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APPROFONDIMENTI

Una Roma piccola con le grandi: solo 3 vittorie su 23 nell’era Mourinho

Recuperare i sette punti persi con Salernitana (2-2), Verona (2-1) e Genoa (4-1), significa dare qualcosa in più quando di fronte a Mourinho si presenteranno Juve, Lazio, Napoli e Milan e Inter nelle due gare di ritorno.

Da quando lo Special One siede sulla panchina della Roma, però, negli scontri diretti con questi cinque club ha totalizzato solo 3 vittorie: contro l’Inter un anno fa grazie a Smalling, con la Juve il 5 marzo scorso e con la Lazio. Un andamento che ricorda quello di Paulo Fonseca, con la differenza che l’ex tecnico non ha raggiunto due finali europee in due anni.

Il prossimo banco di prova sarà con la Lazio il 12 novembre. Se la Roma perderà anche in quella occasione, allora le possibilità di centrare il quarto posto a fine stagione si assottiglieranno sempre di più. Perché, salvo debacle inaspettate, le prime tre posizioni in classifica sembrano riservate a Inter, Juventus e Milan, mentre per la quarta lotteranno Napoli, Lazio, Roma e Atalanta.

Come scrive il Messaggero, potrebbe rientrarci anche la Fiorentina che attualmente è sesta a due punti dal quarto posto. Tre vittorie su tre scaccerebbero la crisi e darebbero gioia a un ambiente stanco di essere la vittima sacrificale delle squadre di alta classifica.

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Infermeria

Un mistero chiamato Smalling: è rientrato da Londra ma continua a non allenarsi

La difesa va avanti senza Chris Smalling, e chissà per quanto tempo ancora. L’inglese è tornato martedì sera da Londra (dopo essere stato visitato da un ortopedico di fiducia, Andy Williams, lo stesso che ha operato Tammy Abraham) e ieri mattina era a Trigoria, nessuno lo ha visto in campo, perché ancora non è in grado di tornarci. Il dolore persiste e per ora nessuno può farci niente, nemmeno intervenendo con un’operazione, che lo toglierebbe dal campo per ancora più tempo. Ipotesi, questa, mai presa in considerazione fino a questo momento. Come noto, Smalling ha un problema tendineo tra quadricipite femorale e piatto tibiale e questo gli procura un dolore, che non gli consente di allenarsi e quindi di giocare.

Quando torna? Non si sa: per ora gli è stato detto di continuare con il protocollo seguito fino a ora. Mou ha fatto ampiamente sapere che tanto dipenderà da lui e da quanto sarà in grado di sopportare il dolore, che così, da solo, non sparisce definitivamente.

Come scrive il Messaggero, l’assenza prolungata di Chris apre anche uno scenario di mercato: a gennaio, se la situazione continua con questo trend, la Roma dovrà reperire un altro difensore. E non è escluso che lo stesso Smalling possa fare delle riflessioni in questo senso.

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Rassegna stampa

Gli affari di Pinto non hanno avvicinato la Champions League

Fatta eccezione per Lukaku, quali degli arrivi sarebbero stati titolari un anno fa nella Roma? Il malandato Sanches può insidiare Cristante? Kristensen è più forte di Karsdorp? Ndicka meglio di Ibanez? Paredes più efficace di Matic? Aouar più utile di Pellegrini?

E Azmoun supera Belotti? Per ora la risposta la dà la classifica: 8 punti in meno e, col derby alle porte, la Lazio davanti, nonostante abbia ricavi e stipendi più bassi.

Come scrive la Gazzetta dello Sport, le scelte di Tiago Pinto finora sono deludenti e, ricordando le spese per Shomurodov e Vina ancora di proprietà, alcune fallimentari. Certo, in estate ha sì acquistato il solo Paredes (gli altri sono svincolati o in prestito), ma per averli ha alzato gli ingaggi, e senza successo. Eppure i Friedkin hanno dato un mandato chiaro: giocare la prossima Champions.

Solo per questo è stato fatto l’investimento Lukaku che, per un solo anno, viene a costare quasi 20 milioni tutto compreso. Non dubitiamo che Pinto stia a cuore ai vertici, ma a Trigoria si dice che, se Dybala e Lukaku hanno scelto la Roma, è anche per l’appeal che ha l’essere allenati da Mourinho. Meriti e demeriti del portoghese sono senz’altro Special, ma qualora un giorno ascrivesse a sé gli onori di avere la Joya e Big Rom – e a Pinto gli oneri di aver preso tutti gli altri – sarà difficile che i romanisti possano dargli torto.

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Interviste

Totti: “Vorrei tornare alla Roma con Mourinho. Spalletti? Grande legame tra noi”

Francesco Totti ha parlato ai microfoni de il Corriere della Sera. Una lunga intervista nel corso della quale ha riparlato del passato in giallorosso ma anche del suo futuro.

