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Allenamenti

Trigoria, palestra per chi ha giocato ieri. Lavoro differenziato per Pellegrini, Under e Karsdorp

La Roma ritorna ad allenarsi a Trigoria dopo il pareggio contro il Bologna. I giallorossi, divisi in due gruppi tra chi ha giocato ieri al Dall’Ara e chi no, hanno iniziato la seduta in palestra, per poi spostarsi sul Campo C del Fulvio Bernardini. Lavoro differenziato per Karsdorp, alle prese con il recupero dal lungo infortunio, Lorenzo Pellegrini e Under, ancora speranzosi di recuperare in tempo per le convocazioni in vista della gara di Champions League contro il Barcellona.

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CHAMPIONS LEAGUE

Barcellona, Rakitic: “Dobbiamo continuare a lottare. Ora pensiamo alla Roma”

Al termine della gara contro il Siviglia, il centrocampista del Barcellona, Ivan Rakitic,ha parlato della prossima sfida di Champions League contro la Roma. Queste le sue parole:

Dobbiamo continuare a lottare e lavorare nel miglior modo possibile perché non abbiamo fatto nulla. Siamo in una posizione favorevole ma mancano tante partite, ora pensiamo a preparare bene la Champions. È importante che Messi sia stato in grado di giocare e segnare dopo i problemi muscolari in nazionale“.

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Rassegna stampa

Stadio, l’impianto porterà alla società un tesoretto da almeno 50 milioni l’anno

Il Tempo (F.M.Magliaro) – Alla città, i circa 25 km di fogli di carta che costituiscono il progetto Stadio consegneranno opere pubbliche alcune delle quali – l’unificazione della via del Mare con la via Ostiense e la messa in sicurezza idraulica del Fosso del Vallerano e dell’Acqua Acetosa – sono attese da decenni. Alla Roma, lo Stadio può consegnare un tesoro di oltre una cinquantina di milioni di euro l’anno. Almeno, una cinquantina. Il raffronto lo si può fare solo con la Juventus, unica altra squadra ad avere un impianto di proprietà. Un iter, per la Juventus, partito nel lontanissimo dicembre 1994, passato per ben due varianti urbanistiche e conclusosi con la partita inaugurale l’11 settembre 2011, dopo ben 16 anni e 9 mesi. Nel bilancio 2010/2011 la Juventus, che quell’anno giunse settima dietro proprio la Roma, segnava 153,9 milioni di euro di entrate. L’anno dopo, le entrate erano salite a 195,4 milioni, con un più 41,5 milioni di euro. L’ultimo bilancio bianconero (2016/2017) segna 405,7 milioni di entrate: 251,8 milioni in più rispetto al 2010/2011 con un vertiginoso aumento del 163% e con una media di 42 milioni di euro di maggiori entrate ogni anno.Attenzione: non sono le entrate da calciomercato ma sono le entrate da tre fonti diverse: Stadio con bigliettazione e pubblicità; diritti Tv; merchandising.

L’apporto dello Stadio viene normalmente «pesato» per il 14% delle entrate totali, circa 58 milioni sui 405 dell’ultimo anno (28% il merchandising e 58% i diritti tv). Considerando che lo Stadio di Tor di Valle sarà più grande dell’Allianz di Torino si può ritenere che le entrate per la società giallorossa possano essere anche più consistenti di quelle juventine, anche perché la Roma, insieme allo Stadio, edificherebbe una parte commerciale che la Juventus non ha (e sta cercando di avere)e che produrrebbe risorse aggiuntive. Al netto del tema della cessione dei diritti sul nome del futuro impianto che significa enormi flussi di denaro ogni anno per lunghi periodi. Infine, se effettivamente la Roma riuscirà a completare lo Stadio nei tempi previsti (26-28 mesi dopo la posa della prima pietra prevedibile, a oggi, per la primavera del prossimo anno), questo significherebbe che la società di Pallotta «recupererà» 6 anni sul tempo che è occorso ai bianconeri per costruire il loro impianto. Economicamente, sono 300 milioni di euro buoni.

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Infortuni ed errori, la Roma rallenta

Corriere della Sera (L.Valdiserri) – Festa non fa mai rima con Roma. Dopo Natale (23 dicembre: Juve-Roma 1-0), Capodanno (30 dicembre: Roma-Sassuolo 1-1) ed Epifania (Roma-Atalanta 1-2) anche la Pasqua va di traverso a Di Francesco. Il pareggio 1-1 a Bologna va letto insieme alle vittorie di Lazio e Inter in ottica 3°/4° posto: i biancocelesti sono a una partita di distanza (il derby cadrà il 15 aprile, sempre meglio dell’1 maggio) e i nerazzurri possono addirittura sorpassare al 3° posto se batteranno il Milan nella stracittadina del 4 aprile. Lo stesso giorno in cui la Roma giocherà a Barcellona l’andata dei quarti di Champions. Una sfida resa ancora più ardua dalla situazione infortunati: Cengiz non sembra recuperabile, Pellegrini non potrà essere al top e ieri si è fatto male Nainggolan. Il belga si è arreso quasi subito a un problema muscolare (risentimento al flessore della coscia destra): nelle prossime ore sarà valutato, ma il rischio è di perderlo per 15 giorni.

