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Wijnaldum sui social: “Felice del primo gol, ma non è bastato” ma l’olandese non è ancora il vero Gini

FOCUS RS (di Francesco Oddo Casano) – Josè Mourinho vuole recuperarlo a tutti i costi e lo schiera sistematicamente. Della serie: ogni minuto in più che fa Gini, è un minuto in meno verso la condizione ottimale. La realtà però racconta di un calciatore che, inevitabilmente, sta mostrando qualche difficoltà in più del previsto nel ritrovare brillantezza atletica e soprattutto inserirsi nei meccanismi della squadra. Nulla di grave, tutto normale. Wijnaldum è rimasto fermo a lungo, troppo a lungo. Dall’estate passata in naftalina a Parigi in attesa di destinazione, senza svolgere una reale preparazione, all’approdo in giallorosso e l’infortunio alla tibia, dal quale ha recuperato clinicamente verso fine dicembre, salvo metterci poi quasi 55 giorni per tornare a giocare. 7 mesi pieni lontano dall’agonismo e dalle tre partite a settimane, pane quotidiano per Wijnaldum nel decennio precedente tra Olanda e Premier League.

Un percorso che ha portato l’olandese ad essere sempre più considerato da Mou, anche a sorpresa, dall’inizio come avvenuto ad esempio contro la Juventus. Ieri Gini ha trovato nel finale la sua prima rete in giallorosso, dopo esser andato alla conclusione in altre tre occasioni. La primissima, dopo pochi minuti, è stata la più ghiotta e lì si è notata ancora la carenza fisica del calciatore, in termini di esplosività. Il suo istinto e il suo pensiero calcistico superiori lo portano ad aggredire la profondità con i tempi perfetti, lo stop di petto orientato sul lancio di Matic è tecnicamente perfetto, poi nel momento in cui carica la conclusione, la gamba destra d’appoggio sembra cedere leggermente, come se mancasse un po’ di potenza.

“Partita dura. Felice di aver segnato il mio primo gol, ma purtroppo non è bastato per fare punti. Grazie a tutti per il grande supporto”. Le parole dell’olandese sui social, dove è sempre più attivo dal suo totale ritorno all’attività agonistica. Mourinho spera di recuperarlo appieno per inserirlo meglio nei meccanismi della squadra. E’ chiaro che le sue caratteristiche più dinamiche, rispetto al duo Matic-Cristante, lo portino ad offendere di più in area di rigore. Ieri dopo El Shaarawy è il calciatore che ha corso di più (11.397 Km) nella Roma, ma è entrato poco nella dinamica del gioco: appena 31 palloni giocati (Matic 68 prima del cambio, in condizioni normali avrebbe sfiorato i 100), con 4 tiri di cui 2 nello specchio della porta (primatista nei giallorosi) ma solo 2 recuperi (la media di Pellegrini in quel ruolo di pendolo tra trequarti e centrocampo centrale, è tra 8-12 recuperi a partita).

Il valore del calciatore è indiscutibile così come lo storico clinico della sua carriera, nel corso della quale a parte la rottura della tibia a Roma, non ha mai avuto problemi. La Roma deciderà a giugno se riscattarlo o trovare una formula agevole col PSG per proseguire insieme l’avventura, con l’augurio di tutti che nel frattempo Gini dia qualche certezza in più sul piano del rendimento.

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