Ecco un estratto delle sue parole che vanno a lambire anche personaggi importanti come Mourinho e Spalletti:

Oggi vedi un numero dieci nel calcio mondiale?

«No, non esiste più. Si è estinto, quel ruolo. E infatti non trovo una squadra che mi entusiasmi. Ma ti ricordi il Real Madrid, il Barcellona, il Liverpool, l’Inter del triplete…».

Quali sono le doti che deve avere?

«Tecnica, ovviamente. Ma soprattutto la velocità di testa. Se tu capisci le cose prima degli altri, se vedi i movimenti dei compagni di squadra, se tocchi la palla una volta meno del necessario, tu hai già fatto il tuo, da numero dieci. Direi che questa è la caratteristica: vedere prima e fare prima. Io ero fortunato perché avevo Perrotta, Delvecchio, Di Francesco che sapevano e capivano come giocavo io e, a loro volta, sapevano dove avrei messo la palla. Lo sapevano prima, anche loro. Se uno ha talento, cioè anticipa il normale, tutta la squadra gira più veloce».

Chi era il più forte che hai incontrato?

«Per me, sentimentalmente, era Giannini. Mi piaceva perché era il capitano della Roma, era il mio type=’text/javascript’ idolo, giocava davanti alla difesa e sapeva guidare tutta la squadra. Volevo diventare come lui, da bambino. Tra quelli con cui ho giocato direi Zidane. Era completo, aveva tutto. Tutti forti, ma ognuno diverso. Prendi me e Del Piero. Uguali e opposti. Lui più veloce nel dribbling, calciava a giro. Io mettevo le palle di prima, senza pensarci, d’istinto. Ognuno aveva la sua dote che lo ha reso, anche nella memoria dei tifosi, unico. Unico perché irripetibile»

Con quali allenatori ti sei trovato meglio?

«Per primo Mazzone, che ricordo con grande affetto. Poi Zeman e il primo Spalletti. Lo devo dire. È la verità».

Spalletti. Ha dimostrato, di nuovo, di essere un grande allenatore. Vuoi dire qualcosa che chiuda la polemica tra voi?

«Se lo incontrassi lo saluterei con affetto, mi farebbe piacere. Credo che tra noi ci sia un profondo legame. Anche perché quello che abbiamo passato insieme, quando arrivò da Udine, è per me, nella mia vita, qualcosa di irripetibile. Sia in campo che nel quotidiano. Io uscivo una o due volte a settimana con lui a cena. Luciano era una persona piacevole, divertente, sincera. Nella fase finale il nostro rapporto è stato condizionato dall’esterno, specie dai dirigenti o consulenti della società, e non ci siamo più capiti. Anche io ho fatto degli errori, ci mancherebbe. Credo che tutti e due, se tornassimo indietro, non entreremmo più in conflitto»

Del calcio cosa ti manca?

«Tutto. Il ritiro, lo spogliatoio, la maglietta, la sala massaggi. Cavolate? No, erano la mia vita. Mi manca il bar e il caffè con i compagni di squadra, il viaggio in pullman da Trigoria allo stadio. Mi manca la routine che ha fatto la mia vita per decenni. Quando è finita le giornate si sono svuotate. Dopo mi sono sentito solo. Ma ci sta. Finiva una cosa che mi piaceva, che era la mia vita. Io però non pensavo che mi facesse così male smettere quella vita programmata, quella passione che nella mia mente avrei potuto continuare a vivere. Non ho accettato il distacco dal calcio».

E il modo in cui la Roma ti ha trattato?

«Io ho passato trent’anni nella Roma. Ho portato rispetto a tutti, rinunciato ad altri ingaggi senza farlo pesare. Ho detto no al Real e altri perché volevo quella maglia, solo quella maglia giallorossa che è stampata dentro di me. Il modo in cui è finita la mia storia con La Roma, sì, mi è dispiaciuto. La verità è che quando nel calcio non servi più non c’è più rispetto. Se Maldini, Del Piero, Baggio, io siamo fuori dal calcio significherà qualcosa, no?»

Mourinho ha detto che ti avrebbe voluto nella Roma. Ti piacerebbe?

«Certo che, con un ruolo definito, mi piacerebbe, per le ragioni che ho detto prima. E mi piacerebbe con Mourinho, è il numero uno, lo stimo molto. Mi dispiace non essere stato allenato da lui, nella mia carriera. Ma non voglio tornarci su. Non voglio chiedere. Alla Roma sanno che se hanno bisogno di me, per cose serie, mi fa piacere dare una mano. Altrimenti, amici come prima»

Cosa è stata per te la maglietta giallorossa?

«Tutto. Passione, amore, paura, divertimento, emozione. Era il mio sogno da bambino. La mia vita è stata fortunata. Devo solo onorarla e ringraziarla. Ci ho messo del mio. Ma non sempre basta».

