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Zaniolo, Cristante, Smalling e Spinazzola: i Friedkin con un bel poker di rinnovi

L’ordine di bloccare i rinnovi contrattuali era arrivato direttamente da Dan Friedkin. Con la stagione ancora in corso, scrive Il Corriere della Sera, con l’Europa da conquistare, la proprietà non voleva distrazioni per alcuni dei calciatori più importanti della rosa. Centrati gli obiettivi, TiagoPinto potrà riprendere tutti i discorsi in sospeso, che non sono pochi. Il tempo trascorso non è stato un alleato nella questione Mkhitaryan, che è ad un passo dall’Inter che gli ha offerto un biennale a 3.5 milioni di euro netti, compresi i bonus.

La Roma è ferma ad un’offerta simile dal punto di vista economico, ma solo per un anno. Nei prossimi giorni, poi, potrebbe esserci un incontro con l’agente di Zaniolo per fare il punto della situazione: ha il contratto in scadenza nel 2024, vuole uno stipendio da top player (tipo Abraham Pellegrini). Se non si arriverà ad un accordo, potrebbe partire l’asta (60 milioni di valutazione) che vede il Milan in vantaggio sulla Juventus e sugli inglesi del Tottenham.

Non ha nessuna fretta, invece, Gianluca Mancini, che aveva già rinnovato in automatico fino al 2026, ha trovato un accordo da tempo per l’adeguamento dello stipendio: guadagnerà circa 3 milioni netti a stagione. Il suo agente Beppe Riso è lo stesso di Bryan Cristante, e nei mesi scorsi si è visto spesso a Trigoria per gettare le basi anche per il rinnovo del centrocampista.

Cristante piace tanto al Milan, dove è cresciuto, e al Siviglia, ma Mourinho lo considera uno dei calciatori più importanti della rosa. Anche lui, come Zaniolo, ha il contratto in scadenza nel 2024: si può considerare un calciatore di fascia medio alta, per cui lo stipendio potrebbe essere simile a quello di Mancini, con cui condivide il ruolo di vice capitano.

Stessa scadenza per Leonardo Spinazzola, che è da poco tornato a disposizione dopo quasi un anno di stop. Guadagna già tanto, 3 milioni, ma prima dell’infortunio era considerato il miglior esterno d’Europa e la Roma non vorrebbe correre il rischio di perderlo o di farsi trovare impreparata: col suo agente si ragionerà sull’ipotesi di allungare fino al 2025.

La straordinaria stagione di Smalling, invece, potrebbe spingere la società a prolungare il suo contratto, che scadrà nel 2023. È una valutazione che a Trigoria stanno facendo da tempo: l’idea è quella di ridurre leggermente l’attuale ingaggio, ma posticipare di un anno la scadenza.

Poche, infine, le possibilità di rinnovo per Veretout, sacrificato assieme a Diawara Darboe: il centrocampista piace in Premier al Newcastle, lui preferirebbe tornare in Francia, al Marsiglia. La Roma lo valuta 10 milioni.

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Zaniolo sospeso fra rinnovo e Milan

Chiusa la stagione, Roma si è lanciata sul mercato. Ai giallorossi la direzione l’ha immediatamente indicata Mourinho: “What next?“. Lo Special One ha chiesto garanzie ai Friedkin e Pinto, vuole che la Roma del futuro prenda al più presto forma.

Come riporta Repubblica, il nodo prioritario sono i rinnovi di contratto, tenuti in stand-by, per volere della proprietà, fino al termine della stagione. Per questo il gm Pinto, dopo l’incontro con l’agente di Cristante, ha in programma di definire la situazione di Mkhitaryan e Zaniolo. Sull’armeno pochi dubbi: ha scelto l’Inter. Tutto aperto invece per Zaniolo.

Il gol decisivo nella finale di Conference League ha stravolto l’umore del ragazzo, protagonista assoluto della festa giallorossa per le vie della Capitale. Anche con quella caduta di stile nei confronti della Lazio e di Zaccagni che ieri a Coverciano è stata pesantemente censurata – con duro rimprovero al giallorosso – da Mancini: il ct della Nazionale non accetterà altri comportamenti fuori dalle righe da parte di Zaniolo, tanto più che si è trattato di una mancanza di rispetto nei confronti di un compagno in azzurro.

Nel rapporto con la Roma, la vittoria della Conference non cambia la trattativa per il suo rinnovo: la progettualità del club non verrà stravolta. Non c’è mai stata la netta volontà di cederlo ma neanche l’intenzione di offrire cifre folli per trattenerlo. Nei prossimi giorni, nell’incontro fissato con l’agente, si inizierà a parlare del prolungamento fino al 2027 con una base di 3,5 milioni all’anno. Basterà? Dipende dalla corte che l’eroe di Tirana riceverà.

