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SERIE A TIM

La Roma si ferma prima della Champions. Al Dall’Ara finisce 1-1

La Roma si blocca prima dell'appuntamento Champions. Al Dall'Ara di Bologna la squadra di Donadoni ferma sul pareggio i giallorossi in corsa per il terzo posto. Minuto di silenzio prima dell'inizio della gara in memoria di Fabrizio Frizzi e Emiliano Mondonico. 

La Roma di Di Francesco parte bene senza però affondare con Schick e De Rossi che sfiorano il vantaggio. La squadra capitolina perde Nainggolan per infortunio e va sotto al 18'. Azione prolungata in area dei padroni di casa con Poli che cicca il tiro, poi il pallone viene lasciato a Pulgar che dal limite incrocia e batte Alisson sul secondo palo. La Roma risponde solo con un palo clamoroso copito da Strootman. Su calcio d'angolo la palla arriva all'olandese piazzato sul secondo palo che da due passi colpisce il legno. Sulla ribattuta Schick non riesce a inquadrare la porta.

Di Francesco inserisce Dzeko per riacciuffare il risultato, e fa bene, perchè l'attaccante trova l'1-1 nella ripresa. Il bosniaco anticipa di testa Helander e manda in rete il cross di Perotti. Nel finale la Roma prova a completare la rimonta con alcune incursioni di Defrel ma nulla di fatto. Settimo risultato utile per la Roma fuori casa, ma senza ottenere il bottino pieno i giallorossi si fermano contro l'umile Bologna di Donadoni. 

 

IL TABELLINO – BOLOGNA-ROMA 1-1 (18' Pulgar, 76' Dzeko)

BOLOGNA (4-3-3): Santurro; Torosidis (78' Mbaye), De Maio, Helander, Masina; Poli, Pulgar, Donsah; Verdi (90' Krejci), Palacio (c), Di Francesco (71'Orsolini).
A disp.: Romagnoli, Destro, Gonzalez, Dzemaili, Nagy, Falletti, Crisetig, Avenatti. 
All. Roberto Donadoni

ROMA (4-3-3): Alisson; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Nainggolan (17' Gerson), De Rossi (c), Strootman (76' Defrel); El Shaarawy (61' Dzeko), Schick, Perotti.
A disp.: Skorupski, Lobont, Pellegrini Lu., Jesus, Capradossi, Peres, Silva, Gonalons. 
All. Eusebio Di Francesco

Arbitro: Massimiliano Irrati della sezione di Pistoia
Assistenti: Carbone – Schenone
Quarto Ufficiale: Serra
VAR: Tagliavento
AVAR: Costanzo

Ammoniti: 37' Santurro (B), 45'+2 De Rossi (R), 72' Pulgar (B), 87' Palacio (B)

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NEWS

Monchi: “Non voglio vendere Alisson. Schick? Ha bisogno di continuità”

Il ds della Roma Monchi, ha parlato ai microfoni di Premium Sport prima della gara tra il Bologna e la squadra giallorossa. Ecco le sue parole du lmatch e sul mercato: 

"Oggi dobbiamo pensare solo al Bologna e allontanare Inter e Lazio che si sono dietro. Vinciamo oggi e poi pensiamo a preparare la prossima sfida contro il Barcellona. Schick? Lui ha detto che si aspettava qualcosa in più, noi abbiamo la stessa fiducia di questa estate, restiamo convinti che abbia una grandissima qualità, ha bisogno di continuità e gol per non perdere la fiducia, mi sembra che per un attaccante sia importante. Lui è convinto che migliorerà, aspettiamolo. Alisson? Tutti i giocatori possono crescere, anche Alisson può migliorare ancora. Sono stanco di parlare del suo futuro, mi fanno sempre le stesse domande ma lo capisco. A oggi non abbiamo alcuna offerta e non abbiamo intenzione di fare niente, siamo contenti di averlo e vogliamo approfittare del suo lavoro. Non lo voglio vendere e non lo dico. Pellegrini? La clausola di Lorenzo non è quella di cui si parla. Lui è contento di stare qui, è romano e romanista, ha fatto il settore giovanile e non ci sarà nessun futuro diverso. Ci mancano tante partite importanti, concentriamoci su questa stagione".