Se tu incontrassi te stesso bambino, c’è un errore che gli diresti di non fare?

«No, gli errori servono. Ti fanno crescere, ti aiutano a non farli più. Io mi rimprovero lo sputo a Poulsen che, nonostante le immagini televisive, per me non è successo. Non posso immaginare di avere sputato a una persona, è la cosa più assurda e più lontana dal mio modo di intendere il calcio e la vita».

Ti ricordi una gigantesca litigata nello spogliatoio?

«Una volta un litigio tra Panucci e Spalletti. Due tipi che prendono fuoco facilmente. Cominciano a discutere nel campo, poi appena finita la partita tutti a correre per evitare che si menino. Si sono affrontati nello spogliatoio e per separarli si è messo in mezzo Bruno Conti, che è piccolo piccolo. A Bruno, nel trambusto, è andata di traverso una crostatina che stava mangiando. Manca poco muore».

Cosa speri per il tuo futuro?

«Il mio sogno è di realizzare un altro sogno. Prima ne avevo uno, e sono riuscito a trasformarlo in realtà. Vorrei averne un altro, lo sto cercando. Ora vorrei solo vivere la vita con più serenità e tranquillità, dopo tutti i problemi che ci sono stati».

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Rassegna stampa

Marcos Leonardo: da Pinto niente segnali per il brasiliano

Il nome di Marcos Leonardo per gennaio tiene ancora banco nella Roma. Un’estate di tira e molla non è bastata ai giallorossi per assicurarsi le prestazioni del talento brasiliano in forza Santos. Una trattativa complicata ulteriormente da una situazione non felice nel club paulista, ancora in piena lotta retrocessione. L’idea di giocare in Europa non è tramontata nella testa di Marcos Leonardo, che aveva provato a forzare la mano non allenandosi per una settimana, e la sessione di calciomercato invernale potrebbe essere il momento ideale per realizzare il suo sogno.

L’intesa tra Roma e il classe 2003 era stata ribadita al termine dell’estate, quando si era parlato di una possibile chiusura dell’affare a gennaio, con un possibile prestito di 6 mesi. Da quel momento in poi tuttavia il club capitolino non ha fatto passi avanti verso il centravanti, che nel frattempo ha continuato ad attirare l’attenzione di altre squadre a suon di gol, 21 in 42 presenze fino ad ora. Il problema principale rimane legato al costo del cartellino, troppo oneroso per le casse della Roma, limitate dai paletti del Fair Play Finanziario.

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La Roma riabbraccia Dybala. Con Lukaku è la vera coppia gol

Il ritorno della Lu-pa per triplicare un attacco praticamente sterile a San Siro e prepararsi al meglio al derby. La Roma riabbraccia Dybala (anche ieri si è allenato in gruppo) e contro il Lecce schiererà Paulo al fianco di Lukaku per rialzare la testa dopo il ko con l’Inter. Con la coppia in campo Mourinho ha ottenuto 3 vittorie e 1 pareggio in 5 partite con 15 gol fatti (9 con la firma tra reti e assist dei due).

Quando la coppia si scioglie, invece, lo fa anche l’attacco giallorosso: 5 gol in 5 partite. Nessuno a firma di Big Rom e la Joya che, dopo la dichiarazione di nozze a Fontana di Trevi, vuole ora dedicare una vittoria alla sua Oriana e riprendersi l’Argentina dopo le ultime due convocazioni mancate per infortunio.

Come scrive Leggo, dall’altra parte Lukaku vuole dimenticare subito la contestazione di Milano e tornare a segnare come a inizio stagione. Tornerà tra i convocati pure Renato Sanches dopo un mese mentre Spinazzola resterà ancora a riposo sia con Lecce che con lo Slavia con l’obiettivo di recuperare per la Lazio quando dovrebbe tornare pure Pellegrini. Decisamente ancora lontano dalla piena guarigione è Smalling che – dopo il consulto a Londra e il furto in casa a Roma – resterà ancora ai box con la speranza di rientrare dopo la sosta.

