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Pjanic: “Totti e De Rossi trattati male dalla Roma. Se ogni anno vedi andar via i più bravi alla fine ti stufi”

Miralem Pjanic torna a parlare della Roma, di Totti e De Rossi in un'intervista rilasciata a Vanity Fair. L'ex centrocampista giallorosso si è espresso in modo molto critico sulla gestione americana, sottolineando come alcune scelte siano state incomprensibili non solo per i tifosi, ma anche per chi vive il mondo del calcio come professionista.

SU TOTTI

"No, non me ne capacito. Li ho sentiti e ne abbiamo parlato: sono dispiaciuti e loro stessi faticano a darsi una spiegazione. Totti ha voluto tirarsi fuori da una situazione che non gli stava bene, non s’identificava con le modalità di gestione del club, non era soddisfatto del ruolo ed era convinto di poter dare di più. Ma so che ci sta male".

SU DE ROSSI

"Quello che hanno fatto a De Rossi, poi, è davvero un mistero. Quando vedi partire i più bravi, anno dopo anno, ti fai delle domande. E alla fine ti stufi". 

SU NAINGGOLAN

"Per Radja mi spiace, so che ragazzo e che calciatore è. Ma ogni tanto commette degli sbagli, è troppo diretto e troppo aperto, dovrebbe essere più intelligente e più discreto. Certo ha vissuto tutta la carriera così, e forse riesce a dare il meglio di sé proprio in queste situazioni. Spero possa uscirne presto”.

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PARTITE

Roma-Real Madrid, ai giallorossi la Mabel Green Cup. Fonseca:”Siamo coraggiosi, ora un centrale rapido che sappia impostare”

La Roma batte 7-6 dopo i calci di rigore il Real Madrid e si aggiudica la Mabel Green Cup. Al termine della partita, l'allenatore giallorosso Paulo Foneca ha parlato in zona mista.

Oggi una buona prestazione. A che punto è la sua Roma?
"Sicuramente le cose devono ancora migliorare, però sono molto ottimista e sono molto contento della prestazione della squadra oggi. Abbiamo creato molte occasioni nel primo tempo. Sicuramente la cosa che mi ha convinto di più è stato il coraggio della squadra, il coraggio di essere se stessi anche di fronte al Real Madrid, di proporre il proprio gioco".

Un atteggiamento frustrato dopo i due gol di svantaggio. Poi sulla cresta dell’onda siete riusciti a recuperare e a mettere paura a delle stelle come quelle del Real Madrid.
"Io penso che stiamo creando una squadra che crede in sé, che ha fiducia in sé, che mostra coraggio e molto carattere. Per esempio questa sera nel primo tempo abbiamo creato almeno otto occasioni da gol e il Real la prima volta che è venuto sotto la nostra porta ci ha fatto gol. Nonostante ciò la squadra ha reagito bene, ha mostrato coraggio e questo vuol dire che stiamo lavorando bene sotto quell’aspetto".

Ancora una bella prova di Dzeko, un gol. Spera di trattenerlo?
"Dzeko è così fin dal primo momento in cui sono arrivato. Così l’ho conosciuto e così si dimostra, con grande impegno, con grande dedizione, con grande lavoro. Per il momento fa parte della rosa giallorossa e contiamo su di lui. Se non succede qualcosa di diverso per me è un giocatore della Roma".

Quali devono essere le caratteristiche del difensore centrale che cercate? Deve saper impostare o vuole un marcatore roccioso?
"Sicuramente è un giocatore con delle caratteristiche ben definite. Noi giochiamo con una squadra corta, che cerca sempre il pallone lontano dalla difesa. Deve essere sicuramente un giocatore di esperienza, un giocatore che non sia lento e che sappia giocare accorciando".

Quanto questa Roma è vicina alla sua idea di gioco?
"Sicuramente si comincia a vedere molto, si vede un’intenzione collettiva di questa squadra. Sicuramente c’è qualcosa da cambiare, però quello che vedo nei giocatori è una certa apertura nel voler cambiare e nel poter cambiare".