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SERIE A TIM

Bologna-Roma, le formazioni ufficiali: Schick dal primo minuto

La Roma di Eusebio Di Francesco, attesa dalla trasferta del Dall'Ara che precede l'andata dei quarti di finale di Champions League contro il Barcellona.

BOLOGNA (4-3-3): Santurro; Torosidis, De Maio, Helander, Masina; Poli, Pulgar, Donsah; Verdi, Palacio, Di Francesco.
A disp.: Romagnoli, Destro, Gonzalez, Dzemaili, Nagy, Falletti, Krejci, Crisetig, Avenatti, Mbaye, Orsolini. 
All. Roberto Donadoni

ROMA (4-3-3): Alisson; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Nainggolan, De Rossi, Strootman; El Shaarawy, Schick, Perotti.
A disp.: Skorupski, Lobont, Pellegrini Lu., Jesus, Peres, Silva, Gonalons, Gerson, Dzeko, Defrel. 
All. Eusebio Di Francesco

Arbitro: Massimiliano Irrati della sezione di Pistoia
Assistenti: Carbone – Schenone
Quarto Ufficiale: Serra
VAR: Tagliavento
AVAR: Costanzo

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Rassegna stampa

Onda Di Francesco. 18 punti in 7 partite prima della Champions League

CORRIERE DELLO SPORT (R.Maida) – Pensare a un impegno per volta. Non snobbare le partite apparentemente più facili o comunque meno stimolanti. Mai sottovalutare gli avversari. Sono questi i mantra che spesso gli allenatori ripetono negli spogliatoi, per tenere alta la concentrazione. Ma nel caso della Roma, almeno da quando c’è Di Francesco, questo genere di avvertimenti sembra pleonastico. Nei sette casi in cui ha affrontato una partita di campionato che precedeva una sfida di Champions League, la squadra ha raccolto 6 vittorie perdendo soltanto contro il Napoli all’Olimpico. In quel caso però la testa c’entrava poco: per quale ragione la Roma avrebbe dovuto pensare al Chelsea e non al Napoli, quando ancora si parlava di scontro diretto per lo scudetto?

PERCORSO – La serie forse sarebbe cominciata a inizio settembre, prima di Roma-Atletico. Ma l’allerta meteo di Genova suggerì il rinvio della partita contro la Sampdoria. Perciò il debutto non fa statistica. Quanto è accaduto dopo invece sì: aspettando la lunga trasferta in Azerbaigian, dove era obbligatorio battere il Qarabagper restare in corsa in Champions, la Roma superò abbastanza facilmente l’Udinese(3-1). E poi completò la missione di Baku, sia pure con qualche sofferenza di troppo, cancellando un’astinenza di vittorie in trasferta che in Champions durava da molto tempo.

CHI SI RIVEDE – Detto della sconfitta con il Napoli, la Roma ha ripreso a marciare spedita a fine ottobre. Guarda caso vincendo contro il Bologna, che è l’avversaria di oggi. All’Olimpico è finita 1-0 con un gol-capolavoro di El Shaarawy, in quella fase della stagione baciato dagli dei del pallone: appena tre giorni dopo avrebbe rifilato una doppietta al Chelsea determinante per stabilire le gerarchie del girone. E’ stato il periodo più esaltante per Di Francesco, che anche dopo la sosta per le nazionali non ha perso il filo del ragionamento: il 18 novembre è uscito da trionfatore dal primo derby vissuto come allenatore grazie a Perotti e Nainggolan, letali nel secondo tempo. E non ha fatto drammi per la successiva sconfitta al Wanda Metropolitano contro l’Atletico, perché tanto gli restava il match-point da giocare in casa per meritarsi la qualificazione agli ottavi di Champions.

STORIA – Così è effettivamente stato. Il 5 dicembre, giorno storico per la Roma che ha avuto dalla Regione il via libera definitivo per costruire lo stadio di proprietà, ancora Perotti ha segnato al Qarabag il gol che certificava il primo posto nel girone. Festone. Ma persino nella situazione più delicata, con una partita da vincere a ogni costo all’orizzonte, la squadra non si era lasciata distrarre: nel weekend aveva battuto 3-1 la Spal.