Dall’entourage filtra nervosismo per le tempistiche, visto che ci sono stati sondaggi di diversi club. La Juventus sembra aver rallentato il pressing, ma attenzione al Milan, pronto a regalare a Pioli un grande colpo per l’attacco: il favorito per la fascia destra rossonera in questo momento è proprio lui, Zaniolo, ma servono non meno di 40 milioni. Possibili sviluppi, poi, per Solbakken: c’è l’accordo con l’attaccante, vanno limati dettagli e tempistiche con il Bodø.

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Roma, caccia all’ala: Guedes il preferito

Abbiamo il nuovo Ronaldo”. Titolava così il quotidiano O Jogo il 30 settembre del 2015. A meritare l’accostamento al mostro sacro portoghese, un ragazzino di 18 anni, 10 mesi e 4 giorni, capace di segnare il gol decisivo della vittoria del Benfica a Madrid, contro l’Atletico. Trattenete il respiro, perché il nome è così lungo che per pronunciarlo ci vuole la rincorsa: Gonçalo Manuel Ganchinho Guedes.

Immaginate – scrive Il Messaggero, quindi la sorpresa, quando, alla prima occasione, venne chiesto all’enfant-prodige del paragone con CR7: “Sono portoghese, è normale stimare Cristiano. Ma io sono sempre stato tifoso del Benfica e stravedo per Geovanni”. Imbarazzo, stupore, fate voi. È come se a Roma facessero un accostamento con Totti e un ragazzino appena affacciatosi al grande calcio se la cavasse con “Sì, fa piacere ma a me è sempre piaciuto molto Pjanic“. Per carità, un ottimo calciatore ma che non può essere minimamente paragonato a Francesco. Basta questo per capire la personalità di Guedes. Lui benfiquista, non poteva vedersi accostato al fenomeno nato nello Sporting Lisbona.

Benfica punto di partenza anche di Pinto che lo ha messo ormai da un anno e mezzo nel mirino. Ora il connazionale gioca nel Valencia, è assistito da Mendes – che a Trigoria è sempre più di casa – e ha il contratto che scade nel 2023.

È lui il profilo da affiancare a Abraham chiesto da Mourinho, capace di sdoppiarsi in ala o seconda punta a seconda delle esigenze. Giocatore tecnico e di corsa, che ama partire a sinistra per rientrare con il destro. In stagione ha segnato 11 reti in 28 partite nella Liga, più altre 2 in 5 gare nella copa del Rey.

Non ingannino le poche presenze. C’è un motivo contrattuale: se Guedes avesse superato quota 35 da almeno 45 minuti, il Valencia avrebbe dovuto pagare altri 5 milioni al Psg. Spesa che un club può fare se intende tenersi un calciatore. Non se vuole venderlo. Tradotto: se la Roma affonda il colpo, l’affare si fa.

Anche perché Guedes non si opporrebbe di certo: “Se arriverà una proposta che sia buona per me e anche per la società, la valuteremo“, le sue parole non più tardi di un mese fa. La cifra di 40 milioni spesa dal club spagnolo 5 anni fa, a 12 mesi dalla scadenza è scesa nonostante l’ottima stagione del lusitano che ha già fatto sapere di non voler rinnovare. Pinto può giocarsi anche la carta Carles Perez (richiesto dal club iberico a gennaio) per abbassare l’esborso.

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Zalewski aspetta l’aumento

Un’estate calda, che a Trigoria si farà rovente a partire dalla prima settimana di giugno, quando Tiago Pinto rientrerà da qualche giorno di relax trascorso in Portogallo. Oltre al tema Zanolo, scrive Il Tempo, il general manager giallorosso dovrà affrontare almeno un altro paio di questioni contrattuali.

Una è il rinnovo di Bryan Cristante – se ne sta parlando – l’altra invece riguarda Nicola Zalewski, che lo scorso dicembre ha firmato un contratto da professionista fino al 2025. Un accordo che dovrebbe essere rivisto nei prossimi mesi, almeno in termini economici: attualmente infatti il pupillo di Mourinho guadagna meno di 500mila euro a stagione ma, dopo essersi conquistato una maglia da titolare ribaltando le gerarchie dello Special One, una proposta di adeguamento da parte del club appare come un’ipotesi tutt’altro che remota.

