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APPROFONDIMENTI

[VIDEO] – Calciomercato Roma, Berge: alla scoperta del giovane talento norvegese

Scheda

Nome: Sander Berge

Nazionalità: Norvegese

Data di nascita: 14 febbraio 1998

Altezza: 1,93 m

Posizione: centrocampista centrale

Piede: destro

Club: Genk

La storia

Sander Berge nasce a Berum a 15 km da Oslo. Cresce nelle giiovanili dell'Asker, squadra che attualmente milita nella seconda divisione norvegese e fa il suo eserdio in prima squadra il 19 ottobre 2013 a soli 15 anni. Nel 2014-2015 colelziona altre 5 presenze el'anno successivo passa al Valerenga, con cui colleziona 36 presenze in campionato, dovendo saltare alcune partite tra ottobre e dicembre per un'operazione al ginocchio. 

Il 2 gennaio 2017  passa al genk in Jupiler Pro League. Gioca 17 partite tra campionato e playoff ed eserdisce in Europa League giocando 6 gare di cui 5 da titolare. 

La stagione successiva (2017-2018) dovrebbe essere quella della consacrazione ma uno strappo muscolare gli impedisce di giocare gran parte del campionato e lo costringe a stare fuori 143 giorni tra fine ottobre e marzo. L'annata si conclude con sole 12 apparizioni.

Nella stagione attuale si impone quasi sempre come titolare sia in campionato che in Europa Legue, totalizzzando 29 presenze condite da 2 reti e 4 assist. Dotato di un gran fisico e di una buona visione di gioco è stato notato da molti club europei, tra cui la Roma e l'Arsenal. Il calciatore ha anche totalizzato 12 presenze con la nazionale maggiore norvegese.

Giorgio De Angelis

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Supercoppa, Micciché: “Scelta del calcio in linea con quella dell’Italia”

Per rispondere alle polemiche suscitate dalla decisione di disputare la Supercoppa Italiana in Arabia Saudita, dove saranno previsti settori per soli uomini, il presidente della Lega Serie A, Gaetano Micciché ha scritto un comunicato in cui spiega i motivi di tale decisione: 

“Cari tifosi ed appassionati del calcio italiano, credo sia doveroso fare il punto sulla decisione della Lega Serie A, e di tutti i Club associati, di disputare la prossima Supercoppa italiana il 16 gennaio a Jeddah. Questo trofeo, fin dal 1993 nella sua prima edizione all’estero, è stato il biglietto da visita per esportare e promuovere il calcio italiano nel mondo.

Abbiamo giocato questa competizione due volte negli Stati Uniti, quattro volte in Cina, così come in Qatar e in Libia. La scelta di portare il calcio in aree che differiscono per cultura e per tipologie di governo non è una decisione solo italiana, ma ha altri esempi internazionali poichè lo sport ha sempre più bisogno di platee globali per crescere.

Il caso Khashoggi, avvenuto lo scorso ottobre, dunque mesi dopo la definizione dell’accordo, ha posto la scelta dell’Arabia Saudita sotto i riflettori e doverosamente la Lega Serie A si è interrogata su cosa fosse giusto fare. Il calcio fa parte del sistema culturale ed economico italiano e non può avere logiche, soprattutto nelle relazioni internazionali, diverse da quelle del Paese a cui appartiene.

L’Arabia Saudita è il maggior partner commerciale italiano nell’area mediorientale grazie a decine di importanti aziende italiane che esportano e operano in loco, con nostri connazionali che lavorano in Arabia e nessuno di tali rapporti è stato interrotto. Il sistema calcio non può assurgere ad autorità sui temi di politica internazionale, né può fare scelte che non rispettino il sistema Paese.

Al contrario, è un fondamentale supporto alla promozione del made in Italy e dei suoi valori.  Il calcio non fa politica, ma ha un ruolo sociale, in questo caso di veicolo di unione e comunanza tra popoli che non ha uguali in nessun altro settore. In poche ore di prevendita la Supercoppa a Jeddah ha registrato il sold out, un evento di una portata internazionale atteso con grande entusiasmo dai tifosi locali. 

Con il benestare di Fifa, Uefa e Confederazione asiatica stiamo andando a disputare una gara di calcio ufficiale in un Paese con proprie leggi sedimentate da anni, dove tradizioni locali impongono vincoli che non possono essere cambiati dal giorno alla notte. Sono ottimista per definizione, e guardo con fiducia al futuro e ai passi già fatti.