ONDA – Era una tendenza del 2017, non è stata abbandonata con l’anno nuovo nonostante le tante difficoltà invernali. Grazie alla ritrovata condizione atletica la Roma è tornata brillante giusto in concomitanza con il ritorno della Champions,che il sorteggio aveva reso accomodante: ebbene, prima di tutt’e due le partite contro lo Shakhtar, una delle quali giocata nel gelo di Kharkiv, sono arrivate due vittorie per niente scontate in campionato. In casa dell’Udinese, che aveva già subito un trattamento simile all’Olimpico, e contro il Torino, dove la squadra ha saputo sopperire alle assenze chiudendo il cerchio. Certo, stavolta dall’altra parte della strada c’è il pensiero di un quarto di finale a Barcellona che non capita tutti i giorni. Ma i precedenti sono confortanti: almeno sotto l’aspetto mentale, la Roma si è guadagnata sul campo la fiducia dei propri tifosi.

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Rassegna stampa

Bologna-Roma, le probabili formazioni dei quotidiani

Alle 12:30 la Roma scenderà in campo contro il Bologna: queste le probabili formazioni dei principali quotidiani.

LA REPUBBLICA (4-3-3): Alisson; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Strootman, De Rossi, Nainggolan; Gerson, Schick, Perotti.

IL MESSAGGERO (4-3-3): Alisson; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Strootman, De Rossi, Nainggolan; El Shaarawy, Schick, Perotti.

LA GAZZETTA DELLO SPORT (4-3-3): Alisson; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Strootman, De Rossi, Nainggolan; El Shaarawy, Schick, Perotti.

IL GIORNALE (4-3-3): Alisson; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Strootman, De Rossi, Nainggolan; El Shaarawy, Schick, Perotti.

LA STAMPA (4-3-3): Alisson; Florenzi, Manolas, Juan Jesus, Kolarov; Strootman, De Rossi, Nainggolan; El Shaarawy, Schick, Perotti.

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Balotelli: “Alla Roma direi di sì”

Mario Balotelli, attaccante del Nizza, ha parlato del suo eventuale approdo alla Roma SportWeek: "Alla Roma direi sì per la società, i giocatori e i tifosi. Credo che nessuno avrebbe da ridire se ci andassi" ha dichiarato alla rivista mensile il centravanti. 

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Monchi: “La capacità di capire le esigenze dell’allenatore rappresenta il 90% di una trattativa”

Monchi, direttore sportivo della Roma, dopo le anticipazioni di questi giorni, si è raccontato in un’intervista a Fox Sports. Queste le parole del dirigente giallorosso:

Intervista in spagnolo?
Parlo poco ancora italiano, parlo meglio in spagnolo, in modo più profondo.

Perché Monchi?
Il mio nome è Ramon. Tutti mi chiamano così.

Come si allena il pensiero? Legge, guarda serie tv…
Bella domanda. Il pensiero si alimenta leggendo. Libri di storia soprattutto, serie tv sulla storia, e molti giornali. Io ricordo sempre il primo giorno da direttore sportivo, ricevetti un consiglio dal direttore responsabile del Siviglia: “Tutte le mattine, leggi la stampa sportiva”.

Quali e quanti giornali?
Prima di tutto vado in palestra, alle 7.30 a Trigoria. È un allenamento mentale e fisico, butto fuori lo stress. Dopo leggo i giornali, italiani e spagnoli. Circa 35-40 minuti al giorno.

Due saluti importanti: lei al Siviglia e poi Totti alla Roma…
Sono immagini bellissime che tengo sempre nel cuore e nella testa. Sarò sempre riconoscente per l’affetto ricevuto durante gli anni lì, sia come giocatore che come ds. È stato un giorno incredibile, inimmaginabile.

Quel giorno indossava la maglia di Puerta…
Era un omaggio semplice ad Antonio. La storia del Siviglia recente nasce da un suo gol contro lo Schalke 04, ma purtroppo non ha potuto vivere il resto.

Il bacio al terreno?
Il centro nevralgico del campo. Era un gesto simbolico…

I trofei? Lei disse “Non si è mai visto uno stadio applaudire un bilancio”…
Per tutti i tifosi il risultato importante è quello sportivo.

Era corteggiato prima di andare alla Roma? Perché la Roma?
Avevo la necessità di continuare ad essere Monchi. Arrivai alla conclusione che era ciò che necessitavo. Io mi sento “speciale” e avevo bisogno di una squadra che aveva bisogno non solo di un ds, ma di una persona. Nel mio lavoro, la persona è importante come il ds.

