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[FOTO] – Roma, ecco come si prepara Pastore

Javier Pastore non scherza. Per lui questa avventura alla Roma significa ricordare al mondo che fuoriclasse è e per questo il fantasista argentino ha deciso di presentarsi al meglio al ritiro di Trigoria.

Come? Usufruendo di innovativi trattamenti presso la clinica M2RLAB, centro specialistico di medicina rigenerativa: "Messa a punto con gli amici del M2RLAB per prepararsi al meglio per la prossima stagione", è il messaggio che si legge sulla foto postata sul profilo Instagram dell'attaccane.

Andando a curiosare sul sito della clinica, si evince di come il centro sia specializzato nella terapia e nel recupero da infortuni tendinei e muscolari. Niente paura però. Pastore è lì solo per un check-up. Come si legge nello slogan del sito "Medicina rigenerativa che trasporta il tuo corpo indietro nel tempo". Insomma, una garanzia per presentarsi al meglio a Di Francesco.

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[FOTO] – Totti al mare con i figli, Tiziano Ferro: “Stupendi!”

Francesco Totti si gode le vacanze con la famiglia sulle spiagge di Sabaudia insieme a Cristian, Chanel e Isabel. Il numero 10 giallorosso, dopo le vacanze a Mykonos, ha deciso di trascorrere anche qualche giorno sul litorale romano in compagnia dei figli.

Sul suo profilo Instagram la leggenda giallorossa ha postato una foto in costume mentre gioca con i figli al mare, con la piccola Isabel sorridente su un canotto rosso a foprma di macchina da corsa. Tra i commenti, quello del cantante Tiziano Ferro: "Stupendi". 

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Allenamenti

Trigoria: Bianda, Karsdorp e Coric al lavoro

C'è già traffico a Trigoria a pochi giorni dall'inizio del ritiro. Dopo il saluto di Nainggolan di ieri, con De Rossi che ha ricordato simpaticamente  a  tutti come il "Ninja" sia da considerarsi un avversario, oggi al centro sportivo si rivedono Coric e Bianda.

I due si erano già allenati ieri proprio in compagnia del Capitano della Roma, mentre oggi al duo si è aggiunto Rick Karsdorp, reduce da un anno travagliato e pronto a far vedere di che pasta è fatto. L'allenamento di oggi prevede esercitazioni sulla mobilità e sulla forza, per poi proseguire con la corsa

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Milan, Fassone: “Mr. Li? Il club è solido. Bonucci resta, faremo 3 colpi ma servono cessioni”

[GAZZETTA.IT] – Era rimasto in silenzio dall’udienza di Nyon del 19 giugno. Oggi l’a.d. del Milan, Marco Fassone, è tornato a parlare. Interrogato dai tifosi rossoneri a Milan Tv, Fassone chiarisce subito la sua posizione rispetto alla situazione societaria del club di via Aldo Rossi: “Faccio l’amministratore delegato del Milan, me ne occupo e me ne curo quasi per 24 ore al giorno. Poi ci sono delle cose che passano sopra la mia testa e riguardano la proprietà e gli azionisti. Non voglio apparire evasivo, ma tante cose non le so neanche io…”. Stessa linea per quanto riguarda i 32 milioni dell’ultimo aumento di capitale, anticipati dal fondo Elliott: il presidente rossonero Li Yonghong dovrà restituirli entro venerdì, altrimenti perderà la proprietà del club. Fassone spiega: “Se Mr. Li verserà i 32 milioni? Anche questa domanda riguarda la proprietà. Per me è importante che i tifosi sappiano che quei 32 milioni il Milan li ha ricevuti la settimana scorsa. Che li abbia versati uno o l’altro non riguarda me, importa che quei soldi siano sul conto del Milan e che permettano che il club sia gestito bene, pagando gli stipendi, i fornitori, e garantire di fare un briciolo di campagna acquisti. Dopodiché, staremo a vedere chi li mette”.

BONUCCI E IL MERCATO — Quello che Fassone sa, invece, è che il futuro di Leonardo Bonucci sarà ancora al Milan: “Leo è il nostro capitano, starà con noi spero ancora a lungo. Non è uno dei giocatori che stiamo discutendo o negoziando. È uno dei nostri punti di forza della squadra e starà con noi spero ancora a lungo”. A proposito di mercato, l’a.d. rossonero conferma che, Reina, Strinic e Halilovic a parte “arriveranno tre acquisti di qualità, ad essere realisti, non di più, e ci saranno anche delle uscite”. Certo, cambieranno le strategie: “Lo scorso anno abbiamo investito tanto e quest’anno abbiamo un piano per spendere ancora. Ma dobbiamo tenere a mente le norma del fair play che ci darà meno manovra d’azione: spenderemo tanto quanto immetteremo nelle casse dalle cessioni”.