Di Francesco senior ha ridotto il turnover al minimo (Schick per Dzeko, in panchina, e El Shaarawy per l’infortunato Cengiz) ma la squadra è andata a mezza velocità, soprattutto a centrocampo. Donadoni, invece, sembra aver esaurito il suo rapporto con il pubblico di Bologna, ma è ancora un signor allenatore. Ieri ha studiato un 4-3-3 che, in fase difensiva, teneva le ali Verdi e Di Francesco junior più bassi delle mezzali Poli e Donsah. I primi formavano coppie strettissime con i terzini, impedendo alla Roma di sviluppare il gioco sulle fasce, i secondi portavano il pressing sul portatore di palla giallorosso. Sotto ritmo, i giallorossi hanno creato poco. Schick nel primo tempo è stato l’unico a rendersi pericoloso. Fa invece parte del mistero l’errore di Strootman, al 29’, che ha colpito il palo a due metri dalla porta vuota dopo una «spizzata» di testa di Schick. Il problema è che, nel frattempo, il Bologna era passato in vantaggio con un tiro di Pulgar dal limite. Di Francesco senior è stato costretto a mettere in campo Dzeko nella ripresa e il bosniaco è stato decisivo. Il suo gol di testa, però, pesa un punto e non tre. Ora la testa va al Barcellona, ma sarà il piazzamento finale in campionato a fare la differenza nel giudizio della stagione. Dalla Champions, quest’anno, la Roma ricaverà 81 milioni. Ossigeno.

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Totti, un assist per Nainggolan: “Faccio il tifo per Radja, spero che possa essere in campo contro il Barcellona”

Corriere dello Sport (G.D’Ubaldo) – Non è stata una vigilia di Pasqua troppo felice per la Roma. Francesco Totti ha lasciato lo stadio Dall’Ara con un po’ di delusione. Aveva trascorso la vigilia con il fraterno amico Di Vaio, ex attaccante della Lazio, oggi dirigente del Bologna. Venerdì sera i due sono andati a cena insieme ad altri amici in un ristorante tradizionale del centro. Al termine della partita Totti si è intrattenuto ancora con Di Vaio che poi ha accompagnato il piccolo Cristian per raggiungere alcuni parenti con i quali Totti oggi trascorrerà il giorno di Pasqua. Alla fine anche il Capitano era deluso: «Peccato, credo che abbiamo perso due punti per strada. Spero che l’infortunio di Nainggolan non sia grave in vista della partita contro il Barcellona».

FLORENZI – La delusione per la mancata vittoria è evidente anche tra i giocatori. Florenzi a fine partita sottolinea gli errori commessi: «Non abbiamo conquistato una vittoria che volevamo tanto, abbiamo avuto molte occasioni ma abbiamo fatto solo un gol». I compagni comprendono il momento difficile di Schick: «Non giudico le prestazioni di Patrik, come neanche la mia. Deve stare tranquillo e lavorare. Quello che dico a tutta la squadra è che ora ognuno deve dare qualcosa in più». Adesso è importante voltare pagina e pensare subito al Barcellona: «Speriamo di ripetere quel risultato, quando segnai il gol del pareggio». Sarebbe bello ripetere quell’impresa, con un gol da cinquanta metri: «Proverò un altro modo, quello non so se è replicabile». Florenzi non cerca alibi: «Non eravamo distratti dal Barcellona, altrimenti non avremmo creato tutte quelle occasioni. Sicuramente mercoledì saremo carichi per una grande partita, per la Champions. Servirà la Roma migliore. Ma è una partita che mentalmente si prepara da sola». L’azzurro fa autocritica: «Questa è stata una prestazione da 6-, abbiamo ripreso la partita alla fine. Abbiamo costruito tante palle gol ma non siamo riusciti a sfruttarle. Questo nel calcio lo paghi, loro hanno fatto un tiro e un gol. Non è tutto da buttare, ci sono tante cose da prendere e portare mercoledì in Champions. Bisogna partire da dietro per poi trovare gli esterni che vanno nell’uno contro uno. Devono avere l’occasione giusta per puntare l’uomo, il Bologna aveva una linea difensiva a sei e non era facile passare». La Roma deve evitare di farsi raggiungere da Inter e Lazio al terzo posto: «Mi aspetto una corsa fino all’ultimo, nelle prossime giornate potremo mettere un bel timbro sul terzo posto». C’è da migliorare per evitare pareggi come quello di ieri: «Tutta la Roma deve essere più concreta, oggi potevamo fare più di un gol per quello che siamo riusciti a fare, c’è stata anche un po’ di sfortuna, ma sono cose a cui credo poco».

