del calciatore che la Roma cercherà sul mercato: giovane, di qualità e disposto a sacrificarsi per i colori giallorossi.

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Roma in gol da 19 partite di fila: serie più lunga del campionato

La Roma segna poco ma sempre. I giallorossi, reduci dalla terza vittoria consecutiva per 1-0, hanno il 9° attacco della Serie A con appena 50 reti in 35 partite (1,42). Dal 2004-05, a questo punto del campionato, i capitolini solo in 2 stagioni sono stati meno prolifici: 2022-23 (45 gf), 2014-15 (49 gf). Ranieri ha chiuso la porta della sua squadra con Svilar che è l’ultimo ostacolo insuperabile per gli avversari, per cui, ogni singolo gol spesso vale 3 punti.

La formazione giallorossa nelle ultime 19 gare di Serie A è l’unica ad essere andata sempre a segno: una serie positiva che combacia con i risultati utili consecutivi. La Roma fatica a realizzare di più di un gol ma dal 22 dicembre riesce sempre a trovare la giocata giusta per superare il portiere avversario. Considerando tutte le competizioni, i capitolini vanno a segno da 20 match di fila: l’ultima volta in cui gli uomini di Ranieri hanno sparato a salve risale alla trasferta di Europa League in casa dell’AZ Alkmaar.

Successivamente nessuna squadra ha mantenuto la porta inviolata contro la Roma: Udinese (2), Francoforte (2), Napoli (1), Milan (1), Venezia (1), Porto (1), Parma (1), Porto (3), Monza (4), Como (2), Athletic Bilbao (2), Empoli (1), Athletic Bilbao (1), Cagliari (1), Lecce (1), Juventus (1), Lazio (1), Verona (1), Inter (1) e Fiorentina (1) le vittime. Tra le formazioni della lista sono presenti anche le 2 miglior difese dei top 5 campionati, ovvero, quella di Conte (25) e Valverde (26).

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Celik, da esubero a re dei contrasti con il contratto in scadenza

IL PERSONAGGIO (di Nicolas Terriaca) – L’esperienza a Roma di Zeki Celik ha la forma di una sinusoide che in questo momento punta verso l’alto. Un sali e scendi di prestazioni che, nella scorsa stagione, si erano stabilizzate nell’anonimato. Il terzino turco, in estate, sembrava in procinto di lasciare la Capitale ma alla fine è rimasto e sorprendentemente è diventato un calciatore importante per la scalata Champions della Roma di Ranieri.

La metamorfosi dell’ex Lille è anche nel ruolo che ricopre in campo: da quinto a braccetto di destra in una difesa a 3, il suo raggio d’azione si è abbassato notevolmente. Gianluca Mancini, compagno di reparto, circa 2 mesi fa lo ha elogiato: ”Zeki è un professionista unico e un ragazzo fantastico, gli ho sempre detto che questa è la sua posizione in difesa è applicato, è veloce ed è difficile da saltare uno contro uno, si sta trovando bene”.

Il 29 dicembre, durante Milan-Roma, uno dei primi segnali: a inizio secondo tempo Hummels viene sostituito da Celik. Il preludio del percorso nella capitale del turco. Il classe 97′, calcisticamente, è rinato ed è diventato sempre più centrale nella formazione giallorossa. Ranieri lo ha schierato nella linea a 3 nelle partite più importanti della stagione: Porto, Athletic Bilbao e anche negli ultimi scontri diretti contro Inter e Fiorentina. Celik ha risposto con prestazioni di buon livello senza errori, esclusa la trasferta di San Siro contro il Milan in cui la difesa della Roma sembrava uno scolapasta che faceva acqua da tutte le parti.

Celik, il re dei contrasti della Roma dal futuro in bilico

Foto Farioli

Celik è l’ottavo calciatore più utilizzato da Ranieri: 1625 minuti su 2970 (54,7%). Il difensore turco, dopo due anni da riserva, si sta rendendo protagonista di un’annata ai livelli di Lille. Il classe 97′ ha disputato 2903 minuti nel corso di questa stagione, mai così tanto con la maglia della Roma (1521 nel 2023-24, 2032 nel 2022-23).

L’ultima volta che il turco ha trovato una continuità simile è con la maglia del Lille nel 2021-22: 3380 minuti arricchiti da 3 gol e 4 assist. Quest’anno si è fermato a 4 partecipazioni a una rete (1 gol, 3 assist). Celik, però, abbassando il proprio raggio d’azione ha esaltato un’altra qualità: 1° nella Roma per calciatori contrastati (56) e contrasti vinti (34). Uno dei motivi che ha portato Ranieri a schierarlo da braccetto di destra. Il futuro del difensore turco, però, rimane in dubbio tra il contratto in scadenza nel 2026 e le sirene inglesi che lo avrebbero già persuaso (Fulham).