MR. LI, ELLIOTT E MR MILAN — Di questi tempi, però, il tema mercato si lega inevitabilmente al futuro societario del Milan: “Nella nostra cultura siamo abituati alla stabilità nel tempo, a proprietà che sono secolari in alcuni casi (lo stesso Milan ha avuto lo stesso proprietario per 30 anni) – spiega Fassone -. Immaginarci che ci possano essere delle proprietà più di breve durata mette in agitazione e in subbuglio. Noi non siamo indovini, non sappiamo se nella testa di Mr. Li ci sarà di vendere un pezzo del club o di tenere il club per il futuro. Quello che è importante, però, è che il Milan sia solido e che abbia dei progetti da portare avanti, senza idee diverse dagli anni passati. Mr. Li ha sempre messo a disposizione del club le risorse economiche necessarie a sostenerlo e lo stesso farebbe il fondo Elliott, che lo ha dichiarato anche per iscritto come testimoniano i documenti portati alla Uefa. Se mai dovesse arrivare un nuovo azionista, immagino che lo faccia con quella passione che da sola giustifica un investimento in un club come il nostro”.

VERSO IL TAS — In attesa del Tas, il Milan è fuori dalla prossima Europa League. “Il verdetto della Uefa, al Milan sembra ingiusto: abbiamo presentato dei plan che dimostrano che nei prossimi tre anni le perdite saranno più contenute rispetto al passato. Abbiamo cercato di portare tutti gli argomenti giuridici e manageriali per garantirlo, ma non è bastato. Mi auguro che al Tas si possa leggere la storia del Milan dell’ultimo anno in modo diverso. Non saprei dire quali sono le percentuali, ma posso assicurare che lotteremo fino ad oltre il novantesimo”.

CHAMPIONS E RINNOVI — L’obiettivo resta il quarto posto: “Un anno fa eravamo convinti di andare in Champions, poi le vicissitudini del calcio nel girone d’andata hanno fatto sì che abbiamo conquistato un sesto posto, ma questo non cambia l’obiettivo. Abbiamo composto una squadra ottima, a nostro giudizio, con 2-3 innesti possiamo essere competitivi”. Di sicuro, ribadisce Fassone come aveva fatto il d.s. Mirabelli nei giorni scorsi, non ci sono “mal di pancia” tra i rossoneri e il rinnovo di Romagnoli lo conferma: “Avrebbe potuto andarsene, visto che è cercato da club di primissimo livello, ma ha voluto sposare noi e vincere con la maglia rossonera. Lo stesso vale per Cutrone: sono convinto che anche con lui faremo prestissimo la solita diretta Facebook per confermare che rimarrà con noi a lungo”.

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[FOTO] – Abbonamenti, oggi inizia la vendita libera: esaurita la Curva Sud

Si apre la fase della vendita libera per quanto concerne la campagna abbonamenti 2018/19 della Roma. Chiusa ieri con 17500 tessere rinnovate la prima fase, quella dei rinnovi e dei cambi posto allo stadio Olimpico, per il prossimo campionato, questa mattina è scattata la fase due, con la possibilità per i tifosi giallorossi di assicurarsi la tessera anche online, tramite il sito ufficiale del club capitolino. Riscontro che, a poche ore dallo start ufficiale, continua ad essere ottimo: già sold-out la Curva Sud centrale e quasi quella laterale, settore caldo del tifo giallorosso, con oltre 2500 abbonamenti sottoscritti soltanto nella giornata di oggi. Le tessere staccate sono più di 20.000 mila al momento.

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La Roma scalda i motori: al via il ritiro, domenica il raduno a Trigoria

Tutto pronto per l'inizio della stagione calcistica 2018/19 in casa Roma. Se da un lato De Rossi, Coric e Bianda si sono ritrovati già oggi per la prima sgambata a Trigoria, manca ormai pochissimo al ritiro del gruppo: si parte l’8 luglio con l’inizio degli allenamenti previsto per il giorno successivo, vale a dire lunedì 9. Le visite mediche, invece, verranno svolte nei giorni precedenti. Un gruppo di calciatori le svolgerà il 6, di modo che il 7 possano già cominciare a lavorare al Bernardini. Da segnare sul calendario le date dei primi due test amichevoli: il 14 luglio, a Latina, Di Francesco se la vedrà contro la rappresentativa locale (in Serie D), mentre il 20 dello stesso mese, al 'Benito Stirpe' di Frosinone l'avversaria sarà l'Avellino (in Serie B il prossimo anno).

