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[VIDEO] – Milan-Roma, Di Francesco: “Strootman? Voleva una nuova esperienza”

Alla vigilia di Milan-Roma, Eusebio Di Francesco è intervenuto in conferenza stampa per presentare il match di San Siro. Ecco le parole dell'allenatore giallorosso:

Come ha trovato la squadra dopo l’Atalanta?
Un po’ rammaricata per come è andata la partita, ma sollevati per aver rimediato. Alla fine abbiamo anche rischiato di vincere, è un punto guadagnato. Da questa partita dobbiamo assolutamente imparare e cercare di migliorare i tanti errori che ci sono stati nel primo tempo.

Come mai questa Roma dai due volti?
E’ un insieme di cose, davanti avevamo una squadra con una brillantezza nettamente sopra alla nostra, sia di testa che di gambe. Non ho visto i miei giocatori brillantissimi. Paradossalmente abbiamo corso quanto loro, ma abbiamo corso peggio, male e con poca qualità di corsa.

Che titolo le piacerebbe ascoltare subito dopo Milan-Roma? 
Una grande prestazione e una grande risposta della Roma. Il titolo più bello sarebbe “Grande risposta”.

Ha già deciso il sistema di gioco? Ci sarà la difesa a quattro?
Voglio fare una premessa generale, sennò parliamo sempre di numeri. Io intendo dire che il sistema di gioco va a farsi friggere quando all’interno di questo i calciatori non mettono le caratteristiche più importanti che un calciatore deve avere per giocare ad alti livelli. Non è avvenuto nel primo tempo col nostro 433. Ogni numero diventa relativo. Non sto qui a svelare come giocheremo domani. E’ fondamentale perdere meno duelli possibile, al di là dei sistemi di gioco.

Nzonzi e Karsdorp hanno i 90 minuti nelle gambe? 
Con molte probabilità saranno titolari, non so se li hanno. Loro due potrebbero essere della partita dall’inizio.

E’ possibile vedere Schick accanto a Dzeko? 
Non ce l’hai mai visto l’anno scorso? Però se ognuno di voi si lega ad un calciatore… Schick è un calciatore forte, con determinate caratteristiche. Può giocare dall’inizio o subentrare. Ha avuto due-tre palle gol importanti l’altro giorno, può determinare anche a partita in corso. Posso cambiare sistema di gioco sì.

I giocatori che hanno fatto il Mondiale hanno un problema di fatica?
Obiettivamente l’Atalanta ha evidenziato quanto dici. Non solo Fazio e Kolarov sono stati poco brillanti, anche Manolas nel primo tempo non sembrava il giocatore che conosciamo. Un po’ di ritardo c’è stato, sono giocatori per noi importanti. Mi preoccuperei se fossero già al massimo, non mi aspettavo una prestazione del genere da parte dell’Atalanta.

Può aver influito la partenza di Strootman sulla testa dei giocatori? 
Io dentro al gruppo non ne ho sentito nemmeno parlare, lui aveva il desiderio di cambiare e di fare una nuova esperienza. Io quando dico che viene prima la Roma intendo che voglio giocatori che hanno il desiderio di indossare la maglia. Quando hai giocatori di grande professionalità li prendo con grande considerazione. Se uno ha il desiderio di cambiare io non trattengo nessuno.

Come mai c’è questa grande delusione nell’approccio della prima gara all’Olimpico? 
Ma c’erano motivazioni, non sono tutti robot. Se noi andiamo a guardare la partita ho sostituito due ragazzi che sono un patrimonio della Roma e della Nazionale. Avrei dovuto cambiare tutta la linea difensiva. Ho fatto delle scelte, togliendo qualcosa a due ragazzi che vanno tutelati. Siamo solo alla seconda giornata, stiamo facendo un processo all’annata. E’ prematuro. Io ho sbagliato a dare quel pugno, non lo dovevo fare e non riaccadrà più. Ero nervoso e arrabbiato perché non siamo riusciti ad esprimere le nostre potenzialità. Io devo trovare soluzioni, mi auguro di trovare quelle giuste.

La tournée ha influito sulla preparazione della Roma? 
Ti può togliere qualcosa, ma noi siamo stati fortunati potendo lavorare anche bene. Forse ci è mancata qualche partita in più. Non è da poco il fatto che loro avevano fatto tante partite, Gasperini ha ruotato tanti giocatori. Sapevo che sarebbe stata una partita dura dal punto di vista fisico, siamo rimasti tutti sorpresi, noi ed io. Pastore ha fatto un gol magnifico, ci doveva dare qualcosa in più, ma paradossalmente dal punto di vista della testa ce l’ha tolto.