La volontà in tal senso degli organizzatori locali ci è parsa subito netta, in Arabia Saudita nelle scorse settimane sono stati organizzati una serie di eventi sportivi per aprirsi gradualmente al mondo. L’Arabia Saudita da molto tempo non concedeva visti turistici: il calcio ha sorpassato anche questi vincoli, e chi vorrà potrà venire dall’estero a vedere il match grazie a un permesso legato al biglietto della partita.

Ogni cambiamento richiede tempo, pazienza e volontà di confronto con mondi distanti. Fino allo scorso anno le donne non potevano assistere ad alcun evento sportivo, da pochi mesi hanno accesso ad ampi settori dello stadio, che hanno iniziato a frequentare con entusiasmo, e noi stiamo lavorando per far sì che nelle prossime edizioni che giocheremo in quel Paese possano accedere in tutti i posti dello stadio.

E voglio precisare che le donne potranno entrare da sole alla partita senza nessun accompagnatore uomo, come scritto erroneamente da chi vuole strumentalizzare il tema: la nostra Supercoppa sarà ricordata dalla storia come la prima competizione ufficiale internazionale a cui le donne saudite potranno assistere dal vivo”. 

Gaetano Miccichè

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Schick si affida al mental coach Jan Mühlfeit per prendersi la Roma

Patrik Schick ha deciso di affidarsi ad un mental coach per risalire la china e mettere "in crisi" Di Francesco per la seconda parte di stagione ogni volta che si dovrà decidere a chi affidare l'attacco giallorosso.

Il talento polacco sa di avere dato poco alla Roma in questi rimi 18 mesi, ma è consapevole di avere le capacità per imporsi. Il suo limite è mentale e così ha deciso di affidarsi ad un esperto del settore, Jan Mühlfeit, molto famoso in Repubblica Ceca e negli Stati Uniti. A testimoniare l'accordo, un post su instagram del mental coach attraverso il proprio account ufficiale. 

Al contempo Schick ha scelto di passare le vacanze a Praga, rinunciando a mete esotiche per allenarsi col suo preparatore pesonale con la chiara intenzione di farsi trovare pronto alla ripresa della stagione.

Dopo essere stato in bilico e in odore di cessione adesso l'attaccante ceco ha capito che dipende solo da lui sapersi guadagnare la fiducia del tecnico e la stima dei tifosi. Sicuramente, con queste ultime mosse, ci sta mettendo del suo. 

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Rassegna stampa

I buoni propositi del 2019 della Roma

IL TEMPO (E.Menghi) – La Roma ora guarda avanti. E lo fa con fiducia, ottimismo e un pizzico di ambizione che non guasta. La prima speranza è proprio quella di aver chiuso col recente passato, fatto di crisi, ritiri punitivi e una panchina traballante, l’anno nuovo deve segnare il punto di rottura. A Trigoria c’è voglia di riscatto e la seconda parte della stagione è il momento giusto per realizzare i buoni propositi che ogni nuovo inizio porta con sé. Il 2019 è ricco, comincia il cammino in Coppa Italia, si scalda la Champions League coni primi scontri diretti e la lotta per l’Europa rende avvincente un campionato in cui la monarchia juventina sta trasformando lo scudetto in una mission impossibile. La Roma corre su tutte e tre le strade, cosa che è riuscita solo ai bianconeri, nonostante i mesi difficili che ha passato e i continui alti e bassi con cui si è complicata la vita, soprattutto in Serie A, senza compromettere però nessun obiettivo. Mantiene la priorità assoluta la qualificazione alla prossima Champions, distante ora 2 punti, tanti quanti ne ha recuperati la squadra di Di Francesco alla rivale diretta, la Lazio quarta in classifica, nelle ultime 5 giornate. Il divario è minimo e c’è un girone intero a disposizione per tentare il sorpasso, i giallorossi non sono i soli a correre questa corsa, ma con tutti i leader al loro posto, in campo, non hanno nulla da invidiare alle concorrenti, anzi.