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Bergamo l’ultimo ‘grande spauracchio’ da abbattere: Ranieri sfida il tabù Dea

Mourinho tre anni fa spezzò una sorta di maleficio, battendo andata e ritorno l’Atalanta di Gasperini, impartendo soprattutto a Bergamo una vera e propria lezione di calcio al dirimpettaio, condita anche da una battuta divenuta celebre: “Sono appena 5 minuti che non battiamo una big”, espressa dopo il match.

5.3.2022 Roma vs Atalanta (Serie A) Sport; Calcio; Nella foto: Abraham gol (Foto Gino Mancini)

Prima e dopo, l’Atalanta negli ultimi anni, corrispondenti ovviamente con l’epoca aurea di Gasperini, ha rappresentato un vero e proprio spauracchio per la Roma. Da Fonseca allo Special One, passando per De Rossi e lo stesso Ranieri, la Dea è stata quasi una tassa e spesso molto dolorosa per i giallorossi.

Fa sorridere pensare che negli ultimi tre anni la Roma sia riuscita a battere due volte addirittura l’Inter, entrambe a San Siro e invece abbia raccolto solo amarezze contro la formazione di Gasp.

Ora Sir Claudio è chiamato a sfatare questo tabù per credere veramente nell’aggancio alla zona Champions.

Nelle ultime 20 sfide contro i bergamaschi, lo score è magrissimo: 10 sconfitte, sole 3 vittorie – di cui due firmate da Abraham e Mou – e 7 pareggi.

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Paredes tra panchina, bonus e futuro in discussione: il punto

FOCUS RS (di Checco Oddo Casano) – Leandro Paredes da monumento, è tornato ad essere quasi subalterno nella rosa giallorossa. Forse il concetto è un po’ forte, ma per Ranieri oggi non è più un insostituibile.

Nelle ultime 4-5 sfide di campionato ne ha giocata una sola, il derby, con quell’ammonizione pesante presa dopo pochissimi minuti che ha sicuramente fatto imbestialire il mister testaccino, poi costretto al cambio forzato ad inizio ripresa.

In assoluto per l’argentino un calo di forma è anche comprensibile. Arrivato alla Roma da un anno e mezzo di parziale inattività, è tornato a giocare con continuità assoluta sia con Mou, sia con De Rossi e quindi con lo stesso Ranieri (unica parentesi quasi fuori rosa con Juric), abbinando alle 79 partite ufficiali con i giallorossi due Copa America consecutive. Insomma non si è praticamente mai fermato ed era ipotizzabile un calo di forma in questo finale di stagione.

Inamovibile prima, oggi panchinaro fisso

Ranieri oggi si sta giocando ‘la vita sportiva’, vuole solo gente con l’argento vivo addosso e come Paredes, anche Saelemaekers ha perso il posto da titolare, una dinamica accaduta anche ad altra gente del calibro di Hummels, Konè e Pellegrini solo per citarne alcuni.

La motivazione quindi del mancato utilizzo dell’ex PSG è principalmente di natura psicofisica. Ma nessuno può escludere che nel rallentamento di Paredes, Ranieri non abbia intravisto qualche nuova distrazione in salsa argentina. Perchè sicuramente a Trigoria non hanno fatto piacere le dichiarazioni che Leo rilasciò qualche settimana fa, durante l’ultimo ritiro della Nazionale, in merito alla questione clausola. Il Boca resta sullo sfondo, così come l’interesse di alcuni club arabi e del Santos di Neymar, ma se non dovesse arrivare un allenatore che lo esclude tatticamente, Paredes ha già chiarito che farà un altro anno alla Roma.

Per quanto riguarda la questione bonus, ufficiosamente è noto che la Roma dovrà versare 2 milioni al PSG all’80° presenza ufficiale dell’argentino che come detto è fermo a 79. I più maligni sostengono che Ranieri e la società abbiano colto la palla al balzo, sfruttando il calo di forma del calciatore per risparmiare una cifra che però, per logica, non può essere così impattante sulle sorti economiche del prossimo bilancio.

Inoltre da Trigoria arriva in queste ore una smentita molto netta: nessuna scelta di Ranieri è dettata da questioni contrattuali (lo dimostra come Sir Claudio ha trattato la questione Dybala) e in più la società ha già versato il 75% dei bonus previsti nell’accordo con i parigini.

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Capolavoro Ranieri, 17 punti in più in un girone: mai accaduto alla Roma dal 1994-95

FOCUS RS (di Nicolas Terriaca) – Un autentico capolavoro firmato Claudio Ranieri. Sir Claudio ha preso la Roma in terapia intensiva con l’esigenza costante di un supporto di ossigeno e, in pochi mesi, l’ha portata a correre in salita. Il tecnico di Testaccio si era espresso così alla vigilia della trasferta di Europa League contro il Tottenham: ”Sappiamo dove abbiamo sbagliato e cosa dobbiamo fare per migliorare. Solo il lavoro ci può ripagare alla fine, è come un malato che sta in terapia intensiva. Bisogna dargli ossigeno, forza, autostima, che è quella che hanno perso i ragazzi”.