Di che cosa sono figli secondo lei i cori contro la società che si sono sentiti sul 3-1? 
Questa domanda la devi fare ai tifosi, non la devi fare a me. Non saranno contenti di alcune situazioni. L’anno scorso la situazione era un pochino peggio, oggi abbiamo 4 punti. E’ normale che questo ambiente è fatto di processi e situazioni. A volte bisogna parlare con concetto e con criterio, non bisogna essere faziosi, c’è bisogno di equilibrio. Devo tutelare la squadra e cercare di portare la Roma il più in alto possibile. Ci si scorda facilmente di quello che si fa. Dobbiamo dimostrare sempre qualcosina in più, il tempo dirà quello che sarà il nostro futuro. Karsdorp è pronto e può giocare dall’inizio.

C’è un ragionamento tattico in corso su possibili cambiamenti. E’ una rosa da 433 questa o ci sta ripensando? 
Questa è una rosa che può giocare con tanti sistemi di gioco, avere giocatori che possono giocare in diversi ruoli è un vantaggio. Il fatto del cambiamento può passare per una forma di debolezza o di intelligenza? Io faccio questo lavoro e devo capire, trovando le soluzioni. Se qualcosa non va cerco di modificarla, per me è un segnale di intelligenza e non di debolezza. Quando hai lavorato in un modo e non raccogli o cambi qualcosa nella testa degli altri o cambi qualcosa tu. Dipende sempre dal risultato il cambiamento. Cosa mi avreste detto prima della partita col Barcellona? Passavo per pazzo, poi mi avete dato del fenomeno. Chi non osa non sbaglia mai. Io mi prendo le mie responsabilità.

Ha pensato di giocare con Nzonzi e De Rossi contro il Milan?
I due possono coesistere, l’hanno fatto e anche bene. Sul fatto delle pressioni e del pressing: riguardatevi il gol che abbiamo preso quando Zapata ha rubato palla a Manolas. E’ stata fatta una pressione ottima in quella situazione, il difensore loro l’ha buttata dalla linea di fondo quasi in fallo laterale e Kostas era messo benissimo, invece ci abbiamo preso gol. Non tutte le aggressioni sono state fatte male, è la veemenza dell’aggressione. E’ mancata cattiveria agonistica, un’anima vera quando devi andare a fare la guerra.

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[PODCAST] – Zampa e Pellegatti in coro: “Così muore la tv dei tifosi”

Protagonisti e narratori delle gesta sportive della propria squadra del cuore, Carlo Pellegatti e Carlo Zampa sono stati oggi ospiti di Rete Sport 104.2 in collegamento durante la trasmissione condotta da Massimiliano Magni e Alessandro Cristofori. Dai ricordi di tanti Milan-Roma vissuti gomito a gomito da colleghi-rivali, all'essersi ritrovati catalizzatori delle emozioni di tanti appassionati che ogni domenica per anni hanno scelto di sintonizzarsi proprio sulla famosa cronaca 'tifosa'. Ecco un estratto dei loro interventi, mentre in calce è disponibile il podcast completo:

PELLEGATTI – Un Milan-Roma che ricordo con piacere è quello dello Scudetto, con il gol di Shevchenko. Ricordo il pubblico romano dietro la porta, dato che ancora non erano relegati al terzo anello, protagonista con grande partecipazione di quella bella sfida. Questo Milan arriva alla partita di venerdì con tante difficoltà, con tante cose nuove da verificare, con un calendario in salita che può far venire il fiatone alla squadra, sarebbe servito maggiore rodaggio. I telecronisti tifosi? Una bella intuizione di Mediaset, ormai era un'affezione per molti. Adesso i diritti però non sono stati più esercitati, Dazn e Sky hanno altre stategie e si è creato un vuoto. Credo però che, con la riconferma di queste voci, anche il numero di abbonamenti sarebbe cresciuto: sarebbe stato un fattore trainante. Parliamo di un movimento forse sottovalutato. Dispiace per i tifosi più che per noi stessi.