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Tanti auguri a… Nicolò Zaniolo! Il giallorosso festeggia con la convocazione in Nazionale

Festeggia nel modo migliore i suoi 19 anni, Nicolò Zaniolo. Il baby neogiallorosso, nel giorno del suo compleanno, riceve infatti uno dei regali più belli per un calciatore: la convocazione con la propria Nazionale. Nel suo caso, ovviamente, si tratta dell'Under19 azzurra. L'ex Inter, acquistato dalla Roma per 4,5 milioni nel contesto dell'operazione che ha portato Nainggolan in nerazzurro, prenderà parte all'ultimo collegiale ad Appiano sulla Strada del Vino (Bz) dal 4 al 9 luglio per l'Italia prima della partenza per gli Europei di categoria che si svolgeranno in Finlandia dal 14 al 29 luglio. Il tecnico Paolo Nicolato ha convocato 24 giocatori e tre giorni prima della partenza per Vaasa, in programma giovedi' 12 luglio, ufficializzerà i nomi dei 20 azzurrini che prenderanno parte al torneo continentale. "Come sempre sara' difficile scegliere – precisa Nicolato – considerando gli aspetti tecnico-tattici e la compresenza nei ruoli di giocatori di alto livello, dovrò tenere conto dello stato di forma dei ragazzi. Ricordo che per loro l'attivita' agonistica si e' fermata, mentre in Finlandia troveremo altre compagini i cui giocatori hanno gia' da tempo iniziato i campionati di appartenenza". Con Zaniolo, un altro Primavera giallorosso di belle speranze, ovvero il centrocampista Andrea Marcucci. In loro compagnia due che a Trigoria invece sono cresciuti, come Davide Frattesi e Gianluca Scamacca, ora in forze al Sassuolo.

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Alisson: “Vi racconto la mia storia. Devo tutto a mio fratello”

Il portiere della Roma Alisson Becker ha rilasciato una lunga intervista a theplayerstribune.com. Queste le sue dichiarazioni tra la propria infanzia e gli inizi da portiere in Brasile:

Vi dirò brevemente tutto quello che dovete sapere sulla mia famiglia. Mondiale 1998. Ho 5 anni. Mio fratello Muriel ne ha 10. Stiamo guardando la semifinale Brasile-Olanda a casa di mia zia e ovviamente era una grande festa. Mia zia aveva preparato di tutto, c’era una grande torta e tutto il resto. La partita finisce ai rigori, mio padre e mio zio stanno impazzendo. Non possono sopportare la pressione. Non possono nemmeno sedersi. Quando Taffarel para l’ultimo penalty, mio ​​padre corre dal soggiorno alla cucina urlando a testa bassa, e allora cosa fa?… Si butta di faccia proprio nella torta. E poi torna di corsa nel soggiorno con una glassa su tutta la faccia, urlando, “Stiamo andando in finale! Andiamo in finale!”. Era la cosa più divertente che avessi mai visto. Mio padre era pazzo, nel migliore dei modi.

Poi cos’è successo?
Venti anni dopo, suo figlio andrà alla Coppa del Mondo. E, se sono onesto, probabilmente sono più simile a lui di quanto vorrei ammettere! Se mi avete visto giocare in nazionale o nella Roma, mi avrete visto sempre abbastanza calmo. Ma non sono sempre stato così. In effetti, se avessero inviato uno scout per scrivere un rapporto su di me da bambino, sospetto che sarebbe stato come questo: “Alisson Becker: portiere, sette anni. Basso. Arrabbiato. Piange spesso”. Probabilmente non vi sembrerà l’identikit del portiere della nazionale brasiliana, ma è vero. Ho fatto parecchia strada. In realtà, quando ero adolescente, non ero nemmeno il miglior portiere della mia famiglia. Anche Muriel era un portiere. Sapeva esattamente cosa doveva fare per farmi perdere la pazienza. Penso che tutti i fratelli maggiori abbiano questo talento. Ma in un certo senso, mi ha anche aiutato a imparare come controllare le mie emozioni. È la persona più importante della mia vita. In realtà è stato per lui che sono diventato un portiere. Altri dicono che era il mio destino, forse anche questo è vero. Voglio dire, mia madre faceva il portiere della sua squadra di pallamano a scuola. Il mio bisnonno giocava in porta per una squadra di dilettanti nella mia città natale, Novo Hamburgo. E mio padre era il portiere nella sua squadra aziendale. Quindi forse tutto questo faceva parte del piano che Dio aveva per me, sapete?