 

TABELLINO

A.S. Roma (4-2-3-1): Pau Lopez; Florenzi (61′ Spinazzola), Fazio, Jesus, Kolarov; Cristante, Pellegrini (61′ Diawara); Under, Zaniolo (74′ Antonucci), Perotti (66′ Kluivert); Dzeko (75′ Schick).
A disposizione: Fuzato, Mirante, Mancini, Santon, Defrel.
Allenatore: Paulo Fonseca.

Real Madrid C.F. (3-5-2): Courtois; Nacho (46′ Vinicius), Varane, Militao, Carvajal (60′ Odriozola), Casemiro (60′ Bale), Valverde ( 46′ Jovic), Marcelo; Hazard (71′ Isco), Benzema (60′ Kroos).
A disposizione: Navas, Fiudias, Vazquez.
Allenatore: Zinédine Zidane.

Arbitro: Michael Fabbri di Ravenna.
Assistente 1: Alessandro Giallatini di Roma.
Assistente 2: Stefano Del Giovane di Albano Laziale.
IV Uomo: Fabrizio Pasqua di Tivoli.

Marcatori: 16′ Marcelo (RM), 33′ Perotti (R), 36′ Casemiro (RM), 40′ Dzeko (R).
Ammoniti: -.
Espulsi: -.
Note: -.
Recupero: 2′ pt, 3′ st.

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Fonseca: “Icardi è un grande giocatore. Aspetto un difensore centrale e domani schiero Dzeko dal primo minuto”

L'allenatore della Roma Paulo Fonseca ha rilasciato un'intervista a Sky Sport. Ecco un'anticipazione delle sue parole, riportate in un tweet da Angelo Mangiante:

"Domani giocheremo con coraggio contro il Real Madrid. Metterò in campo Dzeko dal 1', conto assolutamente su di lui e aspetto presto dal mercato un difensore centrale. Icardi? È un grande giocatore"

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PARTITE

Roma-Athletic Club 2-2, Fonseca: “Abbiamo concesso poco, ma dobbiamo ancora migliorare”

Finisce 2-2 la partita tra Roma e Athletic Club al Renato Curi di Perugia. Al termine della gara l'allenatore giallorosso Paulo Fonseca ha rilasciato alcune dichiarazioni alla tv di casa. In zona mista invece è stato il turno di Spinazzola.

PAULO FONSECA 

Quali sono gli aspetti più positivi?
"In particolare la disponibilità a iniziare il gioco da dietro, dominare la partita con il possesso. Abbiamo affrontato una squadra eccellente, con un maggiore grado di preparazione e su un terreno di gioco non perfetto e questo non ci ha favorito. Dobbiamo migliorare negli aspetti che dicevo prima".

Il gioco dell’Athletic vi ha messo in difficoltà?
"Avevo già osservato questa squadra, è di qualità. Le squadre spagnole centrano il gioco sul possesso palla, per questo abbiamo avuto merito di tenere palla e concedere poco agli avversari. Il gol nasce da un errore nostro. Abbiamo concesso veramente poco e anzi spesso li abbiamo costretti a restare nella loro zona difensiva".

Ha chiesto lei a Perotti di accentrarsi così tanto?
"E’ una caratteristica della nostra squadra, di giocare con le ali più interne e lasciare spazio sugli esterni ai terzini. Ci sono errori di posizionamento da correggere, a volte Perotti si abbassa troppo. Sono cose da sistemare per la nostra idea di gioco".

La prossima sarà con il Real Madrid…
"La cosa più importante è dimostrare coraggio anche contro il Real Madrid. Ma al di là dell’avversario, dobbiamo cercare di non perdere la nostra identità e restare fedeli alle nostre idee anche contro il Real Madrid".

 

SPINAZZOLA IN ZONA MISTA

Piccolo passo indietro rispetto a Lille?
"Dipende solo dal risultato. Per noi non è un passo indietro. Abbiamo fatto passi in avanti per quanto riguarda il gioco, il fraseggio, il possesso palla. Stiamo mettendo dei punti importanti. Ancora è presto, mancano venti giorni all’inizio del campionato".

A che punto siete della preparazione fisica?
"Ancora c’è molto da lavorare. Queste partite servono per capire meglio cosa vuole il mister, quello che sbagliamo e quello che invece facciamo discretamente".