FORZA RADJA – Ieri l’infortunio di Nainggolan è pesato molto: «Non credo ci sia stato questo calo dopo il cambio, abbiamo subito un tiro e un gol, abbiamo creato tante occasioni per tutta la partita. Non è dipeso dall’uscita di Radja. Lui è un po’ strano, ha giocato tante volte stirato. Per Nainggolan non esiste l’infortunio, vediamo cosa ha veramente e poi deciderà lui».

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Schick non ingrana, ora i 42 milioni sono un peso

Corriere dello Sport (R.Maida) – Ci ha pensato bene, ha valutato pro e contro fino all’ultimo, poi ha deciso: vai Patrik. Di Francesco ha preferito non rivedere le convinzioni di inizio settimana, quando la distanza fisica dai nazionali gli aveva suggerito il cambio di centravanti, nonostante la complicazione finale dell’infortunio di Ünder. Avrebbe trasferito un messaggio sbagliato alla squadra e soprattutto a Schick, troppo spesso penalizzato dalle gerarchie tattiche e caratteriali del gruppo. A conti fatti però la mossa non ha prodotto risultati apprezzabili. Anzi. È più giusto dire che Schick abbia fallito un’altra occasione per dimostrarsi all’altezza della Roma.

OCCHIO – Eppure le statistiche offensive della partita di Bologna farebbero pensare altro. Sette tiri in porta, di cui tre nello specchio, costituiscono un suo record in Serie A. Mai, nelle precedenti esperienze con Sampdoria e Roma, era andato oltre i quattro tentativi per volta. Ma la contundenza, come la chiamava Luis Enrique nel suo bislacco anno a Trigoria, è stata insufficiente. Ci sono stati momenti della partita, lunghi tratti del gioco, in cui Schick dava l’idea di non essersi ancora reso conto del contesto in cui si trovasse. Se ne stava acquattato, nascosto, velato, però non in senso positivo: non è il centravanti che aspetta sulla sua zolla di riferimento, convinto che prima o poi gli capiterà la possibilità di mordere; è un giovane talento che non sceglie i tempi e i modi giusti per entrare in scena.

FIDUCIA – I compagni lo difendono senza giri di parole, avendone ammirato le spropositate qualità negli allenamenti infrasettimanali. Lo stesso Di Francesco, che in altre situazioni non era stato tenero nei suoi confronti, ieri gli ha tirato una ciambella di salvataggio dialettica, chiedendo pazienza. Però è stato proprio Schick, durante i dieci giorni passati dall’altra parte del mondo con la nazionale ceca, a confessare con candore di aver perso spensieratezza e autostima nel minestrone di problemi di salute (cuore), infortuni muscolari (tre, sempre nello stesso punto) e aspettative finanziarie (42 milioni di valutazione) che gli ha stritolato il cervello. È evidente che lui per primo, nel magnifico limbo dei suoi 21 anni, immaginasse un approccio più semplice alla Roma.

OCCASIONI – Adesso i suoi numeri cominciano a essere preoccupanti: se prima poteva lamentare una scarsa considerazione da parte dell’allenatore, nelle ultime cinque giornate ha giocato tre volte per novanta minuti senza mai lasciare il segno. In sette partite da titolare con la Roma ha segnato solo un gol, inutile peraltro, in Coppa Italia contro il Torino. Risolto l’equivoco del ruolo – non è un esterno e l’ha detto sin dal primo giorno – ha svelato nei fatti di essere molto indietro rispetto a Dzeko. Anche quando Di Francesco gli ha messo il collega centravanti di fianco, come nell’ultima mezz’ora a Bologna, non ha saputo mai rendersi pericoloso in area di rigore.

SCINTILLA – Con i giovani, per quanto strapagati, è opportuno esprimersi con cautela. Ma a questo punto tocca a Schick affermare con forza di essere un attaccante di primo piano. Non sarà mai il cattivone che aggredisce il mondo come Cavani o Ibrahimovic ma non può essere neppure il ragazzino spaurito che si sotterra per evitare di sbagliare. E se fosse Barcellona, magari per qualche minuto, il posto giusto per innescare il circuito virtuoso?