È vero che decise di interrompere un provino con il Real Madrid per giocare una partita con il San Fernando?
Sì, è vero. Io giocavo lì e ci giocavamo la promozione in Serie B. Non ero convinto di andare a fare il provino: durò tre giorni, ma poi andai via per andare a giocare con la mia squadra. In quel momento era importante difendere la squadra della mia città. Vincemmo 0-1. Poi il lunedì seguente firmai per il Siviglia.

A Siviglia incontrò Maradona. So di passeggiate di voi due al mattino presto…
Abbiamo costruito il nostro rapporto così. Non potevamo uscire in orari normali, così uscivamo presto. Io dormivo poco e mi piaceva: un po’ per egoismo e un po’ per piacere personale nell’incontrare il migliore al mondo.

Dorme poco?
Poco (ride, ndr). Sei ore al massimo. Dormo il necessario, mentre dormo perdo tempo per altre cose.

Un’altra figura chiave è Carlos Bilardo. Cosa l’ha ispirato di lui?
Mi ha affascinato il suo modo di pensare. La sua massima era “Dare importanza alle cose piccole”. Lui era ossessionato nel controllare tutto e non lasciare nulla al caso.

Gli mostrano una foto di lui da portiere…
Dentro di me sono orgoglioso della mia carriera, anche se non ero fortissimo. Ma ho realizzato il sogno di quando ero bambino.

Ho la formazione delle sue plusvalenze. Chi le ha dato più soddisfazione? Dani Alves?
Dani Alves riflette la mia filosofia di lavoro, che è prendere un giocatore sconosciuto, avere la pazienza di farlo crescere in Europa, fare in modo che il suo rendimento porti a risultati, e poi fare plusvalenza. Questo è il modo perfetto di lavorare per me, e a Siviglia l’ho sempre fatto.

Qual è il rapporto tra la tecnologia e l’occhio di chi guarda un giocatore?
La scelta di un giocatore è un mix tra occhio e computer. Ma l’ultima fase è la visione del giocatore. Il tempo è fondamentale: anticipare gli altri, per questo si utilizzano i dati. Per me è la chiave.

Cercate giocatori in base al gioco della Roma?
Certo, sappiamo chi è il giocatore di cui l’allenatore ha bisogno. La relazione mister-ds, e la capacità di capire le esigenze dell’allenatore, rappresenta il 90% di una trattativa.

Come si conosce una persona prima che arrivi?
Io mantengo sempre una teoria che non so se sia giusta o sbagliata. Non possiamo dimenticarci che un calciatore è un calciatore e una persona. Il giocatore difficilmente dimentica come si gioca a calcio, se ha qualità quella rimane. Alcune volte dimentichiamo che il rendimento del giocatore non ha nulla a che vedere con il giocatore, ma con la persona che sta dietro al giocatore. Pertanto dobbiamo provare a conoscere, più rapidamente possibile, questa persona per approfondirla sotto tutti i punti di vista, informandoci direttamente sul giocatore e su quello che gli sta intorno, come la famiglia e gli amici. Perché se arriviamo alla persona e siamo capaci di porla in uno stato di felicità, il giocatore giocherà meglio. La virtù della società e della squadra deve essere quella di accorciare i tempi di inserimento e adattamento. Questo è quello che fa una grande società.

È stato fortunato quando Rakitic trovò una fidanzata andalusa?
Questo rientra nel fattore fortuna che anch’esso esiste.

Come ha scelto Di Francesco?
La mia e di altri ds, per la carriera che ha fatto al Sassuolo: ha richiamato l’attenzione. Mi sarebbe piaciuto prenderlo.

Come va a Roma?
Monchi doveva cambiare per adattarsi ad una nuova situazione. Ora sono contentissimo di come vanno le cose e dell’accoglienza che ho ricevuto.

Ünder?
Giovane, lingua e cultura diversa: aveva bisogno di tempo. Gli abbiamo dato tutto ciò di cui aveva bisogno. Poi lui ha fatto la sua parte: è cresciuto, si è aperto e stiamo sulla strada giusta.