Come ti trovi a sinistra con Perotti?
"Diego è un grande giocatore quindi mi trovo bene ma anche con Kluivert, come con tutti i giocatori di qualità".

Ti trovi meglio a destra o a sinistra?
"La mia posizione è a sinistra. Se il mister in alcune partite vuole che gioco a destra per me non c’è problema, è solo una questione di ambientamento".

Le tue sensazioni nel calpestare un prato per te molto importante?
"Molte emozioni anche nel rivedere tanta gente di Foligno che tifa Roma, i miei familiari. Anche contro il Perugia è stato bello che la curva ha applaudito me e Mancini, una bella sensazione".

 

TABELLINO

AS ROMA (4-2-3-1): Mirante (dal 46′ Pau Lopez); Florenzi (dal 46′ Kolarov), Mancini, Juan Jesus (dal 46′ Fazio), Spinazzola (dal 73′ Santon); Pellegrini, Diawara (dal 46′ Cristante); Cengiz (dal 46′ Zaniolo), Antonucci, Perotti (dal 67′ Kluivert); Defrel (dal 67′ Dzeko).
A disposizione: Fuzato.
Allenatore: Fonseca.

ATHLETIC BILBAO (4-2-3-1): Unai Simòn; Capa, Yeray Alvarez, Iñigo Martinez, Berchiche; Unai Lopez (dall’86’ Vesga), Dani Garcia; Muniain, Raul Garcia, Cordoba (dal 59′ Unai Nuñez); Iñaki Williams (dall’82’ Kenan Kodro).
A disposizione: Herrerin, Ganea, Sancet, Larrazabal.
Allenatore: Garitano.

Arbitro: Maresca.
Assistenti: De Meo – Bottegoni.
IV Uomo: Piccinini.

Marcatori: 26′ Muniain (Athletic Bilbao); 59′ Kolarov (Roma); 77′ Raul Garcia (Athletic Bilbao); 90′ Pellegrini (Roma).
Ammoniti: 42′ Dani Garcia (Athletic Bilbao); 43′ Unai Lopez (Athletic Bilbao); 49′ Zaniolo (Roma).
Espulsioni: 60′ Yuri Berchiche (Athletic Bilbao).
Note: 3′ di recupero nel primo tempo. 5′ nel secondo tempo.

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RETESPORT

Retesport – Il palinsesto della settimana

Lunedì 5 agosto

10-11 Magni

11-14 Magni-De Angelis

14-15 De Angelis-Zucchelli

15-18 Zucchelli-Prosperi

Martedì 6 agosto 

10-12 Magni

12-14 Magni-Zucchelli

14-16 De Angelis-Zucchelli

16-18 De Angelis

 Mercoledì 7 agosto  

10-11 Magni

11-14 Magni-Zucchelli

14-15 Zucchelli-Tagliaboschi

15-18 Tagliaboschi-Prosperi

18-19 Prosperi

19-23 De Angelis (amichevole Roma-Bilbao ore 20)

 Giovedì 8 agosto

10-14 Magni-De Angelis

14-18 Zucchelli-Prosperi

Venerdì 9 agosto

10-14 Magni-Zucchelli

14-18 Tagliaboschi-Prosperi

Sabato 10 agosto

10-14 Magni- De Angelis

14-18 Prosperi-Tagliaboschi

Domenica 11 agosto 

12-15 Fasan-Maccheroni

15-16 Tagliaboschi-Maccheroni

16-19 Prosperi-Tagliaboschi

19-22 Dallo stadio Olimpico De Angelis-Palombella (Roma-Real Madrid ore 20.00)

22-23 Prosperi post partita e collegamento con lo stadio per i contributi

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Rassegna stampa

La “quota Monchi”: quella zavorra che blocca il mercato

LA REPUBBLICA (M. PINCI) – Dopo i test con Perugia e Lille di una cosa sono convinti tutti, a Trigoria; la priorità assoluta del mercato non è un centravanti, ma un difensore centrale. Il margine per operare però è decisamente stretto, Colpa di una zavorra da 82 milioni di euro che frena, ad oggi, il mercato della società.