ZAMPA – Per un periodo molto lungo la Roma purtroppo non ha ottenuto vittorie a Milano, ma voglio sottolineare una delle ultime sfide, con Spalletti in panchina: quando tutti ci aspettavamo l'ingresso in campo di Francesco Totti nel finale di gara, compresi i tifosi del Milan che lo invocavano dalle gradinate di quella che è la Scala del Calcio per un'ultimo saluto prima del ritiro. La Roma di oggi invece è accompagnata da tanti dubbi ad una gara che nasconde insidie: i rossoneri vorranno cercare di inaugurare il loro cammino in casa nella maniera migliore possibile. I giallorossi sono in rodaggio, ma bisogna cercare di fare risultato anche per evitare ulteriori polemiche. Voglio ringraziare i tifosi che quotidianamente mi dimostrano affetto. Quest'anno purtroppo i diritti tv sono stati venduti non per squadra ma per prodotto, fascia oraria, e questo avrebbe portato all'esclusione automatica della possibilità di poter raccontare le partite con una seconda voce tifosa a prescindere da Mediaset. Idea, tra l'altro, nata proprio da un'intuizione geniale di Carlo Pellegatti.

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Allenamenti

Trigoria, rifinitura in vista del Milan. Ancora out Perotti, Florenzi e Mirante

Giornata di rifinitura per la Roma di Eusebio Di Francesco. Alla vigilia della gara contro il MIlan, appuntamento con l'allenamento mattutino per i giallorossi, che prima di scendere in campo si soffermano in sala video per preparare il match di San Siro. Come consuetudine, il programma prevede focus sulla preparazione tattica. Come nella giornata di ieri, ancora lavoro differenziato per Florenzi, Mirante e Perotti: a parte il portiere, gli altri due non dovrebbero farcela per Milano. Oggi alle 12.30 comunque il tecnico scioglierà gli ultimi dubbi in conferenza stampa.

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Tifosi

Roma, in 33mila per la Champions. Feliziani: “In campionato ancora margine per nuovi abbonati”

Il responsabile ticketing della Roma, Carlo Feliziani, è intervenuto ai microfoni dell'emittente radiofonica del club per un punto sulla campagna abbonamenti giallorossa. Queste le sue parole:

Terminerà alle 18 la vendita dei miniabbonamenti Champions. Quasi 33.000 sottoscrizioni, siamo molto soddisfatti. Esaurita la Curva Sud Centrale, quasi esaurita la Curva Sud Laterale. In campionato gli abbonamenti stanno procedendo molto bene. Continuiamo e finiremo il 14 settembre, c’è ancora margine. La Sud è esaurita anche la parte laterale, ampia disponibilità negli altri settori, compresa la Curva Nord.

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Panucci: “Roma, come vorrei allenarti. Eusebio ha già fatto vedere il proprio valore, ma i giallorossi si sono indeboliti”

Alla vigilia del match contro il Milan, in una lunga intervista tra le pagine de La Gazzetta dello Sport, torna a parlare di Roma il doppio ex della gara di San Siro, Christian Panucci. Queste le sue dichiarazioni:

Roma che cosa le fa affiorare?
«Avevo 28 anni, era la mia seconda giovinezza e mi è uscita fuori tutta la serietà professionale maturata fra Milan e Real Madrid. Roma significa grandi emozioni, una sensazione particolare che scopri solo se ci vai a giocare. Arrivi all’Olimpico, senti la curva e diventi un lottatore senza paura. Roma è anche dove abito, non per caso».

Quanto le piacerebbe allenare un giorno a Roma o Milano?
«Tornare dove si è giocato è molto bello. Roma, in particolare, sarebbe un sogno per le emozioni vissute. Auguro a Di Francesco di restare tanti anni, ma spero che la vita e il destino prima o poi mi portino lì».

Milan significa Maldini e Roma Totti.
«Mi viene da ridere quando sento dire che Paolo non ha esperienza per fare il dirigente. Il calcio e il Milan sono il suo mondo, ha sulle spalle quasi mille partite e quindi vi chiedo: saprà parlare alla squadra o “vedere” un giocatore? Nel pallone serve gente che ha fatto calcio, perché c’è anche chi ci entra arrivando da un altro mondo. Maldini ha trasmesso a tutti noi i valori del Milan. L’insegnamento più importante che mi ha dato è in questa sua frase: “Il mio avversario più grande sono io stesso”».