Prima di riprendere il filo del campionato, però, c’è una piccola deviazione da fare e conduce la Roma in una competizione che un tempo le dava grandi soddisfazioni (9 trofei) e ultimamente solo terribili «mazzate». Dal fatidico derby perso in finale nel 2013 non è più riuscita ad arrivare all’ultimo atto e per due volte negli ultimi 5 anni non ha fatto in tempo ad iniziare che era già ai saluti, vedi l'eliminazione clamorosa con lo Spezia nel dicembre 2015 e quella col Torino nell’edizione scorsa, sempre agli ottavi. Tornare ad onorare la Coppa Italia è uno dei buoni propositi del 2019 e l’impresa dell’Entella col Genoa mette il club di Trigoria di fronte a un avversario di due categorie inferiore, con in più la possibilità di giocarsela all’Olimpico: vietato fare (altre) brutte figure. I liguri verranno a battersi col coltello tra i denti in uno stadio più grande di loro e la Roma dovrà stare molto attenta a non sottovalutare la partita, oltre che all’effetto post-vacanze. Ogni volta che si è fermata, finora per le pause nazionali, non ha saputo vincere al ritorno in campo: pareggio a settembre con il Chievo, sconfitta casalinga ad ottobre con la Spal e ko in trasferta a Udine a novembre. C’è bisogno di invertire questo trend negativo, di dare continuità a quanto di buono visto a fine 2018, perché qualcosa di «vecchio» lo si può sempre mettere nel bagaglio per affrontare l’anno nuovo.

Come quel coraggio sprezzante che ha portato Dzeko e compagni ad un passo da Kiev, quella consapevolezza di forza di cui si sono armati per battere i marziani del Barcellona alimentando un sogno Champions in cui nessuno, all'inizio, credeva. Quest’anno il girone era meno proibitivo e, non senza qualche difficoltà, è stato superato, agli ottavi una buona pesca ha messo il Porto sulla strada dei giallorossi: «Un confronto alla pari», secondo il presidente Pinto da Costa, e per Di Francesco la grande occasione di confermarsi a livello internazionale, dopo essere stato il primo allenatore dell’era americana a raggiungere i quarti. Per provare a realizzare tutto ciò, con quello che comporta a livello di energie psico-fisiche essere competitivi su tre fronti, il tecnico romanista ha bisogno di ritrovare il cuore della Roma, che porta il nome di Daniele De Rossi. Il capitano troppo assente nella prima parte di stagione, per colpa del ginocchio malconcio, ha rinunciato alle ferie per tornare a fare le veci dell'allenatore in campo, il prima possibile. In questi giorni si sta allenando solo in palestra, la speranza è di rivederlo in gruppo la prossima settimana. Il programma per il suo futuro prevede operazione e rinnovo di contratto, ammesso che il 2019 gli restituisca, finalmente, il sorriso.

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Rassegna stampa

Roma, in attesa sull’uscita

IL MESSAGGERO (U.Trani) – Monchi è in Spagna. Il mercato, oggi il via alle trattative, può attendere. Per ora e probabilmente fino a giovedì 31 gennaio, giorno in cui chiuderà questa sessione invernale. I 30 punti conquistati dalla Roma nel girone d'andata sono il raccolto deludente che nessuno, a Trigoria e ovviamente a Boston, si sarebbe mai aspettato. Ma proprio il ds, e lo ha chiarito anche pubblicamente, è convinto che la rosa sia comunque all'altezza della situazione e quindi in grado di essere più competitiva di quanto ha dimostrato nelle 19 partite di campionato. In questo senso i 2 successi di fila contro il Sassuolo e il Parma, da sommare alla promozione agli ottavi di Champions, hanno dato forza alla sua tesi che è condivisa pure dalla proprietà e dagli altri dirigenti. Il recupero di alcuni titolari, indisponibili fino a Natale, basta e avanza per centrare l'obiettivo del 4° posto. Non c'è insomma bisogno di rinforzare il gruppo. Movimenti mirati e minimi, in uscita. Niente o quasi in entrata. A meno che non parta, a sorpresa, il solito big (impossibile da confermare se l'offerta permettesse l'ennesima super plusvalenza), eventualità al momento esclusa dallo spagnolo.