E' la "quota Monchi": il costo a bilancio di tutti quei giocatori comprati nelle ultime due estati dall'ex ds giallorosso (tornato ai Siviglia, da dove era arrivato) e che non rientrano nei piani tecnici della società. L'elenco è lunghissimo: Nzonzi, Gonalons, Karsdorp, Schick, Olsen, Pastore, Bianda, Coric e Defrel, anche se in uscita con destinazione Cagliari.

Nove calciatori, una squadra quasi intera, che Paulo Fonseca non vuole, ma che la Roma deve pagare e che a bilancio pesa appunto per 62 milioni all'anno, tra stipendi e costi di ammortamento. Come è noto, l'obiettivo dichiarato per la difesa è Toby Alderweireld, difensore del Tottenham che lo valuta 28 milioni di euro.

La Roma vorrebbe comprarlo ma non può certo investire quella cifra (a cui aggiungere uno stipendio lordo da 6,5 milioni circa, grazie al decreto crescita) senza prima vendere. Lo aspetterà altre 48 ore, poi potrebbe virare su Pezzella della Fiorentina. 

Una cosa è certa: delle esose campagne acquisti sostenute nei due anni con Monchi al timone della direzione sportiva, si è salvato poco: UnderCristante e Kluivert, fortemente voluti, Zaniolo e Santon arrivati quasi per caso nell'ambito della cessione di Nainggolan all'Inter, KolarovMirante, usato sicuro, sette giocatori: stop. Per il resto, tutti esuberi, undici aggiungendo al conto Moreno e Marcano, già smaltiti.

Nota a margine: nessuno dei calciatori acquistati dal dirigente spagnolo ha ancora prodotto una plusvalenza a bilancio con la sua cessione, un dato oggettivo e singolare, visto che era stato preso con quell’obiettivo, per una società che si alimenta con fa dismissione di calciatori.

Ciò nonostante la Roma continua a cercare soluzioni sul mercato, l'ultima idea riguarda il terzino destro: il ds Petrachi ha chiesto al Chelsea il prestito di Davide Zappacosta, fuori dai"programmi dei Blues.

Lo conosce, lo ha portato al Torino dall'Atalanta nel 2013: elemento importante per il dirigente è la conoscenza del profili da acquistare. Non a caso tutti i nuovi arrivi – a eccezione del portiere Pau Lopez – provengono dall’Italia.

 

 

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Rassegna stampa

Roma, il futuro è Dzeko. Leader autentico e professionista unico

IL MESSAGGERO (U. TRANI) –  «È con noi anima e corpo». Se lo dice Fonseca, come è successo mercoledì sera dopo il test, vale la pena crederci. Chi, però, non si fida (o dimentica gli 87 gol e i 38 assist firmati con questi colori), ha a disposizione le amichevoli più recenti, contro il Perugia e il Lille, per rendersi conto che il portoghese non bluffa: Dzeko, con i suoi 191 centimetri, è il totem della Roma. Segna, ma soprattutto suggerisce. Con le parole e con i fatti. Cioè consiglia i movimenti in campo ai compagni e disegna gli assist per i loro gol.

Leader autentico e professionista unico. Eppure rimane in stand by, attaccante precario che, a 33 anni, non conosce ancora il suo futuro. Conte lo vuole a Milano e ha la parola del centravanti dalla scorsa primavera. Ma il campionato è vicino e la situazione non si sblocca.

Tant'è vero che da Trigoria scatta l'ultimatum per l'Inter: se l'operazione non si fa entro il fine settimana, il giocatore sarà tolto dal mercato. Il muso che spesso lo accompagna è la conferma di quanto sia seccato per la piega presa dalla negoziazione.

Questione di euro, non di famiglia. Quei 20 milioni che Petrachi pretende da Marotta che finora sussurra 15 (in partenza 11). Edin vuole andarsene, intenzione ribadita sabato a Fienga. E se poi dovesse restare, il rinnovo non gli interessa.

La moglie Amra, pure evitando di intromettersi in stile Wanda Nara, sta comunque benissimo qui: basta seguirla su Instagram o Twitter. Ogni storia è amore Capitale. Una, la piccola primogenita della coppia, indossa la maglia giallorossa del papà davanti alla tv che trasmette la partita di sabato pomeriggio.