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Paulo a Oriana: “Per sempre”. La proposta a Fontana di Trevi

Per sempre. Perché sarà così nei ricordi, nella mente e anche nel futuro. Con Roma che adesso sì resterà davvero scolpita nella vita di Paulo Dybala. «Para siempre», appunto, come hanno sottolineato sia il campione argentino che la sua futura sposa Oriana Sabatini, nei rispettivi post. Gia, perché i due ieri hanno ufficializzato il loro matrimonio. Con la foto di Oriana a letto, appena sveglia, che mostra l’anello che le ha regalato poche ore prima Paulo, il quale nel frattempo le tiene dolcemente la mano. Dopo cinque anni di fidanzamento (la coppia ufficializzò il loro rapporto una volta concluso il Mondiale russo del 2018) è arrivato dunque il momento del grande passo. E Paulo ha voluto farlo in uno dei posti più romantici del mondo, Fontana di Trevi. […]

A documentare la scena ha pensato poi un video-maker d’autore, Leandro Paredes, che ha successivamente postato tutto con una storia su instagram, accompagnando la scena con una frase di un celebre film. «Es hora de descansar soldado, ya diste todo de ti! No todas las batallas se pueden ganar. Es hora de la retirada…”. Tradotto: “È ora di riposare soldato, hai dato il tuo massimo! Non tutte le battaglie si possono vincere, è tempo di ritirarsi”. Come dire, fine dei giochi, da oggi in poi c’è davvero solo spazio per una donna, quella che Paulo ha scelto per sempre. […]

Come scrive la Gazzetta dello Sport, intanto, però, c’è anche un’altra partita da giocare che è poi quella del ritorno in campo. Dybala ha iniziato a lavorare con il gruppo ieri, anche se a ritmo ridotto, controllato, senza forzare mai. Tra oggi e domani dovrebbe aumentare il ritmo e l’intensistà, per vedere anche come tiene il ginocchio sinistro, quello dove ha subito lo stiramento del legamento collaterale a Cagliari. Domenica, contro il Lecce, dovrebbe però essere a disposizione, poi deciderà Mourinho se farlo partire dal via o meno. Lui, nel frattempo, un’altra decisione l’ha presa, quella di sposare Oriana…

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Tifosi

Derby, già venduti 14 mila biglietti nel settore sud giallorosso

Andrà esaurito in poche ore il settore sud dello Stadio Olimpico dedicato ai tifosi giallorossi in vista del derby in programma il prossimo 12 Novembre. Sono già 14 mila i biglietti venduti su una capienza assoluta di 17 mila.

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Smalling a Londra per un consulto, Mourinho è furibondo

Sono giorni complicati per Chris Smalling ancora alle prese con l’infortunio al ginocchio che lo affligge di fatto da inizio stagione. Come sottolinea il Corriere dello Sport, ieri l’inglese si è recato a Londra per un consulto da uno specialista: Andy Williams, ortopedico di fama, che ha operato anche Abraham e che non ha indicato la necessità dell’operazione.

Presente ieri anche un medico della Roma. La situazione però resta delicata perchè per la tendinite si è cronicizzata e quindi ci vorrà ancora del tempo per smaltirla (c’è qualcuno che sussurra che l’infortunio possa essere determinato da qualcosa di più spinoso).

Nel frattempo però Josè Mourinho è particolarmente irritato per la situazione: non solo per il danno tecnico di non avere a disposizione di fatto Smalling da inizio stagione, ma soprattutto perchè vorrebbe da parte del calciatore una reazione diversa all’infortunio. Dopo aver provato un paio di allenamenti blandi la scorsa settimana, Smalling ha nuovamente chiesto di frenare. Da qui lo stato d’animo del tecnico, furibondo col calciatore: Mou vorrebbe uno spirito di sacrificio diverso, come quello di Mancini e Pellegrini per fare degli esempi. C’è da aggiungere che Smalling ha una mentalità particolare: è vegano, non assume antidolorifici e quindi per questo tornerà in campo solo quando non sentirà dolore.

In tal senso pare che non ci siano controindicazioni: dagli esami clinici a cui è stato sottoposto, il ginocchio non rischia di peggiorare se sollecitato. Dipende tutto dunque dalla percezione del calciatore.

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Infermeria

Sanches, una nuova preparazione per ripartire

Renato Sanches ieri è finalmente tornato ad allenarsi in gruppo. Una seduta completa senza mai sentire dolore. Una grande notizia per lo staff giallorosso che si è impegnato a fondo da metà settembre per provare a risolvere i problemi cronici del lusitano.

Essendo un osservato speciale, a Trigoria hanno scelto di vederci chiaro sulle condizioni del portoghese e prendersi tutto il tempo necessario per riportarlo in forma ottimale.

Come riporta il Messaggero, il reparto recupero infortunati , sport science, i preparatori atletici, i medici e Mourinho hanno stilato un programma di riatletizzazione biomeccanica. L’obiettivo era di elaborare un modello personalizzato per l’atleta così da ottimizzare le sue capacità e migliorare le prestazioni. Una sorta di rieducazione che, però, non ha coinciso con l’attività agonistica, ma è stata portata avanti in piena tranquillità per riportare il centrocampista alle capacità fisiche iniziali riducendo al massimo le recidive dovute a sovraccarichi.

Lavoro specifico che è durato un mese e che potrebbe garantirgli un minimo di continuità. Continuerà ad esser gestito e sfruttato con intelligenza nelle gare fondamentali.