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RETESPORT

‘La Coppa è nostra’. Il racconto di Retesport del trionfo di Tirana (VIDEO)

Una serata che rimarrà scolpita nella storia della Roma e nel cuore oltre che nei ricordi di tutti noi. Una vittoria targata Josè Mourinho, che ha riportato un trofeo a Roma dopo 14 anni d’attesa. Ecco il racconto degli istanti finali di partita, l’esplosione di gioia e la premiazione vissuti sulle frequenze di Retesport

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APPROFONDIMENTI

Ode a te Capitano

(di Francesco Oddo Casano) – Pensate quanto orgoglio, quanta gioia, quanta soddisfazione, proverà in queste ore Lorenzo Pellegrini. Quanto sarà leggera e piena di emozionanti fotogrammi la sua mente, dopo il trionfo di Tirana. Ma soprattutto quanto romanismo scorra nelle vene di un capitano, che ha sugellato contro il Feyenoord una stagione da record, entrando definitivamente nel cuore di tutti. Un romano e romanista che, a Tirana – dinanzi a migliaia di romani e romanisti – per primo ha avuto l’enorme privilegio di alzare al cielo una coppa che mancava da una vita.

Correndo sulle ali della fantasia è bello immaginare che quel trofeo di 12 kg sia stato sorretto dalle braccia forti anche degli altri capitani, che hanno rincorso o sfiorato il sogno di regalare alla propria gente, una gioia europea. Ecco, non costa nulla credere che in fondo Ago da lassù, Francesco, Daniele e Giuseppe tra Roma e Tirana, abbiano sollevato con Lorenzo al cielo la Conference League. Perché la tradizione infinita dei capitani romani e romanisti è un vanto senza tempo per questo club, che indubbiamente non ha avuto la fortuna di scrivere innumerevoli pagine di storia calcistica, ma allo stesso tempo sarà per sua natura sempre sorretto da quel sentore di romanismo che per ultimo Pellegrini ha perfettamente incarnato in questi mesi. Una fiamma inesauribile che si alimenta con i comportanti, le qualità, le giocate ma anche il rispetto infinito per una maglia, per un simbolo, per quei due colori.

3.10.2021 Roma vs Empoli (Serie A) Sport; Calcio; Nella foto: Pellegrini esulta sotto la sud (Foto Gino Mancini)

Non è stato di certo un percorso facile per il numero 7 giallorosso: una lunga montagna da scalare, tra sentieri impervi, polemiche, insulti social e totale diffidenza. Il peso dell’eredità lasciata da Totti e De Rossi, i paragoni tecnici con Giannini. Imporre al pubblico la sua presenza con quella fascia probabilmente è stato il più grande cruccio di un ragazzo che ha meritato di vincere questo trofeo per gli enormi sacrifici profusi, partendo da lontanissimo. Mou lo ha caricato di responsabilità ma anche protetto ad inizio stagione: “Ne vorrei tre come lui in campo”. Francesco Totti lo ha incoronato suo successero in tempi non sospetti: “Sarà degno di indossare quella fascia”. Lorenzo non ha mai smesso di credere che ci fosse spazio anche per lui nell’Olimpo dei capitani. La vittoria in terra albanese ne consacra storia, riferimenti, carriera, marchiando a fuoco il suo nome nella leggenda dei capitani. Perchè nonostante qualcuno da oltreoceano abbia cercato di strappare a questa squadra la sua anima più profonda, la fiamma del romanismo ha dimostrato ancora una volta di essere inattaccabile, “perchè noi cresciamo con questo stemma addosso, che ci viene tramandato di generazione in generazione, questo spettacolo di romanità e romanismo che nessuno mai fermerà…” Lorenzo Pellegrini dixit. Ode a te Capitano.

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Interviste

Oliveira, messaggio alla Roma: “Ho onorato questa maglia dal primo giorno, ma un contratto col Porto. Adesso riposo”

«L’importante per la mia carriera è continuare a vincere. Ho un contratto con il Porto e ora vado a riposare e a ricaricare le batterie», ha detto il centrocampista in prestito da gennaio dal Porto alla Roma Sergio Oliveira a margine dell’evento della società Best Models ai microfoni di Abola. «Concludo la stagione con tre titoli, il che ha sempre un forte impatto – le sue parole riportate dal quotidiano portoghese -. Sono molto felice per la doppietta del Porto, per lo staff, i compagni di squadra e gli amici, ma dal momento in cui sono andato alla Roma mi sono dedicato alla causa, anche se ho un sentimento speciale per il Porto e tifo a distanza».

«Ho giocato 46 partite. Nella prima fase non ho giocato con la regolarità che mi piaceva, ma a un certo punto Vitinha è entrato molto bene e ho seguito la mia strada. Sono molto contento della stagione che ha fatto. Inoltre, anche se il Porto è il mio club, volevo provare qualcosa all’estero, mettermi alla prova e sfidare me stesso. Fortunatamente è andata bene», ha concluso il portoghese.