SMALTIMENTO IN CORSO – Lo step di partenza prevede la cessione di alcuni giocatori che non trovano spazio con Di Francesco. Con la formula del prestito, però. In uscita Karsdorp, con il Feyeenord che non è ancora convinto di come Monchi ha intenzione di impostare l'operazione (senza riscatto a favore della società olandese, quindi 4 mesi e ritorno), Bianda e Coric. L'unico giocatore che saluta a titolo definitivo è Marcano. E che, preso in estate a costo zero, frutta anche una plusvalenza. Al suo posto entrerà il 4° centrale difensivo da affiancare a Manolas, Fazio e Jesus. Mancini dell'Atalanta, 22 anni, è il profilo più intrigante. Bisogna capire se la Roma è intenzionata a investire subito 15-20 milioni, magari con il prestito oneroso e il pagamento in più stagioni. La suggestione è Miranda dell'Inter, 34 anni e finito sul mercato: l'ingaggio, però, spaventa. Restano d'attualità Maidana del San Paolo, 22 anni e appena rientrato dal prestito all'Atletico Mineiro, e Nastasic dello Schalke 04, 25 anni e più facile da acquistare (convincendo lui e la società tedesca) a fine stagione. Come Rugani della Juve, 24 anni e azzurro.

SCELTA COMPLICATA – L'unico arrivo sicuro è insomma il centrale difensivo con cui rimpiazzare Marcano. Karsdorp, Bianda, chiamato dal Crotone e tra l'altro sempre rimasto con la Primavera, Coric, cercato dal Cagliari, dal Sassuolo e dal Parma, non verranno invece sostituiti. Monchi nega che la Roma possa accogliere Weigl del Borussia Dortmund, 23 anni e volendo anche play, o De Paul dell'Udinese, 24 anni e da scartare solo perché i trequartisti a Trigoria, da Pastore a Zaniolo passando per il titolare Lorenzo Pellegrini, sono in abbondanza. In corsa rimane Berge del Genk, 20 anni e anche lui regista. Più complicato Dendoncker del Wolverhampton, 23 anni e di proprietà dell'Anderlecht. Ancora in lista Marin dello Standard Liegi, 22 anni e giocatore completo. Ma non si prendere in prestito. La scelta sarà comunque fatta più avanti: se recupera De Rossi, non c'è alcuna urgenza di sistemare il reparto. E con il 4-2-3-1, attuale sistema di gioco utilizzato da Di Francesco, non serve più nemmeno la mezzala. Monchi esclude di poter far partire Pastore in prestito e di conseguenza non spinge, almeno per ora, per il centrocampista.

ALLEANZA IN VISTA – Il ds punta a far cassa prima di entrare in scena. Oltre all'addio di Marcano, possibile la cessione di un attaccante. Non di Perotti che, pur contattato dal Torino, non ha alcuna intenzione di lasciare la Capitale. I milioni possono arrivare, via Genova, dalla cessione di Defrel in Inghilterra. Monchi si prepara a incassare i 13 milioni del riscatto dalla Sampdoria che poi lo piazzerebbe in Premier al Fuhlam, in vantaggio sul Brighton, a quasi 20 milioni. L'operazione in tandem con il club di Ferrero, ancora interessato a Schick che non dovrebbe più andar via, permetterebbe alla Roma di investire per il centrocampista o magari di anticipare l'aqcuisto di Mancini per la difesa.

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Calciomercato

Mercato Roma, probabile ritorno di Karsdorp al Feyenoord

Volge al termine l'avventura di Rick Karsdorp alla Roma. Salvo sorprese, il terzino olandese farà ritorno al Feyenoord, dove Monchi lo prelevò nell'estate del 2017. Restano – secondo quanto riportato da Gazzetta.it – da limare alcuni dettagli in merito alla formula, anche se si tratterà presumibilmente di un prestito. Da capire se con obbligo o diritto di riscatto. 

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APPROFONDIMENTI

[VIDEO] – Calciomercato Roma, Dendoncker: chi è il centrocampista preferito a Nainggolan

Scheda

Nome: Leander Dendoncker

Nazionalità: Belga

Data di nascita: 15 aprile 1995

Altezza: 1,88 m

Posizione: centrocampista centrale

Piede: entrambi

Club: Wolverhampton (in prestito dall'Anderlecht)

La storia

Leander Dendoncker, nasce a Passendale (a poco più di 100km da Bruxelles) il 15 aprile 1995 e svolge tutta la trafila nelle giovanili dell'Anderlecht fino all'esordio in Jupiler pro League, avvenuto il  a 19 anni contro il Kv Oostende.