 
SENZA ALTERNATIVA – Il legame resiste anche con la tifoseria che spinge per la conferma del cigno di Sarajevo. Sui social, la gente vota Dzeko. Anche perché la Roma, se prossimamente sarà accontentata dall'Inter, rischia di non avere il sostituto. Petrachi ha il sì della Juve per Higuain, ma non quello di Gonzalo.

Llorente è, invece, l'exit strategy low cost che non fa certo sognare. Solo Icardi ha il gradimento della piazza. Che, però, si tiene stretto Edin, gustandoselo nel precampionato. C'è poca qualità nella rosa giallorossa: rinunciare alla classe del bosniaco sarebbe deleterio dopo gli errori di mercato, in entrata e in uscita, delle ultime stagioni.

 
COINVOLGIMENTO TOTALE –  Fonseca se lo coccola nel dialogo quotidiano. Prova a convincerlo e si augura di riuscirci. Il calcio del portoghese si sposa bene con la personalità di Dzeko. E, a vedere certi colloqui dentro ogni partita, Edin sembra tradurre il pensiero dell'allenatore ai compagni.

In ogni pausa di gioco si vede il bosniaco confrontarsi con Diawara, urlare a Under il movimento da fare e parlottare con Spinazzola. E' il principale riferimento del tecnico e della squadra: regista, finalizzatore e trascinatore. Da non credere: il centravanti con la valigia è al centro della Roma. Più di prima. «Tutti noi speriamo che resti: Edin è fondamentale per la squadra».

Diawara, appena arrivato, già sembra aver capito che aria tira dentro al gruppo. I compagni sono con il bosniaco e lo dimostrano in pubblico. Ma lui, aspettando il nuovo rilancio di Marotta, è da sempre chiaro con Petrachi: niente rinnovo, anche se saltasse il trasferimento in nerazzurro.

Ma già convincerlo a rimanere darebbe forza al percorso del ds. Poi ci sarebbe sempre il lungo inverno per parlare del contratto che scade il 30 giugno dell'anno prossimo.

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Retesport 24

I pensieri di giornata dei conduttori e degli opinionisti di Retesport: 

 

FERRAZZA: “Le parole di Zaniolo suonano come una presa di coscienza”

ZUCCHELLI: “L’intervista di Zaniolo sembra rivolta più a se stesso che agli altri”

CENTO: “Tutti gli obiettivi della Roma di cui si è discusso nei giorni scorsi oggi sembrano più lontani”

PICCHERI: “Dire apertamente che c’è bisogno di un centrale difensivo non è un vantaggio. Fonseca poteva dirlo solo a Petrachi”

MADEDDU: “Le parole di Zaniolo si inquadrano nel processo di normalizzazione. Mi sembra tornato il ragazzo che era all’inizio della stagione scorsa”

PALOMBELLA: “Lo stadio di Tor di Valle comporterebbe dei vantaggi innegabili, anche se non porterebbe la squadra ai livelli della Juventus”

DE ANGELIS: “La Roma ha bisogno dello stadio. Se proprio non si riesce a sbloccare la situazione relativa a Tor di Valle può andar bene anche la soluzione di Fiumicino"

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VIDEO – Lo Zenit lo presenta e sfotte la Roma, che risponde: “Grazie Malcom, ora porta la tua grandezza in Russia”

Malcom è un giocatore dello Zenit San Pietroburgo, che ne approfitta per fare ironia attraverso il proprio account Twitter. Nella clip di presentazione l'ala brasiliana viene ritratta in maglia giallorossa, che secondo il club russo indossò tra il 22 e il 23 luglio scorso, quando a trattativa praticamente conclusa il calciatore sfuggì clamorosamente al ds Monchi, accasandosi al Barcellona. 