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Roma, lo stadio si sblocca. Senza ponte

Il Tempo (F.M.Magliaro) – Ci siamo: probabilmente entro la fine della prossima settimana (al massimo entro una decina di giorni) inizierà l’iter che porterà all’approvazione della variante urbanistica sul progetto della Roma di costruire il suo stadio a Tor di Valle, con la «pubblicazione a fini urbanistici» dell’intero dossier Stadio. La notizia trapela dai corridoi del Campidoglio: le carte che i proponenti hanno presentato in Comune lo scorso 15 marzo – e di cui Il Tempo ha dato notizia in esclusiva – dovrebbero essere sufficienti a far iniziare il percorso.

SCIOLTO IL NODO PROCEDURALE – Risolto anche il problema delle procedure da seguire. In Campidoglio c’era una corrente di pensiero che riteneva necessario sottoporre l’intero dossier Stadio, così come modificato dalla prescrizioni della Conferenza di Servizi, a un primo voto di adozione del Consiglio comunale. E solo dopo questo, procedere con la pubblicazione degli atti. L’altra corrente di pensiero, invece, prevedeva di procedere subito con la pubblicazione degli atti, sfruttando le norme dell’ultima legge finanziaria sulla Conferenza di Servizi. Alla fine, quindi, si parte direttamente con la pubblicazione degli atti.

NUOVE MODIFICHE AL PROGETTO – L’ultimo accordo col Campidoglio prevede di fatto l’addio al Ponte di Traiano che sarà sostituito da interventi più «pesanti» sulla via del Mare/Ostiense, soprattutto, sugli svincoli con il Raccordo e il Ponte dei Congressi. Una modifica piuttosto onerosa che potrebbe comportare l’addio alla riproduzione della sezione delle Tribune dell’ippodromo inizialmente ipotizzata.

TRE MESI DI ATTESA – L’iter, a questo punto, prevede che il dossier Stadio con le sue ultime modifiche insieme al verbale finale della Conferenza di Servizi sia pubblicato «a fini urbanistici». In sostanza, per 30 giorni, rimarrà affisso all’albo pretorio del Comune affinché chiunque ne possa prendere visione. Dopo questi 30 giorni, ne scatteranno altri 30 che la legge dispone a favore di chi – associazioni, comitati, cittadini – voglia presentare «osservazioni» al testo, vale a dire, per semplificare, modifiche e emendamenti al progetto. Trascorso anche questo mese, gli uffici del Dipartimento Urbanistica del Campidoglio prenderanno tutte le osservazioni pervenute e per ciascuna di esse predisporranno una risposta,in gergo tecnico «contro deduzione». Le osservazioni possono essere accolte, determinando quindi una modifica del progetto, oppure respinte. In questo caso, il «no» dovrà essere accompagnato da idonea motivazione.

FINALMENTE IL VOTO – Tre mesi, quindi, di attesa. Facendo dei conti, nella prima decade di luglio, si potrebbe andare in Consiglio comunale per il voto su ogni singola osservazione. A quel punto, con l’assenso dell’Assemblea Capitolina, l’iter di variante urbanistica sarà quasi del tutto completato.

ULTIMI PASSAGGI – Se alcune osservazioni venissero accolte, si aprirebbe la necessità di riscrivere le parti del progetto modificate in questo modo. Qualora, invece, venissero tutte respinte, il progetto andrebbe bene così com’è. L’ultimo passaggio è la trasmissione di tutto questo enorme verbale – progetto, verbale della Conferenza di Servizi, osservazioni e contro deduzioni, voto finale – in Regione. Sarà infatti la Regione Lazio, con propria Delibera di Giunta, a rendere effettiva e operativa la variante al Piano regolatore. Tempi prevedibili ad oggi: verso ferragosto (salvo complicazioni).

LA CONVENZIONE URBANISTICA – Dopo il voto finale, al di là della conclusione formale dell’iter in Regione, occorrerà ancora una mesata per la redazione della Convenzione Urbanistica. Si tratta dell’atto più importante di tutto il processo: è il «contratto» che regola i rapporti fra i proponenti (la As Roma e il costruttore Luca Parnasi) e la controparte pubblica (il Campidoglio). Esso dovrà contenere la tempistica delle edificazioni, quale verrà realizzata prima, quale dopo.

PRIMA PIETRA – Parallelamente a questi atti burocratici, la Roma potrà, all’indomani del voto finale in Consiglio sulla variante, dareil via ad alcune procedure preliminari: bonifica dall’amianto e dagli ordigni bellici, scavi archeologici, demolizione dell’ippodromo. Poi si andrà, almeno per le opere di interesse pubblico, a gara europea. Salvo complicazioni, quindi, è ragionevole ipotizzare la vera prima pietra per la primavera del prossimo anno.