Hai appreso qualcosa da qualcuno di loro?
Quando avevo cinque anni, io e mio fratello andavamo a vedere mio padre giocare e abbiamo visto quanto gli piaceva. Ad essere onesti, anche lui era un po’ ‘pazzo’ in campo, si tuffava sempre di testa verso i piedi dell’avversario per prendere la palla. Aveva uno stile davvero aggressivo. Entrambi lo ammiravamo e il suo stile è qualcosa che abbiamo ereditato. Immagino sia così che funzioni quando si è bambini, no? Vedi tuo padre che sta facendo qualcosa di buono e pensi “Voglio diventare come lui”. Ma la vera ragione per cui ho iniziato è stato mio fratello. Stavo giocando con i suoi amici, ed erano tutti più grandi di me. Quindi, quando si trattava di fare le squadre… Beh, naturalmente, il più piccolo doveva andare in porta. Non si poteva nemmeno discutere. Ma era ok, perché mi piaceva andare in porta. In realtà, lo adoravo. Certo, il calcio all’epoca era un divertimento e basta. Poi sono arrivati ​​i Mondiali del 2002 in Giappone e Corea del Sud. Io e mio fratello ci svegliavamo all’alba e ci ingozzavamo di cioccolata, cereali e latte… E guardavamo le partite, naturalmente. Quando il Brasile ha vinto… Non dimenticherò mai quella sensazione. Era come se avessi una rivelazione. Ho pensato, “questo è quello che farò. Vado a giocare per il Brasile. Vado alla Coppa del Mondo. E lo vincerò. Quindi ho iniziato a prendere il calcio sul serio. Giocavo in porta ogni volta che giocavamo per le strade di Novo Hamburgo. Quando la nostra famiglia si è trasferita, io e mio fratello giocavamo con un piccolo pallone di plastica. Come porte usavamo le porte del nostro nuovo salotto. E’ stato un disastro! E ci siamo divertiti tantissimo, forse è stato uno dei momenti migliori della vita. Iniziai a giocare per la squadra giovanile di Internacional, a Porto Alegre. È uno dei club più grandi in Brasile, quindi era qualcosa di buono. Ma avevo un problema. Ero ancora troppo basso. Vedete, fisicamente sono maturato tardi, quindi tutti i portieri della mia età erano più alti e più forti di me. Avevamo fatto questo test che ha classificava i giocatori da uno a cinque. E quando i miei compagni di squadra hanno raggiunto il quinto livello, io ero ancora al secondo. E non andava bene per un portiere: devi essere alto, devi saltare in alto, devi coprire lo specchio della porta. In altre parole, essere basso non era un bene. Così ho finito per fare la riserva. Poi l’Internacional ha comprato un altro portiere dal Palmeiras. E indovinate un po’… Sorpresa, sorpresa! Era più grande e più forte di me. Ho solo pensato “Fantastico, ora sono la terza scelta. Come pensi di giocare per il Brasile in questo modo?”.