Prontissima la risposta della Roma: "Orgogliosi di averti avuto con noi Malcom. Ora vai a portare tutta quella grandezza in Russia"

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Rudi Garcia: “Florenzi capitano? Chi meglio di lui? Ha avuto gli esempi di Totti e De Rossi”

IL ROMANISTA, G. Fasan – La Roma e il Lille si sfideranno domani in amichevole in Francia. «Forse sono la persona che conosce meglio le due squadre», ci dice Rudi Garcia, allenatore della Roma per due stagioni e mezza, dal 2013 al 2016, mentre sta per mettersi in viaggio proprio con destinazione Roma: «La vedrò da lì l'amichevole, se la faranno vedere in tv». La vedrà, allora, il tecnico francese che si è affacciato nel grande calcio proprio nella città al confine con il Belgio e a due passi dalla Manica nel nord della Francia, dove aveva iniziato anche la sua carriera da calciatore, grazie a un'esperienza straordinaria: «Abbiamo fatto la doppietta, vincendo Coppa di Francia e Campionato nella stessa stagione, dopo che la squadra non vinceva nulla da più di cinquant'anni. Sono stati momenti indimenticabili. Ho avuto la possibilità di prendere la squadra e farla a mia immagine e somiglianza. L'abbiamo costruita questa squadra, soprattutto, per me la vittoria è arrivata al terzo anno. Ho un legame con la città di Lille e con i tifosi particolareCome anche con i colori giallorossi ho un legame particolare».

A Roma, invece, c'è stato meno tempo.
«La storia, lo sappiamo, si è fermata dopo due stagioni è mezzo. Ma anche questa è un'avventura che ricorderò per tutta la mia vita. Sono stati anni nei quali ho avuto grandi rapporti con i tifosi e con la mia squadra, abbiamo vissuto grandi momenti di emozione collettiva. Abbiamo raggiunto due volte il secondo posto e la Champions League. Io sono una persona che preferisce sempre ricordarsi i momenti belli piuttosto che quelli brutti».

Qual è stato il momento migliore alla Roma?
«Al di là delle dieci vittorie di fila e degli 85 punti del primo anno, il secondo anno è stato molto più difficile. Raggiungere la Champions vincendo quel derby nelle ultime giornate con il gol di Yanga-Mbiwa e quello di Iturbe è stato qualcosa di eccezionale, quindi è stato un secondo posto ancora più bello, perché avevamo avuto diversi infortuni. È stato il risultato migliore».

Ha citato Iturbe, strappato per tanti soldi alla Juve (con tanto di ira di Conte) e che poi si è perso. Cosa gli è successo?
«Ci sono giocatori che si adattano di più facilmente e altri che si adattano meno a una squadra. Credo che il suo gioco fosse più da contropiedista, noi ci basavamo maggiormente sul possesso palla».

A proposito del primo anno, lei ha mai avuto la sensazione che quella Roma delle dieci vittorie consecutive, stoppate anche da qualche episodio contestato, potesse vincere lo scudetto nonostante la distanza dalla Juventus?
«Ricordo tutto, senza entrare nei dettagli, diciamo che ci siamo imbattuti in una Juve stratosferica, che ha superato i 100 punti, noi abbiamo fatto grandi cose fino a quattro giornate dalla fine. Quando non era più possibile raggiungerli. Abbiamo visto dei giovani di prospettiva in quelle partite, il primo posto era impossibile e il secondo già in tasca. L'unico "rimpiantino" che ho è che nel corso della stagione avremmo potuto fare ancora più punti».

Sente ancora i giocatori di quella Roma?
«Sento alcuni di loro, come De Rossi. Negli ultimi mesi e più di recente ci siamo sentiti per l'in bocca al lupo quando è andato al Boca, spero di andare a trovarlo e vedere una partita sua, così potrò incontrare di nuovo anche un altro mio giocatore, Nicolas Burdisso. Sento ancora Flore e il Capitano. Tengo ancora i rapporti con tanti giocatori che ho allenato, non solo romanisti, mando dei messaggi per le cose importanti, quando nasce un bambino, ad esempio, o per un grande risultato sportivo».

Come ha vissuto l'addio di Totti e De Rossi dalla Roma, è rimasto sorpreso da tempi e modi?
«Loro sono grandi personaggi al di là di essere due grandi calciatori, è sempre triste quando si fermano delle carriere così. Entrambi hanno dato il loro cuore e la loro vita per questa seconda pelle che è la maglia della Roma. Quello che ha fatto Francesco, di rimanere per tutta la carriera in un solo club, è quasi impossibile si possa ripetere. Daniele era più destinato a questo, è stata un'altra storia».