Era il 1 agosto 2018 e di lì a poco il giovane centrocampista si sarebbe ritagliato anche il suo spazio in Champions League, esordendo per 11 minuti contro il Galatasary. Nel suo primo anno da professionista colleziona 18 presenze nella massima serie (più 8 nei playoff) e gioca 4 partite di Champions League, e 2 in Europa League. 

Nella stagione successiva si ripete sugli stessi livelli, ma è nel biennio 2016/2017-2017/2018 che il centrocampista si afferma come titolare collezionando in totale 125 presenze tra J Pro e playoff, 20 apparizioni in Europa League e 10 in Champions League. 

Nel 2018 viene convocato dal ct del Belgio Martinez per il mondiale francese al posto dell'ex romanista Nainggolan. Nella Coppa del Mondo poi vinta dalla Francia di Mbappé e Griezman colleziona 90 minuti contro l'Inghilterra nella terza partita del girone G.

La scorsa estate passa in prestito ai Wolverhampton Wanderers in Premier League, ma l'ambientamento non è dei migliori e il belga colleziona appena 9 minuti contro il Chelsea e 68 minuti contro il Tottenham.

 

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Mancini: “Zaniolo ha fisico, potenza e tiro. È il futuro”

Il ct azzurro Roberto Mancini ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere dello Sport. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni riguardanti nello specifico la Roma:

Da Quagliarella a Zaniolo…
Lo avevo seguito nell’Under 19, come Tonali. E mi accorsi che aveva delle qualità non comuni per un ragazzo così giovane, che si misurava ancora in Primavera. Rispetto agli altri aveva più fisico e più qualità. Volevo vederlo subito e oggi penso che i fatti mi abbiano dato ragione E’ diventato un titolare della Roma. Zaniolo è il talento del futuro.

Uno scavino davanti alla porta e già è stato paragonato a Totti…
Questo è il bello ed il brutto di Roma, intesa come città. Un giorno è tutto nero, un giorno è tutto bianco. Poi esiste una via di mezzo. Per me lui non è un Totti, ma un interno di sinistra o di destra che può realizzare molti gol. Tanto è vero che Di Francesco lo utilizza per attaccare: Zaniolo ha fisico, potenza e tiro.

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Florenzi: “De Rossi ci manca, con lui giochiamo in 12. Under farà grandi cose, Roma-Barça nella Storia”

Alessandro Florenzi è l'ultimo protagonista della rubrica Slideshow della tv ufficiale giallorossa, ripercorrendo tutti i momenti più importanti del 2018. Queste le sue parole:

Napoli-Roma…
Venivamo da un momento difficile, ma con l’aiuto di tutti abbiamo fatto una grande partita che ci ha rilanciato verso i nostri obiettivi. E’ stata una grande partita, Edin ha fatto due bellissimi gol. Abbiamo fatto una grande vittoria.

Roma-Shakhtar…
Questa è una partita veramente importante per noi. All’andata avevamo perso 2-1 e dovevamo per forza vincere al ritorno. E’ stato un bel gol, passaggio da sinistra per Strootman che la mette di prima, una giocata che provavamo da tempo, Dzeko è scattato sul filo del fuorigioco e poi ha fatto gol, quello che gli viene meglio nel suo mestiere, portandoci a una partita dove la Roma era tanto che non arrivava. Non è semplice e non si giocano sempre a Roma i quarti di finale.

L’esultanza di Manolas dopo il gol al Barcellona…
Questa penso sia la foto della stagione dell’anno scorso. Non tralasciando quello che hanno fatto De Rossi e Dzeko, visto che senza di loro non ci saremmo trovati sul 2-0, ma quello che ha fatto Manolas rimarrà nella storia. E’ stata una partita che difficilmente scorderemo e difficilmente scorderà Roma. Noi ci credevamo perché avevamo visto cosa avevamo fatto lì a Barcellona. Ci aveva detto male in qualche occasione, però sapevamo che potevamo colpirli. Dovevamo fare la partita perfetta e così è successo. Abbiamo fatto una grande partita sotto tutti i punti di vista, trascinati dall’affetto del pubblico. Siamo riusciti a fare qualcosa di straordinario.