Totti? 
Ha una capacità e un’influenza incredibile, così grande che la Roma deve utilizzare. Sarebbe assurdo non utilizzare i poteri di un supereroe.

Che impatto avrà lo Stadio della Roma? (Domanda di un tifoso, ndr)
La capacità di generare incassi che un nuovo stadio evidentemente presuppone, farà in modo che vengano reinvestiti per diventare una società più moderna e soprattutto più potente.

Terremo i grandi giocatori? (Domanda di un tifoso, ndr)
Questo è il nostro pane quotidiano, come si dice in Spagna, l’eterna discussione se si vende tanto o meno. La Roma vende, quasi tutte le squadre del mondo vendono; l’ho già detto tante volte, non si vende perché si vuole vendere ma perché ci sono delle norme da rispettare che ti obbligano a far quadrare il bilancio e generare una plusvalenza per poter avere un organico di alto livello. È lo stesso discorso che facevo a Siviglia e lo conoscete a memoria.

Avete una chat per le comunicazioni dello staff?
Sì.

Usa Spotify?
No, sento musica della mia città, di Cadice.

Tre persone che non conosce per andare a cena. Chi sceglie?
Difficile. Andrei possibilmente con Gesù Cristo, con un politico importante e con uno storico. A me piace molto la storia, la politica e sono molto cattolico, per questo scelgo queste tre persone.

Ha pensato mai che il lavoro prevaricasse l’uomo?
Sì, molte volte. Mi toglie tempo a due cose per me fondamentali: la famiglia e gli amici. E’ la cosa più negativa, non avere tempo per loro.

Cosa imagina per la Roma del futuro?
L’obiettivo per il futuro è dare ai tifosi ciò che chiedono e che meritano. Devono essere orgogliosi anche per i nostri meriti sportivi. Ma non un titolo, serve stabilità nei successi. Il tifoso deve capire che un titolo non è difficile, ma lo è la continuità.

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CHAMPIONS LEAGUE

Barcellona, Valverde: “Ci stiamo prendendo cura di Messi”

L'allenatore del Barcellona, Ernesto Valverde, alla vigilia del match di campionato contro il Siviglia, ha parlato molto delle condizioni di Messi, che da un po' di tempo convive con un problema muscolare. Il tecnico dovrà valutare se schierarlo o meno contro gli andalusi, anche in vista della sfida contro la Roma. Queste le sue parole: "Dobbiamo aspettare e vedere come andrà in allenamento. Ci stiamo prendendo cura di lui, così come si sono presi cura di lui nel ritiro dell’Argentina. Aveva un po’ di fastidio, ma se si trattasse di una lesione muscolare sarebbe stato molto più serio il problema. Consideriamo la partita di domani isolandola un po’ dalla partita di mercoledì, anche se si pensa sempre un po’ a breve termine. L’accumulo di partite aumenta ovviamente il rischio. Voglio isolarlo, ma è inevitabile pensarci."

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SERIE A TIM

Serie A, orari dalla 15^ alla 17^ giornata: il programma della Roma

Ufficiali anticipi e posticipi dalla 15^, 16^ e 17^ giornata di ritorno del campionato di Serie A. Novità in tutti e tre i turni per quel che riguarda la Roma: Spal-Roma si disputerà sabato 21 aprile alle ore 15.00, Roma-Chievoverona è in programma sabato 28 aprile alle ore 18.00 mentre Cagliari-Roma sarà il posticipo di domenica alle 20.45 il prossimo 6 maggio. Ecco il programma completo:

15ª GIORNATA RITORNO
Sabato 21 aprile 2018 ore 15.00 SPAL – ROMA 
Sabato 21 aprile 2018 ore 18.00 SASSUOLO – FIORENTINA
Sabato 21 aprile 2018 ore 20.45 MILAN – BENEVENTO
Domenica 22 aprile 2018 ore 12.30 CAGLIARI – BOLOGNA
Domenica 22 aprile 2018 ore 20.45 JUVENTUS – NAPOLI
Lunedì 23 aprile 2018 ore 20.45 GENOA – HELLAS VERONA 