Hai pensato di smettere?
Ho avuto seri dubbi. Poi è arrivata la Nike Cup: questa grande competizione per i giovani. Quando mio fratello ci ha giocato, è stato votato miglior portiere del torneo. Aveva il trofeo in casa nostra, e io ero solito guardarlo e dire “Ne voglio anch’io uno”. Ma non la giocai nemmeno. Conoscevo tutte queste leggende, come Iker Casillas e Gianluigi Buffon, che avevano debuttato in prima squadra a 17 anni, volevo essere come loro. Quanto potevo aspettare? Era arrivato il mio momento? Non mi sembrava. Il club aveva questo dubbio, se sarei iniziato a crescere o se sarei sempre stato poco alto. Penso che Dio mi stesse osservando, perché poi hanno deciso di aspettare ancora un anno, per vedere se avrei iniziato a maturare. La mia tecnica poi è migliorata rapidamente. E poi è successo qualcosa incredibile: finalmente iniziavo a crescere. In un anno sono passato da 170 centimetri a 187 centimetri. All’improvviso avevo sia il fisico che la tecnica. Tutti hanno iniziato a prendersi cura di me più di quanto avessi mai immaginato. Un giorno, avevo 16 anni, ero in spiaggia con alcuni amici vicino alla casa dei miei nonni. Quando ho controllato il mio telefono, avevo cinque chiamate senza risposta da mio nonno. Temevo il peggio, onestamente. Ho pensato “Mio Dio, forse è successo qualcosa alla mia famiglia”. Ho chiamato in preda al panico dicendo: “Nonno, cosa è successo?”. Mi disse: “Ragazzo, devi tornare a casa adesso”.”Perché ?! Qualcuno si è fatto male? Qualcuno è morto?”. “Beh… Sei stato convocato per l’Under 17.” Io… Beh, non ci credevo davvero. Non l’ho fatto. Mio nonno era un burlone. Dovevo correre a casa per controllare, solo per sicurezza. Poi mio zio mi ha chiamato e mi ha detto le stesse cose. “Che succede? Congratulazioni!”. Ma ancora non ci credevo. Pensavo stessero scherzando. Ho corso per 30 minuti dalla spiaggia fino a casa mia, così sono potuto andare sul computer e controllare il sito  ufficiale della CB… Ho aperto la pagina ed ecco il mio nome: Alisson Becker. Ero davvero stato convocato. Ripensandoci è stato piuttosto divertente, perché c’erano alcuni altri nomi in quella squadra: come Neymar e Coutinho…. Poi è successo tutto in fretta. Nel 2013, a 20 anni, ho debuttato in prima squadra nell’Internacional, due anni dopo ho giocato la mia prima partita per il Brasile. Quella partita ha cambiato la mia vita. A volte mi fermo e penso “Wow. Sono qui. Nella Seleçao. Vado al Mondiale. Questo è un miracolo”. Per tutto quello che ho realizzato, devo ringraziare mio fratello. Vedete, dal momento che giocavamo nello stesso club e nello stesso ruolo, ci hanno sempre messo a confronto. “Alisson sarà bravo come Muriel?”. Alcuni dicevano di sì, altri hanno detto il contrario. Non volevo davvero confrontarmi con mio fratello… Ma questo mi ha dato un obiettivo a cui puntare. Come professionista, dovevo confrontarmi con quelli che erano migliori di me. Ho sempre voluto essere migliore di lui, ma anche lui è una persona molto competitiva, quindi non ha mai voluto lasciarmi vincere. Quindi in questo periodo all’Internacional ci allenavamo duramente  ogni giorno – e intendo tutti i giorni -, nessuno di noi voleva sfigurare. Lasciate che ve lo dica, questo duello ci ha motivato entrambi. Quando ero stanco, lui diceva: “Dai, continuiamo ancora un po’!”. E quando era stanco lui, gli dicevo: “Fatti da parte, vecchio! Guardami, le stai prendendo da un bambino”. È stato così fin da quando eravamo ragazzini, quando giocavamo con una palla di plastica. A volte è così facile dimenticare quanto sono fortunato. Quello che sicuramente non dimenticherò è chi mi ha aiutato ad arrivare qui. Quindi quest’estate, non giocherò solo per il Brasile. Giocherò anche per mio fratello. E onestamente, ogni volta che indosso la maglia del Brasile, ripenso a tutti gli allenamenti che abbiamo fatto insieme. Quindi se stai leggendo, fratello, sappi che ogni intervento che farò in Russia è anche tuo. Il mio successo è il tuo successo, perché facciamo parte della stessa storia. E, per questo, te ne sarò sempre grato.

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[VIDEO] – Nainggolan: “Vi voglio bene, mi mancherete”. De Rossi: “In bocca al lupo un ca..o!”

In un video pubblicato sul proprio profilo Instagram, Radja Nainggolan saluta lo staff di Trigoria prima di partire per Milano. Nel video appare anche il Capitano della Roma Daniele De Rossi, che ha voluto presenziare al saluto dell'amico, ma che all'augurio fatto da qualcuno ha replicato: "In bocca al lupo un ca..o!". 

"Ragazzi è stato in piacere, mi mancherete tutti, vi voglio bene. Ciao belli!", le parole del Ninja. Si chiude così l'avventura del centrocampista con la maglia della Roma. 

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Roma, Coric e Bianda già a Trigoria

Ante Coric e William Bianda sono già a Trigoria per preparare la nuova stagione e farsi trovare pronti quando inizierà il ritiro. Sul proiprio profilo Instagram, il centrocampista croato ha pubblicato una storia che lo ritrae nello spogliatoio con il compagno francese. In alto la scritta "New roomate", che tradotto significa "nuovo coinquilino". I due, per ora sono compagni di stanza, in attesa dlel'arrivo degli altri compagni.