L’esultanza con De Rossi dopo il Barça…
Ci stavamo rendendo conto che stavamo facendo qualcosa di straordinario. Daniele come me vorrebbe vincere qualcosa qui, anche se quella non era una vittoria ma era come se lo fosse, per noi e per quello che poteva rappresentare per i tifosi. L’ultima semifinale di Champions era nel 1984 dopo lo scudetto, ti viene da pensare che sei comunque nella storia di questo club e hai fatto qualcosa di incredibile, sono le vittorie che ti lasciano nella storia ma è stata una bella pagina per i romani e romanisti.

La foto dello spogliatoio dopo la vittoria col Barça…
Abbiamo buttato tutto quello che avevamo davanti a noi sprecando anche un po’ troppa acqua (ride, ndr). Sono i festeggiamenti di un gruppo che si vuole veramente bene e che vuole rivivere serate come quella.

Salah e la partita d’andata col Liverpool…
Un giocatore fortissimo che ci ha fatto male quella sera. E’ stata una partita andata male resa meno amara nel finale, per poi nel ritorno avere l’amarezza e dire che se avessimo fatto meno peggio in quella partita forse potevamo ambire a qualcosa di importante. Siamo stati fuori dai binari per tre quarti della partita e loro ci hanno ammazzato dal punto di vista di aggressività e del gioco di squadra. Poi negli ultimi venti minuti siamo riusciti a risalire.

Roma-Liverpool…
Ricordo i momenti prima della partita, prima di arrivare c’è una curva e via dei Gladiatori. Penso che quelle immagini che ho anche sul mio telefonino, ho dei video fatti da me, le porterò sempre con me. Sono tutto l’affetto che Roma ci ha dato e ci ha spinto a fare una grande partita, quella che poi insomma è stata. Abbiamo vinto 4-2, è stata una pagina brutta ma che portiamo con noi, comunque è stata una vittoria bella. Per poco non facevamo il miracolo. Abbiamo avuto tutto l’affetto dei settantamila che erano allo stadio, li abbiamo sentiti. Veramente una bella serata anche se abbiamo perso il grande obiettivo di arrivare in finale di Champions.

Under a Cagliari…
Una partita importante dove Gengo ha fatto il gol vittoria. Una vittoria che ci ha dato grandi punti. Lui per me è un gran giocatore, se continua così farà grandi cose nella sua carriera, gli auguro veramente il meglio. Non è mai facile nulla, soprattutto quando hai tre competizioni da giocare devi sempre stare sul pezzo e concentrato. Era la partita che ci dava la Champions League. Siamo riusciti a vincere con un guizzo di Cengiz.

Roma-Juve…
Volevamo finire l’anno con una vittoria ma così non è successo, abbiamo pareggiato. E’ stata un’annata veramente importante, speriamo di rifarci in questo 2019 e di fare cose veramente buone.

Di Francesco…
Il mister ci ha dato un’impronta ben precisa, l’abbiamo leggermente cambiata quest’anno, ma la sua filosofia di gioco ci ha portato a fare grandi partite sperando di farne altre nei prossimi tempi. C’è qualche accorgimento tattico che ha fatto anche in base alla squadra che c’è quest’anno, secondo me ha fatto una cosa giusta, ha apportato modifiche per far sì che tutti possano essere nel proprio ruolo e riescano a dare il meglio.

De Rossi…
Daniele manca tanto, come capitano, come uomo squadra, ma soprattutto come calciatore. Quando lui gioca e vinciamo gli dico che è sempre facile giocare in dodici, riesce a stare in difesa nel momento giusto e a far ripartire nel momento giusto. E’ il giocatore che tutte le squadre vorrebbero. Speriamo che si riprenda presto e venga a darci una mano, abbiamo veramente bisogno di lui.

La preparazione a Trigoria…
Una preparazione bella, diversa, la prima che facevo dopo i due infortuni. E’ stato bello stare subito all’inizio col gruppo, un bel periodo, faticoso ma bello. Ci piace perché conosciamo già l’ambiente e tutto quello che ci circonda, ci sono strutture all’avanguardia, di prima fascia. Siamo a Roma e quindi se qualcuno della mia famiglia voleva venirmi a trovare poteva farlo, questo avvantaggia la scelta di Trigoria.

Gol Dzeko a Torino nella prima giornata…
Siamo partiti benissimo, all’ultimo c’è stata un’azione di Justin sulla destra con Edin che con un colpo da maestro ha fatto un gran gol. Abbiamo portato a casa i primi tre punti.