16ª GIORNATA RITORNO
Sabato 28 aprile 2018 ore 18.00 ROMA – CHIEVOVERONA
Sabato 28 aprile 2018 ore 20.45 INTER – JUVENTUS
Domenica 29 aprile 2018 ore 12.30 CROTONE – SASSUOLO
Domenica 29 aprile 2018 ore 18.00 FIORENTINA – NAPOLI 
Domenica 29 aprile 2018 ore 20.45 TORINO – LAZIO 

17ª GIORNATA RITORNO
Sabato 5 maggio 2018 ore 18.00 MILAN – HELLAS VERONA
Sabato 5 maggio 2018 ore 20.45 JUVENTUS – BOLOGNA
Domenica 6 maggio 2018 ore 12.30 UDINESE – INTER
Domenica 6 maggio 2018 ore 18.00 SASSUOLO – SAMPDORIA
Domenica 6 maggio 2018 ore 20.45 CAGLIARI – ROMA

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NEWS

Monchi: “L’obiettivo è far arrivare la Roma a lottare per le competizioni che gioca. Non cerchiamo solo il successo a lungo termine, ma anche di vincere a breve”

Il direttore sportivo giallorosso Monchi ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano spagnolo Marca. Ecco le sue parole:

Dopo un anno di Roma è soddisfatto?
Sono felice di come mi sono adattato, di come sta andando, anche se tutto si può ovviamente migliorare. È stato un anno in cui tutto è successo molto velocemente. Dopo aver passato tutta la mia vita al Siviglia, adattarmi a una nuova città, a un nuovo club, a un’altra filosofia, a una nuova lingua… Considerando tutto questo sono felice.

A Roma hai trovato quello che stavi cercando?
A livello professionale sì, perché sto lavorando con la fiducia e il rispetto della società e dei colleghi, ed è quello che stavo cercando. Continuo a lavorare come mi piace, continuo ad essere Monchi.

Hai avuto molti meriti nel periodo d’oro del Siviglia, volevi dimostrare di essere in grado di fare certe cose anche altrove?
Non era una sfida personale, ma un’idea per cambiare la mia carriera dopo tanto tempo a Siviglia, ma senza alcuna sfida. E’ una possibilità che mi ha dato il destino, lavorare fuori dalla Spagna e da Siviglia e cercare di continuare a crescere come professionista in una nuova squadra. Nessuna sfida o test per dimostrare qualcosa. È tutto molto più normale. Non sono venuto a Roma per dimostrare qualcosa, ma per continuare a crescere.

Qual è l’obiettivo a lungo termine alla Roma?
Roma ha una necessità storica di raggiungere successi e titoli. Questa è la risposta facile, ma penso che l’obiettivo professionale e personale debba essere quello di far arrivare la Roma a lottare per le competizioni che gioca. Non cerchiamo solo il successo a lungo termine, ma anche di vincere a breve e migliorare nel tempo.

Nel corso degli anni, sei diventato il simbolo del ds di successo. Tutti i club vogliono avere un Monchi. Come sei arrivato a questo?
Dubito che io sia un simbolo di qualcosa. Sono un professionista che negli anni della mia carriera ha avuto fortuna e successo nel realizzare cose importanti. Altri non sono stati così bravi ma mi hanno aiutato a migliorare. Posso solo essere un riferimento per il lavoro, che è ciò che mi ha dato la possibilità di avere successo. Il lavoro ti dà successo. Bisogna dedicare la massima attenzione e coerenza, adattandosi alle circostanze, per raggiungere l’obiettivo. Quando non ci sono riuscito, ho cercato di imparare.

Il Barcellona ha investito cifre esorbitanti per prendere giocatori dal Siviglia (Alves, Adriano, Keita, Rakitic). Per loro sarebbe stato più economico prendere te prima?
No, al Barça ci sono sempre stati ottimi direttori sportivi. È normale ci sia stata tanta richiesta. Il Barça studia il livello tecnico e caratteriale dei giocatori del Siviglia, è logico perché il livello delle aspettative lì è alto, anche se non quanto al Barça. È lo stesso campionato e c’è già l’adattamento alla lingua e al paese. È logico che sia una fonte da cui attingere. Rivesciamo la cosa e diciamo che i giocatori che hanno lasciato il Siviglia hanno fatto grandi cose, così come i direttori sportivi del Barcellona.