Anche Totti non poteva che proseguire alla Roma.
«Lui è un’istituzione. Per i giocatori ha un valore importante, è una figura “pesante” nei rapporti con la squadra e rappresentare il club anche a livello di immagine per lui è un bel ruolo. Ma io me lo ricordo ancora in campo: vedeva dove gli altri non vedevano. Un genio immenso».

Ha parlato di Milan vincente. C'è dell'ottimismo.
«La squadra mi piace, l'anno scorso ha fatto una grande campagna acquisti e ha tutto per migliorare il sesto posto. Lo metto fra le cinque che si giocheranno la Champions. Così come la Roma, che però si è un po' indobolita. Ha perso giocatori importanti: Nainggolan accendeva la luce, Strootman era un guerriero. Kluivert è bravo, ma da valutare. Cristante e Pellegrini invece sono il futuro azzurro».

Gattuso e Di Francesco che tecnici sono?
«Erano giocatori di quantità che ora sono allenatori con caratteri molto tosti. Hanno idee chiare, fanno giocare bene le loro squadre, tirano fuori il meglio dai giocatori. Eusebio ha già fatto vedere il proprio valore, anche al Sassuolo: per Rino è l’anno in cui dimostrare di essere un tecnico importante».

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La maglia ha sempre più appeal: aumentano gli sponsor e i ricavi

IL MESSAGGERO (E.Bernardini) – Tifiamo solo la maglia è lo slogan che va più di moda negli stadi italiani. La maglia non passa mai di moda e soprattutto non tradisce mai. Lo sanno benissimo anche le aziende che fanno a gara per accaparrarsi la vetrina principale. Immaginate solo quante inquadrature vengono fatte di una maglietta rispetto a quelle di un semplice cartellone a bordo campo. Ma non solo, perché le casacche che vengono vendute negli store dei vari club hanno lo sponsor stampato sopra. E così anche il tifoso diventa una vetrina secondaria. Il business delle maglie da calcio è solido e questo emerge anche dall'annuale indagine Sporteconomy Jersey Sponsor Index. Gli investimenti continuano a crescere nonostante la crisi. Nella stagione 2018-19, gli introiti ammontano a 125 milioni di euro complessivi per una crescita del 16% rispetto al campionato scorso quando nelle casse dei club di serie A sono entrati 105 milioni. Effetto Cristiano Ronaldo? Sì, ma non solo perché analizzando bene i numeri si nota che questo è un trend che va avanti dal 2015, quando le sponsorizzazioni della massima serie si sono attestate su un valore di 85 milioni di euro. Un valore rimasto invariato dai tre anni precedenti. Maggiori introiti, dunque, ma non equamente distribuiti perché l'80% del valore delle sponsorship di maglia è controllato solamente da sei società, per un totale di 99,3 milioni di euro, mentre i restanti 14 club non mettono assieme più di 24,7 milioni di euro. Cifre rispettabili, ma che diventano piccolissime se confrontate con quelle della Premier League: la somma degli sponsor principali tocca quota 313,6 milioni di sterline circa 346 milioni di euro. Anche quest'anno la Juventus si conferma al primo posto con 26,7 milioni di investimenti (sommando Jeep e Cygames sul retro). Al secondo posto si piazza il Sassuolo, che può contare sul main sponsor-proprietario Mapei, che spenderà 18 milioni per apparire. Appaiate al terzo posto Milan e Napoli con 15 milioni di euro. Gli azzurri sfruttano i tre format commerciali disponibili (main, second e retro sponsor) con acqua Lete, pasta Garofalo e caffè Kimbo. Il contrario della Fiorentina che non ne ha neanche uno. I rossoneri anche in questa stagione sono sponsorizzati da Fly Emirates. 

FRONTE SENZA RETRO – Niente logo dietro anche per il Milan che, come detto, insieme a Fiorentina e Sassuolo sono gli unici tre club che hanno la maglia pulita dietro. Ormai il retro-sponsor, introdotto nel luglio 2014, è diventato una certezza per le squadre. Novità che ha fatto fatica a decollare, nella stagione 2016-2017 lo avevano 13 club di cui solo due big: Inter e Napoli. Per il secondo anno di fila la Juve avrà Cygames, i nerazzurri la scritta Driver, la Roma (quinta nella classifica generale 14 mln) Hyundai (3,5 milioni), è il club della massima serie con la maggiore crescita commerciale rispetto al 2017/18 considerando i 14 milioni di Qatar Ariways. La Lazio (settima con 4 mln) ha la scritta Seleco (500 mila euro) che la passata stagione era main sponsor. Ma attenzione perché i guadagni aumenteranno grazie al via libera della Lega di Seria A per avere uno sponsor anche sulla manica. Richiesta fatta dai 20 club in una delle ultime assemblee. Andrà sulla manica sinistra e dovrà avere una grandezza massima di 100 cm2. Nessuna possibilità che la fascia di capitano diventi un nuovo spazio pubblicitario. Potrà essere caratterizzata solo per iniziative benefiche collettive. Per il resto resterà un simbolo uguale per tutti. A proposito da dopo la sosta arriveranno le multe per i trasgressori.