Gol di tacco di Pastore…
E’ veramente un giocatore importante, si sta ambientando benissimo e sono sicuro che tra poco tempo vedremo veramente il Flaco che ci aiuterà a fare il salto di qualità.

Gol di Florenzi con l’Atalanta…
Una partita iniziata male che abbiamo riacciuffato con Manolas. Eravamo sotto 1-3 e siamo riusciti a pareggiarla, è stato insomma un bel segnale. Non ci siamo abbattuti dopo l’1-3. Nell’esultanza c’è un po’ di rabbia, un po’ tutto, quando sono in campo cerco di dare il massimo e con il gol riesci a sfogare tutte le emozioni che puoi trovare dentro al campo. Spero di fare altri gol, ma sicuramente non mancherà mai il mio apporto, darò sempre il 100% per questa maglia.

Real Madrid-Roma…
Una sconfitta un po’ troppo larga per quello che abbiamo costruito, abbiamo creato 2-3 palle gol che non abbiamo concretizzato. Loro sono il Real Madrid, ci hanno fatto un 3-0. Una brutta batosta.

Bologna-Roma…
Il punto più basso forse di questa stagione. Un 2-0 dove non siamo praticamente scesi in campo. Dopo sono partiti un po’ di risultati negativi, cerchiamo insomma di non fare più queste figure, non è da noi. Siamo la Roma e dobbiamo dimostrarlo partita dopo partita e cercare di non cadere così in basso.

Il derby…
Questa partita si può dire che è la rinascita di Pellegrini. All’inizio tutti si aspettavano qualcosa di importante da lui ma non era facile, era comunque al “primo anno” nella Roma. Non è mai facile, anche se aveva la fiducia di tutti noi. Questo gol ha cambiato le sue sorti, da questo tacco è rinato il Lorenzo che ha contribuito a tante vittorie della Roma, speriamo che ora l’infortunio sia alle spalle e che torni a fare queste magie per noi. La Lazio è molto affiatata, c’è da dire che è rimasta quella dell’anno scorso, sono un gruppo ben assortito. Ci sono Milan e squadre che possono fare l’exploit come la Sampdoria. Sarà difficile, ma il quarto posto è il nostro obiettivo e dobbiamo averlo per i prossimi sei mesi che saranno molto importanti.

Roma-Plzen…
In Champions abbiamo fatto tanti bei risultati, a parte a Madrid abbiamo fatto sette risultati utili consecutivi in casa. Abbiamo vinto 5-0, ci ha risollevato e poi abbiamo vinto un’altra partita importante col CSKA che siamo riusciti a vincere. Quando senti la musichetta qualcosa dentro ti scatta, è ovvio che ci sono poi circostanze che ti fanno alternare grandi partite e partite mediocri in campionato, però è sempre bello giocare la Champions. Quello che dobbiamo capire è che se vogliamo sentire la musichetta dobbiamo finire al quarto posto e fare prestazioni altrettanto importanti in campionato.

Roma-Spal…
Partita dopo la sosta, nelle partite dopo le soste, perché è successo due volte, non siamo riusciti a fare quello che volevamo. Abbiamo fatto più del 70% di possesso palla e non siamo riusciti a concretizzare e loro hanno espugnato l’Olimpico. Non lo volevamo, dovevamo dare un segnale di risposta che purtroppo non c’è stato.

Napoli-Roma…
A Napoli diciamo che riusciamo quasi sempre a risorgere. Avevamo segnato quasi subito nel primo tempo e l’avevamo portata quasi alla fine difendendoci uniti. Solo al novantesimo sono riusciti a pareggiare questa partita, sennò sarebbero stati tre punti veramente pesanti.

Fiorentina-Roma…
Il gol del pareggio doveva essere il gol vittoria. Ci hanno dato un rigore contro che non c’era e l’hanno detto anche gli arbitri dopo, ma siamo riusciti a non uscire sconfitti da Firenze, che è comunque sempre un campo difficile.