A volte il suo nome è stato accostato al Barça, ma c’è mai stato un momento in cui è stato vicino ai blaugrana?
No. Mi è stato chiesto più volte di questa cosa, ma nessuno dal Barça mi ha mai chiamato. Ci sono sempre state voci, ma non abbiamo mai parlato direttamente dell’argomento.

Qual è il ruolo in cui è più complicato fare un buon acquisto?
I due più specifici: il portiere e l’attaccante. Il portiere perché deve evitare i gol e l’attaccante perché deve farli. È dove è più difficile trovare e colpire.

Si parlava dell’interesse della Roma per Yerry Mina a gennaio. Cosa ne pensi del colombiano?
In inverno non c’è stato niente. Lo conosciamo, ovviamente. Penso che ci vorrà tempo, come al solito, in quanto viene dal Sud America e a Barcellona c’è concorrenza.
È forte, potente, segna e gioca il pallone con ordine. Immagino che se il Barcellona lo ha preso lo è perché ha le qualità, ma è ancora presto.

Come vedi la partita di Champions League contro il Barça?
Ovviamente è difficile. È la prima parola che viene in mente. Con un’alta percentuale di possibilità per il Barça, ma non è per niente impossibile. Non è affatto già decisa. Devi lottare, sapendo che le tue possibilità sono più basse, perché è quello che dice la storia, la qualità e il fatto che abbiano un giocatore come Messi. Cercheremo di cogliere l’occasione. La speranza che c’è adesso a Roma è molto grande e la speranza a volte sposta le montagne e ti aiuta a raggiungere cose impossibili.

Il giorno del sorteggio non c’era troppo ottimismo. Con l’avvicinarsi della partita ci credi?
L’ottimismo non deve essere l’argomento di un direttore sportivo. Continuo a pensare che non abbiamo avuto fortuna nel sorteggio e che sia difficile, ma nessuno dovrebbe considerare la Roma già morta. Io mantengo la stessa opinione.

Cosa ne pensi dell’evoluzione che il Barça ha avuto con Valverde?
Penso che sia migliorato, è un cambiamento importante rispetto a Luis Enrique. Penso che sia un allenatore, per quello che ha fatto per molto tempo, con una capacità enorme e non sono sorpreso di come il Barça si sia adattato alla sua idea di gioco.

A Barcellona è stato celebrato l’accoppiamento con la Roma. Questo eccesso di sicurezza può avvantaggiarli?
Immagino che i giocatori non saranno esageratamente ottimisti quanto la stampa. Si tratta di un po’ di ignoranza, la Roma non è molto conosciuta né una squadra molto seguita, ma ha una formazione titolare con molti giocatori di livello internazionale. Sono convinto che lo spogliatoio del Barcellona non abbia lo stesso ottimismo e rispetti la Roma il più possibile. Il Barça sa che a questi livelli non ci sono avversari facile.

Per quelli che non hanno visto la Roma al di fuori della Champions League, cosa devono aspettarsi?
Non voglio darti indizi, ma è una squadra compatta, con le linee molto ravvicinate che lasciano pochi spazi, con un pressing alto ed è forte fisicamente. Questo è il riassunto, senza dare indizi.

Una delle attrazioni della partita sarà Alisson. Stai già cercando di trattenerlo?
Nessuno ce lo ha chiesto. È chiaro che sia difficile passare inosservato per le prestazioni che sta facendo. Non dimentichiamo che è il portiere del Brasile e attira molte attenzioni, ma non siamo disturbati da queste voci attorno a lui.

Immagino che il sogno di ogni direttore sportivo sia trovare un talento come Messi. Averlo da bambino per fargli fare tutta la sua carriera nella tua squadra. Ti sei mai imbattuto in un caso del genere?
Non così tanti. Qui a Roma abbiamo un esempio di questo viaggio come è Totti, che qui è nato e ha finito dopo anni avendo vinto un campionato e una Coppa del Mondo. Non è facile in questo mondo in cui ci troviamo trovare un giocatore del livello di Messi o Totti, che ha fatto tutta la sua carriera nella stessa squadra. Questo dice molto di loro, ma sono casi difficili da ripetere.

Sogni di incontrare il Siviglia più avanti in Champions League?
Se ci incontreremo sarà un buon senso perché vorrà dire che siamo passati entrambi. Sarei felice, anche se sarebbe una situazione molto complicata da gestire. Però sarebbe una gioia per entrambi.