Su Florenzi a Roma sembra esserci sempre qualche perplessità, sul ruolo e sulla personalità. È pronto per essere il capitano della Roma?
«Certamente sì. Ha avuto una buona scuola, dei grandi esempi in casa sua, come Francesco e Daniele. È già stato capitano della Roma, chi meglio di lui per esserlo?».

Lo sa che a Roma si discute ancora del suo ruolo? Deve giocare alto o basso?
«Per un allenatore è una fortuna avere un giocatore come Flore. Credo che sia un uomo di fascia destra, lo puoi far giocare alto, come nel nostro primo anno e fece molto bene, o basso. Può fare anche la mezzala nel centrocampo a tre. Da terzino ha cross, fa avanti e indietro. Ha tutto per far bene ovunque. Qualcuno dice che essere polivalente sia uno svantaggio per un calciatore, perché non ha un posto fisso, ma per me è solo un vantaggio per tutti».

La nuova Roma di Fonseca riparte dopo una stagione deludente, serve un riscatto. C'è qualche similitudine con il suo arrivo nella Capitale?
«Credo che il suo arrivo sia un po' diverso dal mio. Non mi sembra che la Roma abbia perso una finale di Coppa Italia in un derby l'anno prima… Quando sono arrivato l'ambiente era in una depressione generale, era sotto terra. Quando è uscito il calendario, a Trigoria erano tutti preoccupati perché il derby arrivava troppo presto (il 22 settembre, vinto con i gol di Balzaretti e Ljajic nel finale, ndr), ma io dissi subito che non c'era occasione migliore che vincere quella partita alla quarta giornata e togliersi subito quel brutto ricordo. Quindi anche quest'anno la Roma deve sfruttare questo fattore nello stesso modo. E speriamo che funzioni».

A Roma c'è spesso scetticismo quando arriva un tecnico straniero e giovane, come fu con lei e come adesso accade con Fonseca. Come si supera questa fase?
«Io credo che da romanisti dobbiamo sostenere e dare credito e tempo alla squadra. Quando siamo dodici in campo siamo più forti, specialmente all'Olimpico, dove l'avversario trema».

A Perugia la Roma è stata accolta da uno striscione di rimprovero ma anche di sostegno. Un po' come avvenne quando nel 2013 arrivò lei ("Non saper rimediare a una sconfitta è peggiore della sconfitta stessa").
«Chi è romanista deve stare dietro la Roma, non ho mai visto una tifoseria che influisce così tanto soprattutto in casa sui risultati della propria squadra».

Le piace la nuova Roma di giovani motivati?
«Sì, mi piace, per ora. C'è tanta qualità, a chi non piace uno come Zaniolo? C'è Dzeko davanti, Pellegrini. C'è ancora tanto tempo, non ho seguito moltissimo i movimenti, ma per giudicare la competitività della squadra bisogna aspettare. Dipenderà molto da chi ci sarà alla fine del mercato».

Che esperienza è stata la sua a Marsiglia?
«È stata una bella avventura, in una grande piazza. Con una tifoseria molto calda anche lì. Anche se è stato tremendo perdere l'Europa League e ci è mancata la qualificazione per la Champions League. Abbiamo vissuto tutto insieme alla squadra».

Strootman?
«È sempre un giocatore carismatico che mi serviva. Non è andata benissimo a Marsiglia perché abbiamo avuto dei problemi collettivi. In difesa, soprattutto, abbiamo avuto vari infortuni e abbiamo dovuto inserire giocatori giovani, di talento, ma che avevano bisogno di tempo. Kevin è stato come me lo aspettavo, un calciatore di esperienza e di talento. Aveva fatto una semifinale di Champions l'anno prima… Spero faccia ancora grandi cose perché ce le ha nei piedi».

Già, Roma-Barcellona. Ancora se ne parla. Che effetto le ha fatto?
«Exploit straordinario. L'ho vista in diretta, è stata una serata che fa la storia. Spero che la Roma possa viverne altre come quella».

Cosa c'è nel suo futuro?
«Ho avuto contatti con varie squadre: dall'Italia alla Premier, alla Liga, ma non ci sono stati progetti che non era possibile rifiutare. Se non c'è un progetto del genere, preferisco aspettare tranquillo».