CSKA-Roma…
I gol di Manolas e Pellegrini ci hanno fatto vincere a Mosca e questo successo ci ha dato veramente una grande mano per il passaggio del turno, sapevamo che dovevamo fare dei punti fuori casa contro il CSKA se volevamo passare il turno e così è stato. Siamo riusciti a raggiungere il primo obiettivo che erano gli ottavi di finale di Champions. La storia della Roma dice che non ci siamo arrivati tante volte agli ottavi, ma deve diventare un’abitudine questo passaggio del turno. E magari anche di andare avanti, poi solo il destino lo sa

Totti nella Hall of Fame…
Dall’ultima partita col Genoa a qui l’affetto per lui è sempre stato maggiore e lo sarà per sempre. E’ entrato giustamente nella Hall of Fame, diciamo che è il capitano della Hall of Fame adesso. Con noi ha sempre un rapporto speciale che va al di là del calcio con alcuni di noi. E’ sempre vicino alla squadra, sempre il primo a fare colazione con noi anche se in un tavolo distante. E’ sempre vicino a noi.

Roma-Inter…
Abbiamo fatto un 2-2 andando due volte in svantaggio, non è stata sicuramente una partita semplice ma abbiamo tirato fuori tutto quello che avevamo dentro e penso che questo si sia visto. Abbiamo fatto una buona partita, anche se non siamo riusciti a portare a casa la vittoria, ma ci abbiamo provato fino all’ultimo. A volte ci siamo buttati giù mentalmente, in questa partita non è successo assolutamente. Anzi, per due volte siamo andati in svantaggio e per due volte abbiamo avuto una grande reazione da squadra. Non dovrà accadere di andare in svantaggio, dovremo cercare di non andare in svantaggio, ma le volte che succederà, perché può succedere, dobbiamo avere la reazione avuta con l’Inter.

Torello durante il ritiro punitivo…
Ci è servito per amalgamare ancora di più il gruppo e cercare tra di noi che cos’è che non andava in quel periodo. Spero di averlo trovato, anche se nella prima partita con il Plzen non è avvenuto. Dopo però c’è stata sicuramente una reazione.

Roma-Genoa…
La reazione che tutti volevamo. Una partita giocata con rabbia, una partita non bellissima, ma tutti noi volevamo solamente una cosa, i tre punti. Alla fine ci siamo riusciti, quello che volevamo, in questo momento non avevamo bisogno di gioco o di belle giocate, avevamo bisogno di fare un gol in più dell’avversario e così è successo.

Juve-Roma…
Nell’ultima parte della gara li abbiamo messi nella loro area, ma non siamo riusciti a concretizzare. Meritavamo sicuramente qualcosa di più.

Roma-Sassuolo, ultima gara casalinga del 2018…
Abbiamo vinto meritatamente col Sassuolo. Schick ha fatto una grande partita e con lui anche Zaniolo. Tanti giocatori hanno dato il loro contributo per continuare questo percorso che vogliamo intraprendere verso il quarto posto, che è quello che resta il nostro obiettivo. Nel 2019 dovremo avere più continuità di risultati per avere questo quarto posto e giocare la Champions.

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Calciomercato

Monchi al lavoro per DiFra. Due acquisti nel mirino

In casa Roma, le priorità sono un difensore centrale e un centrocampista, non necessariamente in quest’ordine scrive oggi il Corriere della Sera. Per il centrocampo sono molti i nomi accostati alla Roma nelle ultime ore: da Julian Weigl, mediano classe ’95 del Borussia Dortmund a Diadie Samassekou, maliano del Salisburgo già osservato la scorsa estate che piace moltissimo a Di Francesco.

Leander Dendoncker, centrocampista belga classe ’95 di proprietà dell’Anderlecht, ma ora in prestito al Wolverhampton, può essere una valida alternativa. Per giugno, invece, resta sulla lista di Monchi il messicano Hector Herrera. Piacciono moltissimo due classe 2000: Hamed Traorè, ivoriano dell’Empoli, e Sandro Tonali del Brescia, per entrambi si scatenerà una vera e propria asta.

Uno degli obiettivi per la difesa è Gianluca Mancini, centrale classe ’96 dell’Atalanta, ma c’è da superare la concorrenza di Juventus e Inter. Prima di pensare agli arrivi, però, bisogna sistemare alcuni esuberi. Il primo è Ivan Marcano. In uscita anche Rick Karsdorp, che potrebbe tornare in prestito al Feyenoord; con la stessa formula dovrebbero partire anche Ante Coric e William Bianda, che hanno bisogno di accumulare minuti ed esperienza.