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Rassegna stampa

Roma in fascia protetta

IL MESSAGGERO (S.Carina) –  Ad inizio ritiro, Karsdorp aveva le idee chiare: «Quest'anno, dopo una stagione passata ai margini, sarà importante giocare. Credo possa essere l'anno giusto per mostrare il mio valore». Due partite di campionato, ancora 0 minuti nelle gambe. Per carità, nessun caso considerando che il titolare è Florenzi. Ma non essere subentrato contro l'Atalanta, nonostante l'infortunio del nazionale azzurro, lo ha fatto restare male. La voglia di esserci, di gridare al mondo di essere tornato un calciatore a tutti gli effetti va però tenuta sotto controllo. Di Francesco lo sa, memore anche di un'estate che non è stata tutta rosa e fiori. Negli Usa, ad esempio, complice un problema muscolare (avvertito prima del secondo test con il Barcellona) l'olandese ha saltato 10 sedute in gruppo su 14. Poi il rientro, seguito come un'ombra dallo staff tecnico, attento a non forzare troppi i carichi di lavoro su un fisico esplosivo e potente ma rimasto fermo per tanti mesi. Domani, contro il Milan, toccherà a lui. Di Francesco ha deciso e ieri lo ha provato sia nel 4-2-3-1 (schieramento più probabile) che in un esperimento sporadico di difesa a tre (come laterale). Per uno nato centrocampista – ha ricoperto tutti i ruoli della mediana prima di esser stato trasformato in terzino dal tecnico van Bronckhorst nel 2014-15 – il modulo non può essere un problema.

LA LOCOMOTIVA – A Trigoria e fuori non vedono l'ora di vederlo finalmente correre su e giù sulla fascia, dando seguito al soprannome con il quale si era presentato in Italia: la locomotiva. In questa lunga estate, quando lo ha avuto a disposizione, Di Francesco ha lavorato con Rick sotto l'aspetto tattico. Perché Karsdorp è inarrestabile quando può correre in verticale (con il pallone tra i piedi oppure sfruttando l'accentramento dell'esterno offensivo che gli apre il varco per andare sino in fondo) ma deve migliorare nelle letture difensive. In Olanda, con la maglia del Feyenoord, la prepotenza fisica e atletica che lo contraddistingueva lo aiutava nei recuperi e a recuperare da inevitabili sbavature, di un ragazzo più portato ad attaccare che a difendere. Ora che questa preponderanza non è (ancora) così spiccata, dovrà fare molta più attenzione. Sul suo lato domani agirà Calhanoglu, giocatore chiave per Gattuso con le sue accelerazioni e giocate per innescare Higuain. La Roma nata dalla rivoluzione di Monchi appare una squadra diversa da quella della passata stagione. Più propositiva e qualitativa ma certamente più vulnerabile, soprattutto nel momento in cui molti giocatori hanno le gambe pesanti per il lavoro accumulato durante l'estate. L'appuntamento a San Siro, però, è di quelli da non sbagliare.

NUOVA RIPARTENZA – L'happening milanese rappresenta per Karsdorp l'ennesima ripartenza. La prima avvenne nel 2011, quando ancora doveva diplomarsi. Il padre infatti decise che per un periodo non avrebbe più toccato il pallone. Il motivo? Semplice, i brutti voti che portava a casa. Un distacco che sembrò non avvertire più di tanto a tal punto che proprio papà Fred conoscendo la passione del figlio un anno e mezzo dopo lo convinse a rimettersi gli scarpini. Anche stavolta i tempi coincidono. Perché al netto di quel maledetto 25 ottobre dello scorso anno – quando dopo 82 minuti con il Crotone riportò la rottura del legamento crociato anteriore al ginocchio sinistro – negli ultimi 16 mesi non ha mai giocato. Il dramma sportivo è ormai alle spalle. Rick sogna di ripartire di slancio. Già domani.