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Calciomercato

Mercato Roma, idea Deulofeu

Nel mercato in entrata della Roma per regalare a Mourinho alcuni rinforzi in vista della prossima stagione, si aggiunge un nome rispetto a quelli già fatti.

Tra i profili seguiti, secondo quanto scrive La Repubblica, c’è anche quello di Gerard Deulofeu. Tiago Pinto avrebbe infatti chiesto informazioni per il calciatore dell’Udinese e con il suo agente sarebbero andati in scena diversi incontri nelle ultime settimane.

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La Roma accelera: sì a Farias, Senesi e Douglas Luiz

La sensazione è che la Roma – destinata senz’altro a rafforzarsi, ma senza perdere di vista le sofferenze del bilancio – non voglia incagliarsi nelle secche della nostalgia paralizzante, ma sfruttare le occasioni possibili per crescere, anche a costo di perdere alcuni degli splendidi protagonisti del trionfo in Conference League, scrive  La Gazzetta dello Sport.

Per intenderci, se la proposta dell’Inter a Mkhitaryan fosse imbattibile o se Zaniolo decidesse di non firmare il rinnovo e preferisse accordarsi con Milan o Juventus, il club giallorosso non ha intenzione di fare aste potenzialmente perniciose, ma cercherà giocatori di valore analogo a costi sostenibili.

E allora comincia il super lavoro per il general manager Tiago Pinto, stretto fra acquisti, cessioni e rinnovi. Sul fronte degli obiettivi, si sta imbastendo il discorso per avere Senesi dal Feyenoord. Il difensore argentino è piaciuto anche nella finale di Conference e per fargli posto nella rosa la Roma sarebbe pronta a rinunciare anche a uno degli attuali centrali. Se Smalling è inamovibile e Mancini ha già virtualmente rinnovato, chi consentirebbe la plusvalenza maggiore sarebbe senza dubbio Ibanez, ma anche Kumbulla sarà da valutare.

Nel ruolo di regista, il sogno si chiamerebbe sempre Douglas Luiz dell’Aston Villa, per il quale la società potrebbe investire anche una trentina di milioni, nonostante il contratto in scadenza nel prossimo anno. Per il reparto avanzato, occhio a una “new entry”. Si tratta di Facundo Farias, 19 anni, un’ala-trequartista che gioca nel Colon ed è già nel giro della nazionale Under 20. Di lui si dice un gran bene, tant’è vero che richiesta al momento si aggira intorno ai 10 milioni.

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Da Zaniolo a Mkhitaryan: fuga dopo la vittoria?

No, non era una bugia. L’affondo dell’Inter per Mkhitaryan, negato dal gm Tiago Pinto alla vigilia dell’ultima gara di campionato contro il Torino, ha lasciato stupito per primo il dirigente portoghese, scrive Il Messaggero. Si è dovuto però ricredere e arrendere davanti all’evidenza. Non invece alla possibilità di perderlo.

In primis perché un tira e molla del genere era accaduto anche lo scorso anno e quando il calciatore sembrava ormai lontano, a sorpresa aveva rinnovato in extremis. E poi perché l’armeno ancora non ha firmato con i nerazzurri (che ieri, tardivamente, hanno comunicato a Trigoria di aver raggiunto un’intesa verbale con il giocatore). È certamente ad un passo, ha detto sì alla proposta biennale da 4 milioni più bonus (e 2 milioni alla firma) messa sul piatto da Marotta ma non firmando si lascia aperta una porta, aspettando il rilancio della Roma.

C’è poi la questione Zaniolo. Mourinho ha chiesto 3-4 innesti per puntare alla Champions, sottintendendo la conferma dei titolari di questa stagione. E Nicolò è uno di questi. Il gol di Tirana gli ha regalato una forza contrattuale non indifferente, complicando non poco il lavoro del gm lusitano (che a metà settimana si concederà qualche giorno di relax in Portogallo).

Due le ipotesi al vaglio. La prima è quella più pericolosa per il club: non prolungare e avvicinarsi alla scadenza, concedendosi un’altra annata per capire se vale la pena fare di Nicolò il front-man tecnico della società oppure in corsa emulare l’operato della Fiorentina con Vlahovic.

La seconda è provare a venirsi incontro. Come? Rinnovando in estate a cifre più basse rispetto ai 6 milioni richiesti (4,5/5, il doppio di quanto percepisce ora grazie ai benefits), ma inserendo una clausola rescissoria sui 50 milioni. Oggi club disposti a spendere questa cifra per Nicolò non ci sono.

Al massimo le proposte che circolano sono di 30-35 milioni più l’inserimento di un calciatore. Lo sanno sia la Roma che l’entourage del ragazzo. Non dimenticando che il 15% della futura rivendita spetta all’Inter.