Ranieri è riuscito a rigenerare la squadra che ora sembra viaggiare con il pilota automatico. La Roma ha inanellato 19 risultati utili consecutivi (14V, 5P) e, nelle ultime 2 partite, ha allontanato il fantasma degli scontri diretti vincendo contro Inter (0-1) e Fiorentina (1-0). I giallorossi, anche grazie alle prestazioni di Svilar, hanno chiuso la propria porta con il lucchetto: 11 clean sheet in 23 gare di Serie A (47,8%) e appena 15 gol subiti, nel periodo, nessuno ha incassato meno reti nei top 5 campionati. La media è crollata da 1,4 (17 GS in 12 match) a 0,65.

Numeri che hanno permesso alla Roma di raggiungere un record. Dal 1994-95, i giallorossi non avevano mai fatto registrare un differenziale di 17 punti tra il girone di andata (23) e quello di ritorno (40). Al secondo posto di questa speciale classifica c’è sempre Ranieri quando nel 2010 sfiorò lo scudetto. I capitolini, in quella stagione, fecero 32 punti nel girone di andata e 48 in quello di ritorno. Al termine del campionato mancano ancora 3 giornate…

DIFFERENZE MAGGIORI TRA GIRONE DI ANDATA E RITORNO DELLA ROMA NELL’ERA DEI 3 PUNTI

2024-25: girone di andata 23 punti – girone di ritorno 40 punti (+17)

2020-21: girone di andata 37 punti – girone di ritorno 25 punti (-12)

2015-16: girone di andata 34 punti – girone di ritorno 46 punti (+12)

2014-15: girone di andata 41 punti – girone di ritorno 29 punti (-12)

2009-10: girone di andata 32 punti – girone di ritorno 48 punti (+16)

2003-04: girone di andata 42 punti – girone di ritorno 29 punti (-13)

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Dovbyk, un gol e 5 passaggi: pregi e difetti dell’ucraino

IL PERSONAGGIO (di Nicolas Terriaca) – Artem Dovbyk, dopo 4 partite di Serie A in cui ha sparato a salve, è tornato al gol. Il centravanti ucraino, con la sua rete di testa, ha deciso Roma-Fiorentina (1-0) e ha portato 2 punti ai giallorossi. Nel primo tempo, in alcune fasi della gara, quando ha commesso qualche errore con il pallone fra i piedi, l’Olimpico ha mormorato. Al minuto 49, però, l’ex Girona ha fatto esplodere di gioia coloro che esprimevano un certo disappunto: 1-0 e urlo liberatorio verso la Tribuna Tevere.

Cerco di proporre il mio gioco, è ovvio che la squadra deve aiutarmi e io devo aiutare la squadra”, ha dichiarato il classe 97′ a fine partita. La prestazione di Dovbyk contro la Fiorentina ha riassunto i suoi pregi e difetti: gol in una delle poche occasioni avute e appena 5 passaggi completati in 82 minuti. L’attaccante ucraino ha confermato di avere nel proprio DNA la capacità di segnare e tutti i suoi limiti nel dialogare in maniera efficace con i propri compagni.

Il futuro del numero 11 giallorosso non sembra essere in dubbio e a chiarire la posizione del club ci ha pensato il direttore sportivo Ghisolfi: “Con il mister non abbiamo mai nascosto che ci aspettiamo di più da lui e dagli altri, crediamo in lui. Siamo contenti del suo lavoro, bene le parole ma meglio i fatti. Vogliamo costruire il futuro con lui”. Dovbyk con il gol di ieri ha portato alla Roma 17 punti: Genoa (1) Udinese (2), Monza (1), Verona (0), Parma (0), Bologna (1), Genoa (2), Udinese (2), Como (2), Cagliari (2), Lecce (2) e Fiorentina (2) le sue vittime.

Una delle critiche che i tifosi giallorossi rivolgono all’ex Girona è l’incapacità di gestire bene il pallone facendo salire la squadra o dialogando con i compagni. In Serie A, mediamente, il centravanti ucraino ha servito 11,6 passaggi ogni 90 minuti, numeri simili a Lukaku (11,3). Considerando gli attaccanti delle prime 8 in classifica, solo Kean ha fatto peggio (7,3) del numero 11 giallorosso. Retegui (16,4), Lautaro (16,4), Thuram (15,8), Castellanos (14) e Castro (13,8), invece, precedono Dovbyk in questa speciale classifica.