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Tifosi

Tifosi contro la società: “La maglia non è usa e getta”

I tifosi della Roma non hanno digerito la cessione di Kevin Strootman, ennesimo giocatore-simbolo partito durante la gestione americana. In Via Anastasio II è stato esposto uno striscione firmato "Gruppo Roma" che recita: "ONORE AL GIOCATORE CHE LA LUPA RISPETTA… AMERICA' LA NOSTRA MAGLIA NON È USA E GETTA!"

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Schick: “Questa stagione deve essere importante e credo che lo sarà”

Ecco le parole di Patrik Schick, rilasciate in un'intervista a Francesca Viola sul Match Program di Milan-Roma. 

Partiamo dall’Atalanta. Una partita dai due volti per la Roma: primo tempo complicato, secondo di alto livello. Come mai questa differenza?
“Abbiamo iniziato benissimo con un grande gol del "Flaco". Poi loro hanno fanno tre gol e ci siamo un po’ innervositi. Nel secondo tempo siamo ripartiti bene, abbiamo messo sotto pressione la loro difesa e alla fine avremmo potuto anche vincere. Peccato che non abbiamo recuperato tutto”.

All’Olimpico è entrato nella ripresa, in pochi minuti è stato protagonista di due belle giocate. Ha avuto anche l’occasione per segnare, ma purtroppo è mancata la fortuna. Ci
racconta quel momento?

“Purtroppo il portiere era già troppo vicino, volevo tirare sopra ma lui ha preso il pallone con
il piede, sono stato sfortunato”.

Fin dalle prime amichevoli, lei è apparso in ottima forma. Quanto è stato importante svolgere tutta la preparazione?
“Poter svolgere l’intera preparazione è molto importate, per me ma per tutti in generale. Ci si sente molto meglio; quando invece non fai la preparazione dall’inizio fatichi molto ed è facile che tu abbia problemi fisici. Insomma questa è la grande differenza rispetto allo scorso anno”.

Quanto è diverso l’uomo Patrik Schick di quest’anno?
“Non credo di essere cambiato molto dal punto di vista caratteriale. La più grande differenza, come ho già detto, è solo la preparazione, spero quindi cambi anche tutta la stagione”.

Contro l’Atalanta ha fatto un gran gol, che impressione le ha fatto Pastore?
“È un grande giocatore, lo conosciamo tutti. È molto intelligente e ha grande tecnica. Il primo gol che ha fatto è bellissimo, speriamo continui cosi”.

L’ultimo acquisto in ordine temporale è stato Nzonzi. 
“Contro l’Atalanta ha giocato nel secondo tempo e a mio parere ha fatto molto bene. Ha il passaggio, è molto aggressivo, alto. Nel primo tempo ci era mancata un po’ di forza… speriamo
che anche lui continui così”.

Ora il Milan, una squadra che ha l’obiettivo di rilanciarsi dopo la sconfitta con il Napoli.
“Ci aspetta una gara molto difficile, sicuro, al 100%. Dobbiamo preparala al meglio, ancora di più rispetto all’Atalanta. L’obiettivo è vincere, fare tre punti”.

Quali sono i punti di forza del Milan?
“Hanno comprato Higuain… A mio parere Lui e Bonaventura sono i più forti tra i rossoneri”.

A San Siro, ma contro l’Inter, ha segnato con la maglia della Sampdoria. Era il 3 aprile del 2017 e tutta Italia parlava di Schick. Cosa ricorda?
“Non sapevo che ne parlassero, a quel tempo io non parlavo italiano, qualcosa mi hanno detto i compagni ma non capivo bene. Non sapevo parlassero tanto di me…”.

Prima di lasciarci… quella che è appena iniziata potrebbe essere una stagione cruciale, molto importante per lei.
“Non può essere importante, deve esserlo. E credo che lo sarà. A San Siro scenderò in campo con il mio solito spirito, vogliamo i tre punti, vogliamo vincere
questa partita così importante”.

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Milan-Roma, Schick: “A San Siro per vincere”

"Andiamo a Milano per conquistare i tre punti". Suona la carica Patrik Schick, che in un'anticipazione di un intervista agli organi ufficiali aggiunge: "E' stato molto importante svolgere la preparazione dall'inizio, lo scorso anno sono arrivato a fine agosto, ora spero cambi tutta la stagione…"